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Annuario dati ambientali 2022: lo stato ecologico delle praterie di Posidonia oceanica in Toscana
Nel 2021, in Toscana, si conferma lo stato ecologico tra buono ed elevato
Prosegue la nostra attività di anticipazione di alcuni dati contenuti nell’Annuario 2022 dei dati ambientali della Toscana che pubblichiamo, ormai da diversi anni, nel periodo autunnale.
In questa notizia presentiamo i dati che riguardano una pianta marina endemica del Mar Mediterraneo, la Posidonia oceanica, che svolge un importante ruolo di indicatore biologico della qualità delle acque marino-costiere per la sua sensibilità a perturbazioni naturali o artificiali in corso nell’ambiente. Inoltre svolge un’azione contro l’erosione delle coste, stabilizza e consolida i fondali, funziona come una trappola per i sedimenti favorendo la trasparenza delle acque e rappresenta rifugio e nursery per molte specie marine.
Non possiamo poi dimenticare che le praterie sono responsabili di un’elevata produzione di ossigeno, in grado di contrastare il cambiamento climatico, sequestrando grandi quantità di carbonio, chiamato “blue carbon”, e quindi grandi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera, riuscendo così ad ossigenare notevolmente le acque costiere (a 10 m di profondità 1m2 di prateria rilascia fino a 14 litri di O2/giorno).
Complessivamente in Toscana, nel 2021, lo stato di qualità ecologica di questa pianta marina è risultato tra buono ed elevato, come emerge dal monitoraggio svolto dal personale dell’Agenzia in alcune aree dove sono presenti praterie di Posidonia oceanica sia adiacenti al litorale toscano che alle coste delle isole dell’Arcipelago toscano.
Le aree monitorate cambiano, di anno in anno, con ciclicità triennale, come previsto dalla normativa (Direttiva Europea 2000/60/CE - Water Framework Directive, WFD), recepita a livello nazionale dal D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. e dal D.Lgs. 30/2009. Data la complessità di questo ecosistema, il lento accrescimento delle singole piante e dell’evoluzione dell’intera prateria, la norma non ritiene utile monitorare, ogni anno, lo stesso sito ma ogni tre anni, a rotazione.
Dal 2018 il monitoraggio delle praterie di posidonia viene eseguito, oltre che in attuazione del D.Lgs. 152/2006, anche sulla base delle indicazioni della Marine Strategy. Nel triennio 2018-2020 le aree indagate sono state più numerose (4 aree individuate in base al D.Lgs.152/2006 e 5 per la Strategia Marina), dal 2021, invece, i due monitoraggi si sono unificati e sono state scelte 5 aree per ogni anno.
Nel 2021 il monitoraggio è stato realizzato nelle seguenti località:
- Gorgona (LI)
- Antignano (LI)
- Rosignano M.mo (LI)
- Punta Ala (GR)
- Cala Moresca (LI)
I dati 2021 sono sintetizzati nella tabella che segue
Per verificare lo “stato di salute” di questa pianta marina, il nostro personale si avvale del “Posidonia oceanica Rapid Easy Index” (PREI). Si tratta di un indice utilizzato per classificare lo stato di qualità ecologica basato su 5 parametri. I dati raccolti vengono confrontati con quelli ideali di riferimento, verificandone la deviazione, lo scostamento, ed ottenendo un valore EQR, compreso tra 1 e 5, che definisce le 5 classi dello stato ecologico: da elevato a cattivo.
I dati raccolti nel 2021 sono in linea con quelli degli anni precedenti (2019 e 2020) e indicano un buon stato di “salute” delle praterie di Posidonia nel mare della Toscana.
Cosa è possibile fare in caso di regressione della prateria di Posidonia oceanica
Posidonia oceanica risente in modo particolare delle variazioni della qualità dell’ambiente e scompare quando l’inquinamento, inteso in senso lato, è troppo accentuato, per questo motivo è ritenuta un eccellente indicatore della qualità dell’ambiente marino.
