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Le pillole di sostenibilità di ARPAT: muoversi sostenibile condividendo i mezzi
Ciascuno di noi può contribuire a ridurre gli impatti dei trasporti sulla qualità dell’aria dei centri urbani, limitando il numero di mezzi in circolazione e guadagnando anche in termini di costi di carburante, parcheggio e bollo auto
La presenza di un grande numero di automobili e di infrastrutture che le ospitano, il conseguente traffico, il livello di incidentalità, l’inquinamento dell’aria, il rumore e un trasporto pubblico che non sempre risponde alle esigenze dei cittadini rappresentano grosse criticità per i centri urbani, che devono necessariamente interrogarsi su come movimentare persone e merci nel modo più sostenibile possibile, per tutelare così il benessere dei cittadini.
La via da intraprendere, come indicato anche dalla Commissione europea nella Strategia di mobilità sostenibile e intelligente, è senz’altro quella della multimodalità dei sistemi di trasporto, che integri anche la mobilità individuale privata con quella collettiva o disponibile in condivisione. Questa ultima forma di mobilità richiede sicuramente un cambio di paradigma sociale - dal possesso del bene all’accesso al servizio - ma è un cambio che si dovrà necessariamente fare perché i vantaggi che ne derivano sono importanti, ma potranno diffondersi solo se integrati con altri servizi e forme di mobilità, in primis i trasporti pubblici.
Bike sharing, car sharing, scooter sharing, monopattino sharing, car pooling e park sharing sono i diversi modi in cui si declina la mobilità condivisa, sistemi che si stanno diffondendo negli ultimi anni anche grazie alla disponibilità di nuove tecnologie, come le app o le piattaforme Web che facilitano l’incontro tra domanda e offerta di trasporto o le tecnologie legate alla geolocalizzazione.
Il bike sharing è uno degli strumenti che le amministrazioni pubbliche possono utilizzare per favorire lo sviluppo di una mobilità sostenibile, integrandone l’utilizzo con il trasporto pubblico locale e risolvendo così il problema dell’“ultimo chilometro”, cioè quel tratto di percorso che separa la fermata del mezzo pubblico dalla destinazione finale. Le tariffe, le modalità e la durata del noleggio variano in base alla società che erogano il servizio.
Simili modalità di noleggio caratterizzano anche un’altra forma di micromobilità ovvero il monopattino elettrico che, come la bici, si prende e si lascia nelle apposite aree oppure ordinatamente sul marciapiede. Questo mezzo di trasporto è entrato in uso nelle nostre città da poco tempo e si è già diffuso ampiamente, tanto da rendere necessaria una specifica regolamentazione. La Toscana, a tal proposito, ha recentemente predisposto una norma con l’obiettivo di garantire sicurezza sia ai guidatori che ai pedoni.
Per quanto riguarda il car sharing, questo offre molti vantaggi, sia ambientali per la riduzione delle emissioni inquinanti, grazie prima di tutto alla riduzione del numero di auto in circolazione, sia economici, per il fatto che non è più necessario ad esempio pagare bollo o permessi per accedere alle ZTL, parcheggio nelle strisce blu, né il carburante o la manutenzione del veicolo.
Per accedere al servizio è sufficiente scaricare l’app predisposta dalle società che lo forniscono, come ad esempio Enjoy, Adduma car, Sharenow.
Prima di utilizzare un servizio di car sharing è opportuno informarsi sulle condizioni di utilizzo e sulle modalità di trattamento dei dati personali e fare attenzione ai comportamenti passibili di sanzione che fanno aumentare il costo del servizio come fumare all’interno del veicolo, far guidare qualcuno diverso da chi ha prenotato la macchina, far salire a bordo un numero di persone più alto del consentito, parcheggiare fuori dagli spazi consentiti, lasciare i finestrini abbassati di qualche centimetro o dimenticare le luci accese, in molti casi anche trasportare animali.
Anche il car pooling può contribuire a ridurre la congestione stradale e l’inquinamento,
riducendo il numero di mezzi in circolazione, l’automobile infatti viaggia con più passeggeri che altrimenti avrebbero occupato altri veicoli; sia il conducente che i passeggeri, inoltre, hanno un risparmio economico in termini di costo pro-capite di carburante, olio, pneumatici, pedaggi, costi di parcheggio ecc, senza scordare anche il contributo in termini di relazioni sociali che in questo modo vengono rinforzate.
Questa modalità di viaggio è molto diffusa in ambienti lavorativi o universitari, dove diverse persone, che percorrono la medesima tratta nella stessa fascia oraria, spontaneamente si accordano per viaggiare insieme.
Vi è anche la possibilità che i mobility manager delle aziende cittadine si coordinino tra loro e dialoghino con le amministrazioni locali, che possono mettere a disposizione specifiche aree di ritrovo dove i lavoratori delle diverse aziende si diano “appuntamento”, contribuendo così a fluidificare e alleggerire i percorsi casa-lavoro.
La maggior parte dei servizi di car pooling sono intermediati da piattaforme Web che consentono l’incontro tra chi ha bisogno di un passaggio e chi lo offre, ad esempio blablacar, uber, jojob, up2go, bepoolero. Per quanto riguarda il costo, in molti casi è prevista una negoziazione tra automobilisti e passeggeri che concordano prima del viaggio l'ammontare delle spese.
Il park sharing, infine, è un sistema che permette agli utenti di condividere, a pagamento, il proprio posto auto facendolo così utilizzare ad altre persone. Tramite un’apposita app (es. Sparky, MioGarage) si può cercare un posto, prenotarlo attraverso il pagamento anticipato e infine recarsi nel posto scelto lasciando il veicolo per il periodo indicato.
Altre app non prevedono un pagamento ma consentono di segnalare se un posto auto si è liberato e sapere quindi se nella zona che interessa c’è uno spazio libero o che si sta liberando (ParkTag), oppure monitorano e individuano la disponibilità dei posti liberi utilizzando la rete delle telecamere di videosorveglianza (Park Smart).
La pandemia ha provocato una forte contrazione della domanda di mobilità nel 2020 che ha riguardato tutte le modalità di trasporto, ma alcune di queste hanno subito un calo più forte, proprio come la sharing mobility, che, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale sulla sharing mobility, ha registrato un calo annuale complessivo delle percorrenze del 30,6%.
I primi dati del 2021 ci suggeriscono però che l’uso di tutti i servizi di sharing è cresciuto sensibilmente in questi mesi, ritrovando nelle prime due settimane di giugno i valori medi pre-pandemia; lo scooter sharing è il servizio che ha recuperato terreno più velocemente, seguito dal bike sharing e, ultimo, dal car sharing.
Questi dati, insieme all’allentamento delle misure anti-Covid, ci fanno ben sperare sulla ripresa di questa modalità di trasporto che, come visto, porta vantaggi all’ambiente e alle tasche dei viaggiatori.
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