Naufragio della Costa Concordia
Il 13/01/2012 la nave da crociera Costa Concordia urta gli scogli a poche centinaia di metri dall'Isola del Giglio (GR); l'impatto provoca uno squarcio di 70 metri nello scafo che causa l'affondamento della nave.
La gestione dell'emergenza è affidata al Commissario delegato dal Governo, il responsabile del Dipartimento della Protezione civile, coadiuvato da un Comitato tecnico scientifico di cui ARPAT è parte.
ARPAT ha curato l'attività di monitoraggio ambientale mirata a verificare l'eventuale fuoriuscita di carburante o altri possibili inquinanti presenti a bordo, secondo un piano di monitoraggio predisposto anche in collaborazione con ISPRA ed effettuato con il battello oceanografico Poseidon.
Le operazioni di rimozione del relitto, di grande complessità dal punto di vista ingegneristico, si sono concluse nel mese di luglio 2014 con il rigalleggiamento della nave e il suo spostamento verso il porto Genova per lo smantellamento.
Durante tutto questo periodo ARPAT ha effettuato campionamenti e analisi delle acque e pubblicato periodicamente un bollettino con i risultati. Sono inoltre stati elaborati report riassuntivi della qualità ambientale nell'area marina interessata dal naufragio.
Con l'effettuazione della analisi durante lo spostamento del relitto e i campioni effettuati il 28 luglio al Giglio, successivamente alla sua partenza si è conclusa l'attività di monitoraggio che ha tenuto occupata l'Agenzia per oltre due anno e mezzo.
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