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FAO: sicurezza alimentare e rapporto SOFI 2021
I sistemi alimentari non sostenibili mettono a repentaglio l’ambiente la salute, l’istruzione, l’economia, la sicurezza e la pace
Il pre-vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, tenutosi a Roma, dal 19 al 21 luglio 2021, in vista del vertice sui sistemi alimentari in programma a settembre, a New York, nel quadro dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, è stato l'occasione per anticipare la discussione sulla necessità di costruire sistemi alimentari sostenibili che funzionino per le popolazioni, il pianeta e la prosperità, per “ricostruire meglio" dopo la pandemia Covid-19 e realizzare progressi su tutti i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG, Sustainable Development Goals), ognuno dei quali è in stretta correlazione con l'obiettivo di costruire sistemi alimentari equi e sostenibili.
Anche prima della pandemia COVID-19, il mondo non era vicino a porre fine, entro il 2030, alla fame e alla malnutrizione a livello mondiale ma la pandemia COVID-19 e le misure per contenerla hanno drammaticamente amplificato e aumentato queste sfide. Siamo in un momento critico che richiede nuovi approcci e azioni urgenti per raggiungere o avvicinarsi all'obiettivo SDG-2, ovvero “Fame zero entro il 2030” e agli altri SDG strettamente connessi a questo.
Il rapporto "State of Food Security and Nutrition in the World 2021" (SOFI 2021), pubblicato a metà luglio 2021 da Fao, International Fund for Agricultural Development (IFAD), Unicef, World Food Programme (WFP) e Organizzazione mondiale della sanità (Oms), presenta la prima valutazione globale basata sull'evidenza dell'insicurezza alimentare cronica nell'anno in cui la pandemia COVID-19 è emersa e si è diffusa nel mondo.
Il capitolo 2 del rapporto mette in evidenza come nel 2020 ci sia stato un "drammatico peggioramento della fame nel mondo, in gran parte probabilmente correlato alle ricadute del Covid-19". "La fame è aumentata in modo preoccupante sia in termini assoluti che in percentuale, superando la crescita della popolazione: si stima che lo scorso anno circa il 9,9% di tutte le persone siano state denutrite, rispetto all’8,4% del 2019".
Più della metà di tutte le persone denutrite (418 milioni) vive in Asia; più di un terzo (282 milioni) in Africa e una percentuale minore (60 milioni) in America Latina e nei Caraibi. “L’aumento più marcato della fame – secondo SOFI - si è verificato in Africa, dove la prevalenza stimata della denutrizione – al 21% della popolazione – è più del doppio di quella di qualsiasi altra regione".
Partendo da questo “triste quadro”, definito dai dati, il rapporto SOFI 2021 si concentra sulle possibili soluzioni, partendo dall'analisi dei fattori chiave dell'insicurezza alimentare e della malnutrizione, definiti nel capitolo 3, dove il focus si concentra su conflitti, variabilità e eventi climatici estremi, disuguaglianze, rallentamenti e recessioni economiche e, da ultimo, anche la pandemia COVID-19.
Il report SOFI dimostra come i principali fattori che minacciano la sicurezza alimentare e la nutrizione siano interconnessi e abbiano impatti circolari su altri sistemi come quelli ambientali e sanitari. Questo crea associazioni circolari tra i diversi fattori, che hanno una propria traiettoria o ciclicità, pertanto, sono necessarie azioni più coraggiose e più ampie per costruire la resilienza ai loro effetti negativi.
Nel capitolo 5, il rapporto identifica sei percorsi che, da soli o spesso in combinazione, affrontano specificamente gli impatti negativi dei principali fattori alla base del recente aumento della fame e del rallentamento dei progressi per ridurre la malnutrizione in tutte le sue forme.
Vengono riassunte, quindi, una serie di azioni, che variano a seconda del driver (o combinazione di driver) che ogni paese si trova a dovere affrontare, ma che richiedono ai politici di andare nella direzione di:
- integrare le politiche umanitarie, di sviluppo e di costruzione della pace nelle aree di conflitto - per esempio, attraverso misure di protezione sociale per evitare che le famiglie vendano i pochi beni in cambio di cibo;
- aumentare la resilienza climatica - per esempio, offrendo ai piccoli agricoltori un ampio accesso all'assicurazione contro i rischi climatici e ai finanziamenti basati sulle previsioni;
- rafforzare la resilienza dei più vulnerabili alle avversità economiche - per esempio, attraverso programmi di sostegno in natura o in denaro per ridurre l'impatto degli shock di tipo pandemico o della volatilità dei prezzi alimentari;
- intervenire lungo le catene di approvvigionamento per abbassare il costo degli alimenti nutrienti - per esempio, incoraggiando la piantumazione di colture bio-fortificate o rendendo più facile l'accesso ai mercati per i coltivatori di frutta e verdura;
- affrontare la povertà e le disuguaglianze strutturali - per esempio, stimolando le catene di valore alimentare nelle comunità povere attraverso trasferimenti di tecnologia e programmi di certificazione;
- rafforzare gli ambienti alimentari e cambiare il comportamento dei consumatori - per esempio, eliminando i grassi trans industriali e riducendo il contenuto di sale e zucchero nella fornitura di cibo, o proteggendo i bambini dall'impatto negativo del marketing alimentare.
Infine, il rapporto chiede anche l’impegno a creare un "ambiente favorevole dove i meccanismi di governance e istituzionali" abbiamo la possibilità di raggiungere la trasformazione, il cambiamento, ed incoraggia i responsabili politici a consultarsi, a dare potere alle donne e ai giovani e ad espandere la disponibilità di dati e di nuove tecnologie, ma, soprattutto, esorta il mondo ad agire ora.
Per approfondimenti leggi il Rapporto SOFI 2021
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