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Mobilità locale sostenibile
Dall’efficienza e dalla capillarità del sistema di mobilità, con le sue reti, vettori e nodi di interscambio, dipende il benessere delle persone e lo sviluppo sostenibile delle città
Il rapporto “Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile” realizzato dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile - MIMS ha questo titolo perché intende considerare il trasporto pubblico locale – TPL come una delle componenti importanti del sistema della mobilità. Il fenomeno della pandemia che ha interessato qualsiasi attività dell’agire umano ha determinato anche una rimodulazione del TPL facendo emergere nuove esigenze ma anche nuovi operatori dal lato dell’offerta, affiancandoli alle aziende locali dei Comuni, delle Città Metropolitane e Regionali.
Tutti soggetti che hanno avviato una serie di sperimentazioni per una sempre maggiore integrazione della mobilità locale sostenibile utilizzando anche le opportunità derivanti dalla digitalizzazione. Il concetto di mobilità come servizio – MaaS “Mobility as a Service” ha iniziato a circolare diventando un paradigma di riferimento per una mobilità del futuro efficiente e di qualità. Il modello Maas consente agli utenti, attraverso un canale digitale congiunto, di pianificare, prenotare e pagare più tipi di servizi di mobilità. Il principio del Maas descrive un passaggio dai mezzi di trasporto di proprietà personale alla mobilità fornita come servizio.
Il rapporto illustra tutta una serie di proposte oltre che offrire un quadro aggiornato della situazione del settore ed indica le azioni e le leve su cui operare attraverso i fondi previsti dal PNRR per la mobilità locale sostenibile insieme a fondi complementari messi a disposizione dal Fondo Nazionale Trasporti – FNT. Per la prima volta il documento indica, tra gli elementi da valutare , anche lo studio dei comportamenti e degli orientamenti alle scelte dell’utenza osservando che queste oltre ad essere diverse per area geografica, lo sono anche per fasce di età ed appartenenza sociale. E’ emerso ad esempio, in maniera trasversale, che le fasce di età più giovani ricercano un tipo di mobilità condivisa e più sostenibile oltre a rifuggire dall’uso dell’auto di proprietà come mezzo principale. Nel documento è trattato anche tutto il tema della mobilità sostenibile dolce a conferma che il trasporto locale sostenibile è un settore che sta attraversando una profonda evoluzione. Lo studio mette dunque sul tavolo una serie di proposte coordinate tra di loro per evidenziare le opportunità che sono a disposizione per stimolare l’offerta di mobilità locale sostenibile e per migliorare la gestione e l’efficienza del sistema complessivo. In tale contesto gli Enti territoriali, le Regioni, le Province ed i Comuni hanno un ruolo fondamentale in questa discussione afferma Enrico Giovannini – Minisro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile- MIMS, è importante che si sviluppi nel Paese un confronto ampio tra gli esperti di settore e la società civile che seguono da tempo questi temi, ha continuato il Ministro, come ad esempio Legambiente e Kyotoclub che pubblicano importanti documenti su ciò che accade nel nostro paese nell’ambito del trasporto locale sostenibile.
Tipologie di sostenibiltà
Nel rapporto la sostenibilità della mobilità è declinata secondo tre dimensioni quella della sostenibilità economica, della sostenibilità sociale e della sostenibilità ambientale.
La mobilità risulta sostenibile sotto il punto di vista economico se è un sistema di mobilità efficiente sia per l’utenza, quindi per i cittadini, sia per chi la offre e quindi i gestori di servizi siano questi pubblici e/o privati. Dal punto di vista del cittadino un sistema di mobilità efficiente permette di avere una sorta di “spazio esperienziale” molto ampio. Tale spazio è rappresentato da tutte quelle opportunità e destinazioni che l’utente può raggiungere per motivi di lavoro, motivi di studio e ricreativi afferma Sauro Mocetti del MIMS.
La sostenibilità sociale è un sistema di mobilità che deve essere equo, accessibile e di qualità. Il fattore accessibilità può essere declinato in maniera diversa, ad esempio la possibilità di disporre di più opportunità di collegamento maggiormente distribuite sul territorio, oppure l’assenza di barriere architettoniche o di altre barriere socio-economiche che in qualche modo possono rappresentare per l’utenza un limite alle opportunità di mobilità. Occorre poi che la qualità dei servizi debba essere elevata, si parla allora di comodità delle fermate, di pulizia delle vetture e di un efficiente grado di intermodalità e collegamento tra le varie tipologie di trasporto. La terza dimensione è quella della sostenibilità ambientale della mobilità e qua i due punti fondamentali sono da un lato quello di riuscire ad aumentare la quota modale della mobilità sostenibile e dall’altro non considerare il TPL l’unico soggetto della mobilità sostenibile, che pure rimane la spina dorsale di un sistema che però accoglie e si allarga ad altre opportunità di mobilità come la mobilità condivisa e quella attiva e leggera. Sotto il principio di mobilità sostenibile deve pertanto essere ricompresa anche quella del parco rotabile, sia su gomma che su ferro, che sarà interessata da una riconversione verso sistemi propulsivi con emissioni basse o nulle.
