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Micro e nanoplastiche: ARPAT al seminario dell’associazione Biologi Insieme per il Territorio
Andrea Nicastro, biologo del Settore Mare, ha portato un contributo in termini di conoscenza del problema delle microplastiche in mare focalizzando l’attenzione sul monitoraggio di ARPAT condotto nell'ambito della Strategia Marina
L’associazione scientifica e culturale Biologi Insieme per il Territorio con il patrocinio di ARPA Toscana, ARPA Umbria e Istituto di biologia e biotecnologia agraria del CNR - Pisa ha organizzato un seminario che si è tenuto presso la Camera di Commercio di Pisa e trasmesso anche in streaming, dal titolo Ambiente e salute: micro e nanoplastiche, nuovi contaminanti emergenti.
Il fenomeno dell’inquinamento da rifiuti marini in plastica minaccia i mari e l’oceano, la biodiversità, la salute dell’uomo e ha pesanti ripercussioni anche sulle attività economiche come la pesca, il turismo e rappresenta un problema che dobbiamo impegnarci a fermare quanto prima attraverso l’impegno globale.
Partendo da queste premesse i relatori, tra cui docenti universitari, ricercatori, professionisti competenti in campo ambientale e rappresentanti di enti ed istituzioni, si sono confrontati per capire quali progressi sono in atto anche per cambiare il modo in cui produciamo, utilizziamo e riutilizziamo la plastica. L’incontro ha messo in luce le opportunità proposte dalla ricerca e gli osservatori nazionali e regionali per la new plastic economy in un approccio One health che lega indissolubilmente la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema, quale strategia rilevante in tutti i settori che beneficiano della collaborazione tra diverse discipline. In questo ambito è emerso il ruolo strategico svolto dai Biologi storicamente impegnati un po’ su tutti i fronti della cosiddetta “gestione ambientale”.
Per ARPAT è intervenuto Andrea Nicastro, biologo del Settore Mare che ha portato un contributo in termini di conoscenza del problema delle microplastiche in mare focalizzando l’attenzione sul monitoraggio dell’Agenzia condotto nell'ambito della Direttiva Marine Strategy che rappresenta il pilastro per la Politica marittima integrata europea e lo strumento giuridico europeo per la governance del sistema mare.
La Strategia Marina ha avuto due grandi pregi, a livello globale e a livello specifico sulle microplastiche. L’approccio innovativo proposto a livello globale è quello di aver introdotto un approccio ecositemico che considera tutti gli aspetti che vanno ad impattare sul mare con 11 Descrittori specifici tra cui quello dedicato ai Rifiuti marini (D10) con moduli di campionamento che sono spesso trasversali tra i vari descrittori per cui il campionamento di un parametro specifico (ad es. rifiuti marini) è comunque utilizzato per ricostruire anche gli altri descrittori.
L’altro merito della Strategia Marina è stato quello di anticipare il problema a livello normativo impostando un sistema di monitoraggio e controllo dei rifiuti marini e delle microplastiche che ha anticipato i tempi rispetto alle prime ricerche condotte sul tema, percependo quindi che si trattava di un problema emergente da monitorare.
All’interno del Descrittore dei rifiuti marini ARPAT monitora i rifiuti superficiali sia microplastiche c.d. microlitter (inferiori ai 5 mm) che flottanti (superiori ai 5 mm), i rifiuti spiaggiati, i rifiuti sul fondo marino in contemporanea con lo studio dei fondali a coralligeno e maerl e anche i rifiuti contenuti negli stomaci dei grandi mammiferi (cetacei) e rettili (tartarughe) spiaggiati sulle coste toscane. I rifiuti flottanti vengono monitorati durante la navigazione secondo un protocollo specifico controllando la qualità, quantità e dimensioni dei rifiuti superiori ai 5 mm.
Il problema delle microplastiche non è solo quantitativo ma deve tener conto anche della pericolosità dovuta all’assorbimento nel materiale stesso o nel biofilm di inquinanti organici (pesticidi, IPA, ecc.) che se ingeriti da parte di organismi possono accumularsi nella catena alimentare; all’accumulo e trasporto di batteri resistenti agli antibiotici (ARBs) e geni dell’antibiotico-resistenza e anche al trasporto di specie invasive.
La difficoltà di campionamento delle microplastiche in un bacino chiuso come il Mediterraneo deve tenere conto di una serie di variabili che influenzano il trasporto come ad esempio il movimento delle correnti superficiali che risentono di molteplici fattori (orografia, batimetria, vento, ecc) e vanno a creare delle zone di concentrazione del materiale, per cui il momento del campionamento diventa strategico e deve tener conto di queste variabili per individuare quale sia il miglior campionamento effettuabile.
In particolare attraverso il monitoraggio delle microplastiche effettuato con il battello Poseidon, con una frequenza semestrale, in 4 aree di indagine (transetti) distribuiti lungo la costa toscana riusciamo ad ottenere informazioni sui trend nella quantità, nella distribuzione e nella tipologia di microparticelle che arrivano sulla superficie del mare.
I dati del monitoraggio effettuato nel 2021 e il trend del triennio 2019-2021, anticipati nella notizia Annuario dati ambientali 2022: microplastiche presenti in mare, mostrano un valore pressoché stazionario del numero medio di oggetti/m2 pari a 0,074 oggetti/m2 per il 2021 e 0,079 oggetti/m2 per il 2020 e valori più ridotti, intorno a 0,023 oggetti/m2, per il 2019.
Dai dati emerge comunque una variabilità della tipologia della forma (frammento, foglio, filamento, ecc..) e del colore delle microplastiche campionate nella stessa zona e anche il numero di oggetti raccolti è variabile a seconda delle condizioni, sebbene il numero di oggetti al metro cubo (medie geometriche) fa collocare la Toscana fra le regioni con un numero abbastanza basso di microplastiche.
La registrazione del seminario è disponibile sul sito Web dell'associazione scientifica e culturale Biologi Insieme per il Territorio
Organizzazione con sistema di gestione certificato e laboratori accreditati
Maggiori informazioni all'indirizzo www.arpat.toscana.it/qualita