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La quinta conferenza nazionale PUMS
La messa a punto dei piani urbani della mobilità sostenibile (PUMS) passa dall’analisi dei dati derivanti dai flussi di spostamento, dall’innovazione, dalla collaborazione, dalle competenze tecnologiche, dall’ascolto e dalla comunicazione ai cittadini
Il ripensamento della mobilità ha molto a che fare con le grandi sfide dei nostri tempi, in primo luogo la crisi climatica, ma anche l’innovazione tecnologica. Questi due aspetti impongono un cambio di passo, un ripensamento profondo del modo in cui noi utilizziamo il sistema dei trasporti. In Italia la vetustà del parco macchine, riferito oltre che all’auto anche ai bus, alle metropolitane, ed ai treni necessita di un’ iniezione di innovazione molto alta. Fornire servizi di mobilità con mezzi obsoleti significa utilizzare mezzi altamente inquinanti oltre che energivori.
L’inserimento di nuove tecnologie nella trazione del trasporto pubblico locale (TPL) deve essere attuata in collaborazione tra Governo, Amministrazioni locali e regionali. In questa direzione il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR rappresenta un volano straordinario, concedendo l’uso di nuove risorse agli Enti territoriali ed il cui impiego deve duplicarne gli effetti.
Parte di questo cambiamento è già in atto, ma si rende necessario accelerarlo non solo per le misure che prevedono l’abbattimento delle emissioni, ma soprattutto per avviare e mettere a sistema quel salto tecnologico che oggi è possibile grazie alle tecnologie ed alle innovazioni disponibili e che possono migliorare la qualità del trasporto ed in particolare del TPL.
Questo cambiamento di passo è dovuto nello specifico alle nuove tecnologie capaci di gestire i dati, nel PNRR sono previste per le grandi città sperimentazioni del metodo di mobilità come servizio (Mobility as a Service – MaaS) permettendo attraverso l’utilizzo di un canale digitale congiunto e quindi un’integrazione di dati, di offrire un servizio di trasporto che consente agli utenti di pianificare, prenotare e pagare più tipi di servizi integrati di mobilità.
Questa modalità permette di passare dai modi di trasporto di proprietà personale, verso una mobilità offerta come servizio. Il processo impone uno scambio dei dati fra i diversi detentori/gestori del servizio, oltre che un piano tariffario integrato e questo presuppone un salto non solo tecnologico ma anche culturale oltre che politico e che richiede un elevato livello di collaborazione tra i soggetti pubblici coinvolti a viari livelli.
Il Corridoio scandinavo mediterraneo e i PUMS
Il Coordinatore del corridoio Scandinavo – Mediterraneo Pat Cox ha affermato che il piano di investimenti di medio e lungo termine previsto nel PNRR sulla rete di trasporto ferroviaria italiana risulta essere il più ambizioso, il più integrato ed il più innovativo di tutti i piani presentati dagli altri paesi europei. L’investimento previsto sul punto dal nostro Paese ammonta a circa 30 miliardi di Euro e le ricadute sugli interventi da realizzare è prevsito che non si limiteranno al 2026 ma proseguiranno per tutto il decennio.
Questo approccio sistemico, descritto anche nell’allegato infrastrutture al documento di economia e finanza, è un passo importante che deve calare nella realtà anche delle città e dei territori. Questo è reso possibile perché il PNRR mette a disposizione le risorse del Fondo coesione e sviluppo che insieme a quelle provenienti da altri fondi di programmi comunitari devono essere gestiti in collaborazione tra Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili, Enti locali ed i territori, dove i PUMS rivestono un ruolo di programmazione e d’indirizzo importante.
Il dialogo con il territorio è un passaggio ineludibile per la realizzazione di progetti all’avanguardia e con questa visione è stato creato il Centro per l’innovazione e la sostenibilità in materia di infrastrutture e mobilità CISMI per dotare il Ministero di personale che opera sulla frontiera dell’innovazione. Sul territorio saranno poi le Università ad operare, fornendo aiuto e collaborazione alle Amministrazioni locali impegnate nelle fasi attuative. Si tratta di una collaborazione in mancanza della quale, i PUMS, rischiamo di essere strumenti che descrivono realtà del passato. In questa fase operativa si rende necessario incontrare gli amministratori locali delle aree metropolitane per capire se è necessario cambiare normativa e procedure, per rendere i PUMS più duttili, flessibili in grado di recepire le innovazioni tecnologiche sempre in un’ottica pluriennale e per individuare gli strumenti e le strategie più adeguate per cambiare il funzionamento della mobilità nelle città.
Cura del ferro e tecnologia
La ferrovia è un attore della mobilità urbana e questo accade perché le stazioni ferroviarie presenti sul territorio sono collocate al centro delle città. In ambito urbano il ruolo della ferrovia rappresenta oggi una duplice leva di sviluppo.
Ai tracciati ferroviari è demandato il compito di aumentare la capacità di trasporto rendendo disponibile una maggiore offerta attraverso un piano investimenti che non deve essere solo infrastrutturale come già previsto nel PNRR ma che deve riguardare anche investimenti tecnologici che Rete Ferroviaria Italiana - RFI sta realizzando e che il PNRR finanzia in modo importante.
Il nuovo sistema di gestione, controllo e protezione del traffico ferroviario (European Rail Traffic Management System - RTMS attualmente utilizzato sui convogli dell’alta velocità, dovrà essere esteso a tutta la rete ferroviaria nazionale. Per tale scopo RFI sta sviluppando un’applicazione specifica per i contesti urbani dove le condizioni della circolazione, ma anche di traffico dati, sono particolarmente delicate e per tale motivo il sistema RTMS necessita un evoluzione diventando RTMS high, ovvero ad alta densità e che consentirà, attraverso sistemi tecnologici, l’incremento dell’offerta sui nodi ferroviari delle aree urbane.
Si tratta dunque di aumentare la possibilità di attivare treni sull’infrastruttura in ambito urbano ed allo stesso tempo facilitare all’utenza l’accesso all’infrastruttura stessa, creando le migliori condizioni per gli obiettivi dei PUMS. L’accesso alle linee ferroviarie avviene tramite le stazioni che rivestono sempre più spesso il ruolo di fulcro (hub) dove avvengono gli scambi intermodali. Sono luoghi dove si arriva con un mezzo e da dove si prosegue con un altro.
Lo studio dei flussi di transito dell’utenza consente a RFI di comprendere come facilitarne l’accesso e di essere uno dei soggetti abilitanti dei PUMS, per i contributi conferiti nei momenti di programmazione della mobilità sostenibile in ambito urbano e periurbano. In questo senso l’analisi dei flussi ha permesso di capire in un’area di tre Km di circonferenza intorno alle stazioni la tipologia di spostamento dell’utenza suggerendo la realizzazione di piani di mobilità dedicata scelti tra le possibilità di mobilità sostenibile proposte del ventaglio.
I PUMS confermano dunque la centralità delle stazioni ferroviarie rispettando le tre raccomandazioni presenti nel documento dell’Agenzia per l’ambiente Transitions towards a more sustainable mobility system che sono: evita avoid, cambia shift e migliora improved. La prima invita a togliere mobilita (vetture di proprietà sia termiche che elettriche) quando non è necessaria e/o non serve; la seconda raccomandazione invita a spostare la scelta di mobilità su sistemi meno impattanti e la terza esorta a migliorare le offerte di TPL.
Per approfondimenti: Quinta Conferenza Nazionale sui PUMS
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