Prospettive e visioni
Le linee d’intervento proposte dal rapporto individuano 4 grandi aree:
- lo stimolo alla domanda di mobilità;
- i finanziamenti;
- la regolamentazione e la gestione;
- i meccanismi di affidamento e gestione del contratto/servizio.
Per il perseguimento del primo obiettivo occorre stimolare la domanda di mobilità sostenibile e quindi incentivare il più alto numero di utenti possibile per farli passare dall’uso del mezzo proprio a forme di mobilità sostenibile ad esempio prevedendo incentivi monetari all’uso del TPL e disincentivi all’uso del mezzo privato. Si può pensare anche a restrizioni all’accesso al transito ed alla sosta nelle aree urbane. E’ possibile anche predisporre misure che possano influire direttamente sui comportamenti dell’utenza e sugli orientamenti di scelta dei cittadini. E’ infatti dimostrato che politiche di esortazione/spinta – nudging che intervengono soprattutto sui comportamenti degli individui, per esempio colmando deficienze informative o rendendo i cittadini consapevoli delle conseguenze dei loro comportamenti ed azioni, possono produrre comportamenti virtuosi e riconosciuti come premianti nell’ambito di una società consapevole. Per quanto riguarda i finanziamenti si tratta di aumentare le risorse da destinare non solo ai vettori ma anche alle infrastrutture urbane e sugli snodi intermodali tenendo conto della transizione ecologica dei vettori e quindi dei cambiamenti tecnologici. Nel rapporto si propone ad esempio meccanismi di ripartizione/assegnazione basati su livelli adeguati di servizio – LAS, inoltre il finanziamento non dovrà più andare a realizzare un obiettivo numerico ad es. la realizzazione di 15 Km di ciclovie, ma si dovrà passare ad una prospettiva più ampia, dove si finanziano progetti di mobilità organici ed integrati fra le diverse offerte locali. Per il terzo ambito al fine di evitare disallineamenti tra quelli che sono i comportamenti effettivi individuali in termini di mobilità ed i soggetti che pianificano l’offerta rivelando una pianificazione non ottimale, viene proposto di rafforzare l’analisi della domanda di mobilità per giungere ad una programmazione più efficace. Per questo può venire in aiuto la disponibilità di una grande mole di dati sulle scelte di mobilità dell’utenza in grado di rilevare e rivelare percorsi e mezzi usati. Nel tempo sono stati predisposti a questo scopo applicativi/software sempre più complessi e performanti che permettono di affinare e verificare in maniera sempre più efficiente l’offerta. Per il quarto ambito il rapporto indica un rafforzamento dei meccanismi premiali nella selezione dei gestori del servizio prevedendo ad esempio la presenza di certificazioni di qualità sociale, ambientale, sulle performance del soggetto/operatore, anche mediante l’introduzione di criteri incentivanti nei contratti di servizio. Questi possono riguardare anche l’innovazione tecnologica in grado rendere più efficace l’erogazione del servizio come lo sviluppo di piattaforme digitali capaci di facilitare un migliore incontro tra domanda e offerta e quindi di permettere un incontro più efficace tra quelli che sono i bisogni di mobilità dell’utenza ed i servizi offerti messi a disposizione come potrebbe essere ad esempio il Maas di cui abbiamo già accennato.
Nel rapporto la mobilità locale è rientrata pienamente nelle politiche e nell’agenda del Governo confermando di essere un fattore importante e la cui introduzione era stata richiesta nel corso del tempo da diversi soggetti del settore. Si tratta di un cambio di prospettiva importante rispetto al passato quando l’attenzione era rivolta molto più sulle grandi strategie ed i grandi investimenti che interessavano le maggiori direttrici nazionali.
Il rapporto invece, per la prima volta pone l’attenzione sulla mobilità locale sostenibile rivelando che si tratta di un’attività fondamentale per la decarbonizzazione dei centri urbani e delle aree metropolitane oltre a impattare in maniera importante sulle scelte e sulle vita dei cittadini.
Per approfondimenti:
Vedi il Rapporto "Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile"
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