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Lunedì 18 aprile 2022

KEU: sopralluogo ARPAT e Università di Pisa all’impianto di trattamento fanghi (ex Ecoespanso) del Consorzio Aquarno


Durante il sopralluogo sono stati prelevati alcuni campioni che Università di Pisa utilizzerà per approfondire la caratterizzazione mineralogica e geochimica del materiale KEU, in particolare per quanto riguarda il cromo

KEU: sopralluogo ARPAT e Università di Pisa all’impianto di trattamento fanghi (ex Ecoespanso) del Consorzio Aquarno

Tecnici Università di Pisa e ARPAT durante il sopralluogo

Si è avviata il 28 marzo scorso, con un sopralluogo congiunto di ARPAT e Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa presso l’impianto di trattamento fanghi (ex Ecoespanso) del Consorzio Aquarno, la prima fase dell’attività di ricerca prevista dall’accordo di collaborazione tecnico-scientifica tra i due enti presentato a febbraio scorso in conferenza stampa con Regione Toscana che l’ha promosso e finanziato.

L’accordo di collaborazione è incentrato sulla conoscenza scientifica della natura, delle caratteristiche e del comportamento del materiale KEU e il lavoro di ricerca, che si articolerà in diverse fasi da sviluppare nell’arco di un anno, prevede l’approfondimento e l’analisi sul comportamento dell’aggregato riciclato contente KEU nelle diverse matrici ambientali, in particolare per quanto riguarda i possibili effetti di rilascio di cromo alle acque sotterranee e suolo.

Come precisato da Luca Pandolfi - Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra – in occasione della presentazione del progetto, la fase iniziale delle attività è dedicata alla “caratterizzazione del materiale KEU, ovvero alla conoscenza dello stesso e delle sue caratteristiche chimiche e fisiche mineralogiche utilizzando la strumentazione scientifica dell’Università di Pisa ma anche di altri enti di ricerca”.

linee fangodottiÈ quindi nell’ambito di questo programma, condiviso tra Università di Pisa e ARPAT, che si è svolto il sopralluogo congiunto presso l’impianto per il trattamento termico e recupero dei fanghi conciari, rifiuti non pericolosi, (ex Ecoespanso) in arrivo dall'impianto di depurazione consortile di acque reflue industriali nel Comune di Santa Croce sull’Arno.

Dai processi di depurazione delle acque vengono prodotte grandi quantità di “fanghi” di origine biologica (con elevato contenuto di sostanza organica) e chimico-fisica (terziaria, prevalenza di contenuto inorganico) che, attraverso i fangodotti, arrivano all’impianto gestito dal Consorzio Aquarno. (nella foto le linee fangodotti in arrivo)

centrifugheI fanghi in arrivo vengono disidratati in quattro centrifughe (foto) prima di passare alle altre fasi di trattamento che prevedono essiccazione, pirolisi e sinterizzazione. Il granulato sinterizzato KEU in uscita dal forno di sinterizzazione viene irrorato con acqua nebulizzata per favorire il raffreddamento e, tramite un elevatore a tazze, viene collocato in 4 silos da cui successivamente viene estratto ed umidificato con acqua nebulizzata per ridurre la polverosità ed infine stoccato in un capannone (ex Plastofill ) in attesa dell'invio alle destinazioni finali che avviene nell'arco di pochi giorni.

Da aprile 2021, data del sequestro dell’impianto Lerose, il KEU viene inviato ad aziende di recupero fuori Toscana, tra cui due cementifici. La produzione giornaliera di KEU ammonta a circa 30-35 tonnellate. Si tratta, infatti, di rifiuto speciale e non pericoloso, che se correttamente smaltito o inviato ad una forma di recupero corretto non presenta criticità, ma va distinto dall’aggregato riciclato contenente KEU, prodotto da Lerose, di cui dobbiamo approfondire la conoscenza.

Durante il sopralluogo di ARPAT, Università di Pisa, insieme ad alcuni ricercatori del CNR , l’impianto era regolarmente in marcia con le linee di essiccazione (n.2 essiccatori in parallelo), forno pirolisi (n.1 reattore rotante) e forno sinterizzazione (n.1 rotativo).

I tecnici del Dipartimento di Scienze della Terra (DST) coordinati da Riccardo Petrini - responsabilecampionamenti scientifico del progetto - hanno prelevato alcuni campioni di fango centrifugato di provenienza terziaria, biologico, fango essiccato, KEU in uscita dal forno, in uscita dai silos dopo bagnatura e stoccato nel capannone ex Plastofill.

Il DST svilupperà la ricerca dal punto di vista scientifico completando la caratterizzazione del materiale KEU, la conoscenza dello stesso e delle sue caratteristiche mineralogiche e meccaniche, andando a completare il lavoro già eseguito da ARPAT. L’Università completerà l’analisi dal punto di vista scientifico, con la caratterizzazione del KEU per tutti quegli aspetti che ancora non sono noti soprattutto per comprendere - sottolinea Petrini - “cosa accade quando questo materiale viene messo in ambiente e per questo verranno realizzati in laboratorio esperimenti in microcosmo che simulano quanto accade in natura in condizioni diverse (ossidanti, riducenti ecc.)". 

Il progetto, infine, prevede altre due fasi da sviluppare nell’arco di un anno, necessarie per comprendere come l’aggregato riciclato contenente KEU si comporti nell’ambiente. Le due fasi successive sono così articolate:

Seconda fase: conoscenza di come il materiale interagisce con l’ambiente e con gli altri materiali con cui viene a contatto, simulando il suo comportamento e le interazioni nei microcosmi, cioè in ambienti riprodotti artificialmente che simulano gli ambienti naturali.

Terza fase: individuazione di possibili soluzioni basate sul metodo scientifico di cui avvalersi per mitigare o risolvere il problema.Si tratta di esperimenti guidati che verranno poi ripetuti nell’esperienza reale, l’ultima fase del progetto, infatti, sarà dedicata all'osservazione di quanto accade realmente nei diversi siti dove questo materiale è presente, così da verificare se quanto sperimentato in laboratorio abbia riscontro nella realtà. 


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Maggiori informazioni all'indirizzo www.arpat.toscana.it/qualita




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