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Collaborazione pubblico privato per una mobilità elettrica sostenibile
È in corso la Settimana europea della mobilità, iniziativa annuale della Commissione europea per la mobilità urbana sostenibile. La collaborazione tra pubblico e privato per la predisposizione di un nuovo assetto economico-produttivo e orientare le scelte per creare una nuova utenza sono le sfide per giungere ad una mobilità sostenibile
Per modificare il sistema vigente e giungere ad una mobilità sostenibile occorre innescare una collaborazione tra pubblico e privato intorno alle catene del valore per rimuovere quelle barriere che impediscono il cambiamento, per sviluppare nuove politiche capaci di avviare un ricambio di quelle obsolete già in uso.
Perché questo avvenga occorre lavorare a livello nazionale ed internazionale innescando la cooperazione tra i dipartimenti governativi. I progressi raggiunti andranno poi monitorati e misurati in ogni singolo settore per dirigersi verso l’economia circolare con un approccio integrato. Dovranno essere creati ed adottati meccanismi di lavoro condivisi, inclusivi ed efficienti, dai portatori d’interessi che operano nel settore della mobilità e che forniscono beni e/o servizi, creando una catena del valore trasversale, sviluppare soluzioni sistemiche scalabili e ripetibili per poter costruire sinergie tra pubblico e privato. È necessaria poi la costruzione di politiche internazionali allineate sulla mobilità sostenibile affinché i principi dell’economia circolare risultino la normalità nelle singole politiche nazionali.
Nuove opportunità per le batterie esauste dei veicoli elettrici Electric Vehicle EV
È in questo scenario che s’inserisce il progetto “Dall'e-mobility al riciclo: il circuito virtuoso del veicolo elettrico” della Commissione Europea ricompreso all’interno dell’accordo sull’innovazione (Innovation Deals) che analizzerà se la legislazione dell'UE esistente ostacola il riciclo o il riutilizzo delle batterie di propulsione per i veicoli elettrici ed esaminerà anche eventuali questioni relative al recepimento di queste leggi a livello nazionale e regionale. In particolare l'accordo verificherà l'esistenza di possibili barriere legislative e regolamentari a livello UE e nazionale all'uso di batterie per la propulsione da avviare a nuove applicazione di seconda vita. In caso di ostacoli dovranno essere individuate possibili modalità di superamento di tali barriere, valutandone la fattibilità e se necessario proponendo opzioni per disattivarle e/o superarle. Il programma prevede accordi di cooperazione tra le istituzioni europee, centri di ricerca ed autorità pubbliche nazionali per valutare se le direttive europee sui veicoli elettrici e sulla loro filiera produttiva siano d’intralcio alla loro portata innovativa.
Il progetto sul “circuito virtuoso del veicolo elettrico” è stato avviato da un consorzio di 8 partners provenienti sia dal settore pubblico che privato e Francia ed Olanda sono i paesi capofila. I soggetti partecipanti francesi sono il gruppo Renault-Nissan, Bouygues, il Ministero dell’ecologia e della transizione ed il Ministero dell’economia e delle finanze. I soggetti olandesi sono Lomboxnet, il Ministro delle infrastrutture e della gestione delle acque, il Ministero degli Affari Economici e politiche del clima e la Provincia di Utrecht . Sul fronte della Commissione Europea la Direzione Generale per la ricerca e l’innovazione (DG RDT) che guida il progetto con il supporto della Direzione Generale per l’ambiente (DG ENV), dell’energia (DG ENER) ed il Centro di Ricerca Europeo (JRC).
Obiettivo del consorzio è rilevare la percezione di eventuali ostacoli o barriere nell’apparato normativo per il riuso delle batterie esauste dei veicoli elettrici.
Le batterie elettriche nel loro primo ciclo rappresentano i propulsori dei veicoli elettrici supportando la decarbonizzazione e la riduzione di inquinanti nocivi del settore dei trasporti. Le batterie agli ioni di litio sono, ad oggi, la tipologia più comunemente usata nei veicoli elettrici e dopo il loro primo utilizzo possono essere avviate facilmente a numerosi successivi usi. Ad esempio le batterie possono essere ri-utilizzate per stoccare energia da rilasciare nella rete quando questa subisce cali od intermittenze dovute agli impianti fotovoltaici o eolici per mancanza di sole o vento.
Inoltre le applicazioni di secondo uso delle batterie riduce drasticamente la necessità di estrarre nuove quantità di materie prime “critiche” come cobalto, litio e nichel necessarie per produrre nuove batterie/accumulatori. In questo senso i Ministeri francesi ed olandesi supportati dai partner dei settori privati identificano e forniscono letture delle legislazioni nazionali ed operano una trasposizione delle direttive europee nelle legislazioni nazionali inerenti gli obiettivi dell’accordo sull’innovazione “Innovation Deal”. Da questo i soggetti dei settori privati eseguono le loro analisi ed i loro rapporti sono inviati alla Commissione Europea.
Nei rapporti il Consorzio avanza le sue indicazioni e raccomandazioni per incentivare i processi di mercato e stimolare l’assorbimento di tali tecnologie. I report sulle modalità di riciclo delle batterie dei veicoli elettrici sono poi il punto di partenza per discussioni e dibattiti con i decisori politici sul ri-uso delle batterie individuate come dispositivi di stoccaggio di energia.
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