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Il 5G per il settore economico e dei servizi
Le modalità di condivisione dello spettro segnano lo sviluppo economico e dei servizi nel nostro paese
L’emergenza sanitaria ha impresso una notevole accelerazione al tema della connessione a banda larga, stimolando il sistema a fare ciò che non avrebbe fatto per anni e questo stimolo sta orientando verso un approccio totalmente nuovo, non solo la Pubblica Amministrazione (P.A.) ma anche le imprese. Nell’arco di un anno e mezzo - due anni si prevede che sarà raggiunta una piena connettività dei territori e l’avanzamento della copertura 5G.
Condizioni di partenza e nuove esigenze
Attualmente non abbiamo solo un disallineamento di struttura di rete con gli altri paesi europei, l’Italia si porta dietro anche un pesante divario sulle competenze informatiche sia nelle imprese che nella P.A.. Si rende necessario imprimere lo stesso ritmo di crescita alla parte infrastrutturale ma anche alla parte della qualità umana che fa riferimento al linguaggio ed alle conoscenze informatiche per la comprensione e la scommessa del futuro. È necessario avviare tutti i processi di apprendimento e conoscenza per far sì che la capacità di connettività, che sarà realizzata ed a disposizione di tutti, possa diventare un legame vero tra la P.A. e le imprese.
L’evoluzione degli eventi, occorre riconoscere, è stata più rapida delle azioni. Non si tratta più di inserire dall’alto e dall’esterno elementi di novità nei processi produttivi, ma una nuova logica di linguaggio che deriva dal basso, in grado di ri-costruire i processi produttivi con dinamismi completamente diversi. Il 5G ci consente infatti di effettuare questa inversione di processo, dal basso verso l’alto, in cui le cose (cioè gli “oggetti connessi”) orientano e comandano e che ci indicano quali utilizzazioni possibili possono essere immaginate con una rapidità di connessione che solo oggi è resa possibile.
La bassissima latenza del 5G mette a disposizione una varietà di opportunità trasversali ed una nuova possibilità di operare. Occorre tradurre tutto questo in un’attività d’impresa e far sì che il settore della P.A. svolga una funzione di supporto e di regolamentazione laddove necessario e non di ostacolo od appesantimento. Mettere a disposizione bande di frequenza in una dimensione locale offre un ulteriore elemento di grandissima novità. Offre la possibilità ai distretti industriali di ragionare in termini di connessione di rete e di sistema propri e protetti con una maggiore facilità di comunicazione, di tracciamento e di monitoraggio dei processi produttivi.
Il sistema economico italiano è fondato su un elevato numero di piccole e medie imprese sparse sul territorio nazionale e che rappresentano il 90% del settore produttivo. È questo comparto che ha necessità di essere coinvolto in questo salto tecnologico in termini di consapevolezza e di competenze.
Il 5G è in grado di offrire una serie molto ampia di opportunità anche per il settore pubblico. La complessa gestione dell’emergenza sanitaria, con la necessità di essere vicini alle persone, di monitorare la salute, di veicolare informazioni, tutto questo potrebbe essere gestito attraverso una rete locale dedicata e quindi attraverso l’assegnazione di uno spettro specifico attribuito alla rete sanitaria dei territori. Allo stesso modo si potrebbero veicolare le informazioni per la gestione, il monitoraggio e la regolamentazione del Trasporto Pubblico Locale (TPL).
Il sistema delle reti locali potrebbe vedere la nascita di reti gestite e condivise fra più imprese. Si tratta di un’innovazione totale che sarà complessa e lunga da affrontare, ma è un’opportunità alla quale non dobbiamo assolutamente sottrarci. L’investimento in innovazione è un atto politico perché non riguarda solo le politiche industriali di un paese e la sua crescita economica in senso stretto, ma riguarda la capacità di ridurre le diseguaglianze e permettere a tutti di avere pari opportunità.
