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Falda acquifera della piana di Cecina (LI): i dati di 12 anni di monitoraggio
In prolungate condizioni climatiche avverse i dati confermano la necessità di una gestione sempre più attenta del bilancio idrico della falda acquifera
Pubblicato sulla rivista italiana di riferimento per lo studio delle acque sotterranee (Acque Sotterranee - Italian Journal Groundwater) un articolo scientifico redatto da alcuni colleghi di ARPAT, esperti nel monitoraggio delle acque. L’articolo fornisce un quadro dettagliato sulle capacità di immagazzinamento di acqua nell’acquifero presente nella piana di Cecina, in provincia di Livorno, a partire dalla valutazione di dati raccolti in un arco temporale di 12 anni (2005 -2017) e riferiti alle piogge, al livello idrometrico del Fiume Cecina e al livello idrico misurato in pozzi e piezometri.
L’obiettivo, con particolare attenzione al quantitativo di acqua disponibile per il prelievo, è quello di monitorare il bilancio idrico della falda sotterranea verificando come questo si comporta e come esso risenta di vari fattori, tra i quali i prelievi idrici e le variazioni stagionali delle piogge, sempre più soggette alle influenze del cambiamento climatico.
I cambiamenti climatici sono infatti un tema sempre più all’ordine del giorno; la variazione del clima influenza certamente la disponibilità di acqua, determinando situazioni di ricchezza ed abbondanza in presenza di copiose precipitazioni come, al contrario, momenti di crisi idrica, nel caso di forte e prolungata siccità.
Il monitoraggio delle acque sotterranee con sistemi di modellazione matematica ed analisi statistica, come quelli adottati in questo studio e illustrati nell’articolo scientifico va ad aggiungersi alla normale attività di controllo che l’Agenzia realizza sulle acque superficiali, sotterranee e destinate alla potabilizzazione ed a cui dedica, ogni anno, una specifica pubblicazione.
Il lavoro svolto, oltre ad evidenziare le variazioni del bilancio idrico nell’arco di 12 anni, propone una nuova possibilità operativa per pianificare e gestire la risorsa idrica, anticipando le situazioni di ridotta disponibilità. Attraverso la lettura dei dati, infatti, è stato possibile verificare che, in alcuni anni contraddistinti da scarsa piovosità, mantenere invariati gli attingimenti da parte della rete dell’acquedotto, delle attività industriali e dell’agricoltura per l’irrigazione può mettere seriamente in crisi la falda, creando una situazione di stress idrico.
È quindi auspicabile che questo lavoro, altamente tecnico-scientifico, venga valorizzato dagli enti pianificatori per individuare strategie da attivare per fronteggiare situazioni di crisi idrica che, nel futuro, potrebbero essere sempre più frequenti.
Per saperne di più, visualizza il report di ARPAT "Modellistica del Bacino del Cecina per la tutela quantitativa e ottimale delle risorse idriche della Val di Cecina e nella fascia costiera livornese compresa tra Rosignano e Bibbona"
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