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Scogliere coralligene in Toscana: distribuzione, estensione dell'habitat e struttura dei popolamenti
ARPAT ha valutato la distribuzione e l'estensione delle scogliere coralligene in Toscana, descrivendone la struttura e i modelli di variabilità spaziale. I risultati hanno confermato l'alto livello di biodiversità e l'eterogeneità spaziale dei popolamenti di coralligeno.
ARPAT ha partecipato al IX Simposio Internazionale sul Monitoraggio Costiero Mediterraneo: problematiche e tecniche di misura, ed ha presentato nella sessione Flora e fauna del sistema litorale, un contributo orale sulla presenza di sostanze PFAS in esemplari di stenella spiaggiata sulle coste toscane e un poster su Coralligenous cliffs in Tuscany: distribution, extension of the habitat and structure of assemblages (a cura di E. Cecchi, L. Piazzi, M. Ria, G. Marino, A. Nicastro)
Le scogliere coralligene sono le principali costruzioni biogeniche, originate da processi biologici vitali, del Mar Mediterraneo, considerate dalla Direttiva Quadro sulla Strategia Marina come indicatori della qualità dei sistemi costieri e dell’ "integrità dei fondali marini".
Con questo studio ARPAT ha valutato la distribuzione e l'estensione delle scogliere coralligene in Toscana, descrivendone la struttura e i modelli di variabilità spaziale.
Il Settore Mare dell’Agenzia si occupa del monitoraggio delle due principali morfologie coralligene, di piattaforma e di parete, per disegnare la distribuzione geografica di questo habitat, descriverne la struttura e definirne la qualità ecologica attraverso l’applicazione di differenti indici:
- il coralligeno di piattaforma che si sviluppa su substrato orizzontale al di sotto dei 50 m di profondità anche su fondi detritici, monitorato da ARPAT sia per valutare l’estensione che la condizione, nell’ambito delle attività per la Strategia Marina (Descrittore 1)
- il coralligeno di parete che si sviluppa in acque poco profonde su substrato roccioso verticale/subverticale ad una profondità che va da 25 m fino ai 40-45 m, monitorato da ARPAT per valutare l’estensione (non la condizione) nei programmi di monitoraggio della Marine Strategy.
Per la prima volta, con questo studio, si confronta la superficie delle scogliere e delle piattaforme coralligene evidenziando la grande importanza di questo habitat, in termini di estensione e biodiversità, nell'ampia area geografica toscana presa in considerazione con 11 siti di studio.
Infatti, il coralligeno rappresenta una parte considerevole dell'habitat biogenico che può estendersi dal piano circalitorale fino alla piattaforma continentale, suggerendo che la rilevanza potrebbe essere superiore a quella che normalmente emerge dalla mappatura dei fondali. Inoltre, i risultati hanno confermato l'alto livello di biodiversità e l'eterogeneità spaziale dei popolamenti di coralligeno.
Il coralligeno di parete e quello della piattaforma continentale forniscono servizi ecosistemici diversi e sono soggetti a minacce antropiche diverse; ad esempio il coralligeno di parete è influenzato dall’apporto di nutrienti di origine antropica, dalla torbidità dell’acqua e dalla piccola pesca mentre quello di piattaforma risente delle pressioni derivanti da pesca a strascico e dai tassi di sedimentazione. Queste caratteristiche si combinano per distinguere il coralligeno di parete da altri habitat coralligeni, come piattaforme, banchi di corallo e affioramenti distribuiti sulle piattaforme continentali. Pertanto, considerato che il coralligeno di parete risponde a gran parte delle pressioni indagate dovrebbe essere reinserito nei programmi di monitoraggio, negli studi di valutazione dell'impatto e nei piani di gestione.
Per ottenere mappe dettagliate del fondo del mare e dati sulla tipologia del substrato marino, così da conoscere la distribuzione geografica del coralligeno di piattaforma, sono stati utilizzati strumenti quali Side Scan Sonar ed ecoscandaglio multifascio Multibeam, accoppiati a immagini video registrate utilizzando un ROV ( Veicolo Operativo Remoto) equipaggiato con una telecamera ad alta risoluzione così (video La tecnologia per il monitoraggio dei fondali marini toscani).
Il coralligeno di parete è stato invece campionato da operatori scientifici subacquei (OSS), seguendo la procedura STAR (Linee guida Ispra) che indica la metodologia da seguire, in 11 siti (settori di coste rocciose): Livorno, Argentario, Gorgona, Capraia, Elba nord, Elba est, Pianosa, Montecristo, Giglio, Giannutri e Formiche di Grosseto. I risultati del monitoraggio indicano che le scogliere coralligene erano presenti in tutti i siti di studio, con una lunghezza totale di circa 62,5 km e una superficie totale di 0,47 km2. L'estensione lineare dell'habitat può essere stimata intorno al 20% della costa rocciosa toscana.
Nell'immagine distribuzione del coralligeno di parete (nero) e di piattaforma (arancio) a Giannutri e all'Argentario.
I popolamenti di coralligeno lungo le coste si differenziano da quelli delle isole e sono caratterizzati soprattutto da gruppi algali filamentosi (appartenenti al feltro), spugne incrostanti e Corallium rubrum (corallo rosso). Le isole meridionali (Giglio, Montecristo e Formiche) si differenziano dalle altre perchè caratterizzate soprattutto da Rhodophyta terete e flattened (alghe rosse cilindriche e appiattite), Eunicella spp. (coralli della famiglia delle Gorgonie), Paramuricea clavata (gorgonia rossa) e briozoi eretti. La Capraia invece presentava un'elevata abbondanza di alghe verdi come Flabellia petiolata e Halimeda tuna e spugne massive. L’isola di Gorgona si distingue da tutti gli altri siti per un’elevata abbondanza di Peyssonnelia spp. (alghe rosse)
Dallo studio emerge che la maggior parte del coralligeno di piattaforma è distribuito intorno alle Secche della Meloria (oltre 70% dell’intero habitat).
Nella maggior parte degli altri siti presi in considerazione l’estensione spaziale del coralligeno di parete e di piattaforma è simile e in alcuni, come Livorno, Capraia, Elba, Argentario e Giannutri, il coralligeno di parete è più esteso di quello di piattaforma.
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