Prospettive per l'Italia
Ulteriori frequenze libere a disposizione degli operatori? Sembra questo l’orientamento da parte del Governo Draghi nel quadro del PNRR, che per lo sviluppo del 5G mette a disposizione 2 miliardi di euro. Queste le risorse che il piano “Italia 5G” mette a disposizione, elemento importante della Strategia per la banda ultralarga approvata dal Comitato interministeriale per la transizione digitale con il coordinamento del ministro Vittorio Colao lo scorso 25 maggio 2021.
Dei 2 miliardi in arrivo dal Recovery Plan, un miliardo verrà destinato ad incentivare la realizzazione del 5G nelle aree “a fallimento di mercato” che verranno definite dopo la conclusione della mappatura in corso. Una quota pari a 600 milioni saranno destinati alla realizzazione di una rete di ritorno o backhauling (nel campo delle telecomunicazioni, una rete di backhaul o rete di ritorno è la porzione di una rete gerarchica che comprende i collegamenti intermedi tra la rete centrale e le piccole sottoreti ai "margini" della stessa rete gerarchica) in fibra su circa 10mila chilometri di strade extraurbane altamente trafficate. Altri 420 milioni saranno messi a disposizione dell’iniziativa europea dei corridoi transfrontalieri 5G.
In questo contesto, resta da capire quale sarà l’orientamento del Governo rispetto all’uso privato su base locale dello spettro radio da parte di soggetti non telco (Telecomunication Company), per lo sviluppo dei settori verticali. Una nuova modalità di uso dello spettro già decollata in Germania, Francia, UK e al vaglio anche dell’Agcom. L’Autorità ha avviato una consultazione rivolta soprattutto alle non telco, per sondare l’interesse verso usi alternativi delle frequenze.
La crescita esponenziale degli “oggetti connessi” in ottica IoT e del traffico online impone scelte previdenti da parte del nostro paese. La fame di banda degli Italiani cresce a ritmi esponenziali, così come il numero di Sim non human (cioé le Sim utilizzate per il trasferimento dei dati raccolti nell’ambito dell’Internet delle cose). Ed è per questo che il nostro paese è chiamato a prendere delle decisioni strategiche importanti, per valorizzare e ottimizzare l’utilizzo dello spettro radio. Una risorsa scarsa ma fondamentale per rispondere alle rinnovate esigenze legate al prossimo avvento del 5G.
Con il 5G, si materializza finalmente la vera rivoluzione dell’IoT, l’Internet delle cose che di fatto rappresenta l’evoluzione del M2M (Machine to Machine - in generale ci si riferisce a tecnologie e applicazioni di telemetria e telematica che utilizzano le reti wireless).
Sono 20 miliardi gli oggetti connessi a livello globale, in crescita esponenziale. In Italia, le Sim ‘non human’ sono aumentate del 34% nel 2020 secondo i dati dell’Osservatorio Agcom. Il trend è quindi segnato, Internet sarà sempre più l’internet degli oggetti connessi.
Nasceranno diversi nuovi servizi abilitati da oggetti connessi “proprietari”. Alcuni esempi riguardano nuovi servizi nella Mobilità, nel Turismo grazie alla realtà aumentata. E ancora, nei Servizi Pubblici e nelle Smart Cities. Nel settore automobilistico, si svilupperà la Guida autonoma o assistita dei veicoli. L’Object Tracking sarà il cuore della Logistica all’interno di porti, distribuzione, consegne. Sensori e Attuatori saranno centrali nell’Agricoltura di precisione. Infine, sarà possibile il controllo capillare di Sistemi e infrastrutture di rete come ferrovie, energia, utilities.
Nuovi operatori locali come ad esempio Porti, Gestori di strade, Enti gestori di Logistica, Ospedali, ma anche Università, Aziende di produzione, Amministrazioni pubbliche sensibili alla tutela dei dati in settori strategici nelle economie nazionali devono porre particolare attenzione alla cybersecurity, che rivestirà un ruolo sempre più centrale nelle politiche degli Stati.
Per approfondimenti: webinar 5G e reti locali
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