Le principali cause di regressione delle praterie sono da collegare alla crescente pressione antropica che agisce sull’ambiente costiero (aumento dell’inquinamento delle acque, realizzazione di opere costiere, posa di cavi e condotte sottomarine) determinando effetti negativi sulla prateria perché provoca variazioni di torbidità della colonna d’acqua e dei tassi di sedimentazione, nonché effetti diretti come i danni generati dalla pesca a strascico e dagli ancoraggi.
Nelle aree dove la prateria presenta importanti segni di sofferenza, il suo stato di salute può subire un peggioramento con l’introduzione di specie alloctone che possono entrare in competizione con questa pianta marina, come nel caso dell’espansione di due specie di alghe verdi di origine tropicale appartenenti al genere Caulerpa.
Per affrontare la problematica della regressione della prateria di posidonia e della perdita di porzioni importanti di questa a causa della realizzazione di infrastrutture costiere (come ad esempio un porto o la posa di cavi sottomarini), dal 2018, ISPRA è stato promotore e coordinatore del progetto Life SEPOSSO, di cui ARPAT è stata partner.
Il progetto ha l'obiettivo di migliorare la Governance italiana dei trapianti di Posidonia oceanica. Nell’ambito di questo progetto, che si è svolto sul campo in parte anche in Toscana (Isola d’Elba, Isola del Giglio, Porto di Piombino ecc.), si sono valutate le diverse tecniche di trapianto e i materiali da utilizzare come supporto per le piante trapiantate, privilegiando sistemi innovativi ed eco compatibili, e soprattutto l’impiego di materiali biodegradabili testati anche presso l’Acquario di Livorno.
Come valorizzare la posidonia spiaggiata
Sarebbe importante maturare una diversa percezione riguardo la presenza di posidonia nei nostri mari ma anche nei confronti della posidonia spiaggiata. Infatti non solo le praterie di P. oceanica svolgono un ruolo fondamentale sulla dinamica costiera quando sono rigogliose in mare ma anche le foglie morte di questa pianta marina, trasportate a riva dalle correnti, costituiscono ammassi misti a sabbia che possono superare anche il metro di altezza (banquettes).
Queste rappresentano una protezione per le spiagge, attenuando i danni provocati dalle mareggiate e rappresentano perciò un’importante cintura naturale di contenimento e di protezione delle coste dall’azione erosiva del moto ondoso. Anche a fine vita, quindi, la posidonia svolge un ruolo fondamentale e andrebbe considerata non un rifiuto ma una risorsa importante da non rimuovere dall’arenile: non emanano cattivo odore e non sono dannosi per la nostra salute!
Per questo, però, dobbiamo cambiare mentalità e sono necessarie attività di educazione ambientale e di sensibilizzazione accompagnate dalla volontà delle amministrazioni comunali di promuovere un modello di spiaggia ecologica, come quella proposta anche da ISPRA e sperimentata in alcune spiagge italiane.
In Toscana, il Comune di Pisa si sta impegnando, con alcuni protocolli, nella realizzazione di spiagge ecologiche e recentemente anche il Comune di San Vincenzo ha avviato un progetto sperimentale per la realizzazione di una spiaggia ecologica, a Nord del porto turistico di San Vincenzo, per preservare e valorizzare le biomasse spiaggiate attraverso il riutilizzo sostenibile della P. oceanica, per la realizzazione di arredi da spiaggia, evitando così lo smaltimento in discarica.
Ulteriori informazioni sull'argomento:
- Posidonia oceanica - Indice PREI - anno 2021
- scheda informativa n. 25 "La Marine strategy in Toscana"
- Posidonia oceanica: gli strumenti per monitorarla (video realizzato da ARPAT)
- Posidonia oceanica, prendiamocene cura (documentario realizzato nell'ambito del progetto europeo LIFE SEPOSSO, coordinato da ISPRA)
Organizzazione con sistema di gestione certificato e laboratori accreditati
Maggiori informazioni all'indirizzo www.arpat.toscana.it/qualita