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Mobilità su due ruote: intervista a Presidente Fiab di Grosseto
Lo stato della mobilità dolce su due ruote nei comuni della provincia di Grosseto
Continuano le nostre interviste sullo stato della mobilità dolce su due ruote rivolte ai Presidenti delle sezioni FIAB presenti sul territorio della Regione Toscana; questa è la volta di Grosseto, rappresentata da Angelo Fedi.
In FIAB dal 2003, ha collaborato nella realizzazione delle prime iniziative di promozione degli itinerari cicloturistici in Toscana quali la Ciclopista dell’Arno (2008) e la Ciclopista Tirrenica (2009).
Nel 2009 è tra i fondatori dell’Associazione Culturale FIAB Grosseto Ciclabile della quale è eletto presidente, ruolo che ricopre attualmente. Dal 2014 al 2016 è responsabile del Progetto Scuola “In-Segnal-Etica: il rispetto delle Regole su Strada”, un progetto educativo all’uso consapevole della bicicletta, rivolto ai bambini delle scuole primarie e realizzato in collaborazione con la Prefettura e la Questura di Grosseto, con il patrocinio del Comune di Grosseto e l’Ufficio Scolastico Regionale.
Tra il 2014 e il 2015 è responsabile del progetto promosso dalla Provincia di Grosseto “Greenways Maremma”, che ha come obiettivo la raccolta dati, verifica percorsi e redazione di un report cartografico georeferenziato per l’individuazione di una serie di itinerari percorribili in bicicletta tra le arre protette della provincia di Grosseto. Nel 2016 è responsabile organizzativo del “Cicloraduno Nazionale FIAB in Maremma”. Dall’ottobre 2016 al novembre 2020 ricopre il ruolo di Coordinatore delle Associazioni FIAB della Toscana, rappresentando le associazioni toscane in seno al Consiglio Nazionale della Federazione, e FIAB ai tavoli con la Regione Toscana e negli incontri pubblici a livello regionale.
Come valuta la rete di piste ciclabili presenti nella provincia di Grosseto? Sono in grado di soddisfare la richiesta di mobilità su due ruote nel territorio?
Grosseto è la provincia più vasta della nostra regione con 28 comuni di cui sette, tra i quali alcune frazioni del capoluogo di Provincia, che si affacciano sul mare. La bicicletta, quindi, rappresenta da sempre uno strumento molto utilizzato per gli spostamenti quotidiani soprattutto in estate e nella stagione balneare. Le città direttamente sul mare come Follonica e Castiglione della Pescaia hanno raggiunto un discreto livello di ciclabilità urbana, con infrastrutture in continua evoluzione proprio con l’intento di completare quella “rete” ciclabile indispensabile per garantire un vero salto di qualità, nella ripartizione modale del traffico urbano, a favore della bicicletta.
Una condizione simile si ritrova anche nel comune capoluogo, dove è solo dal 2011 che si programma con l’ottica di “rete”, tanto che il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), recentemente approvato, ha evidenziato la fragilità della rete ciclistica cittadina, ancora troppo debole e incompleta per poter essere definita funzionale e sicura, un dato di fatto sotto gli occhi di tutti i nostri concittadini e certificato pure dalla pagella di Comuni Ciclabili FIAB che, pur assegnando una lusinghiera bandiera gialla con 3 bike-smile per l’eccellenza nel settore del cicloturismo e una buona performance per le azioni di governace e moderazione del traffico, evidenzia la carenza strutturale delle ciclabili urbane.
Per quanto riguarda, invece, il tema della mobilità su due ruote e la scuola, ci sono sul territorio iniziative di bici bus? Le piste ciclabili esistenti passano in prossimità delle scuole oppure non tengono conto dell’ubicazione delle stesse?
Attualmente mi risultano iniziative di pedibus solamente a Grosseto, all’ingresso di alcuni importanti plessi scolatici della città sono stati realizzati degli interventi di moderazione del traffico per agevolare entrate e uscita in sicurezza degli alunni, cercando di metterli al riparo dai soliti parcheggiatori selvaggi. La Cittadella dello Studente all’estremo sud della città di Grosseto, che raggruppa buona parte degli istituti superiori provinciali, è lambita da uno dei lati esterni della futura “rete” ciclistica di cui si è accennato sopra.
Come valuta le cosiddette piste pop-up, ovvero quelle delineate da una semplice segnaletica su strada, che, di recente, sono nate in molte città? Queste piste potranno invogliare le persone a cambiare le abitudini di spostamento o saranno viste come poco sicure e quindi non abbastanza utilizzate?
Le nuove corsie ciclabili previste dall’art.229 c.3 lettera “a” punto 2 DL 34/2020 “Decreto Rilancio”, perché di questa si parla, di fatto rappresentano una novità solo italiana in quanto sono utilizzate da anni nei più evoluti paesi europei in tema di ciclabilità, come Spagna, Svizzera, Ungheria, Germania, Francia ecc. paesi nei quali l’indice di ripartizione modale del traffico urbano in alcune città raggiunge il 34 % a favore della bicicletta (come ad esempio a Friburgo), mentre da noi non si sfonda nemmeno il 5% nelle migliori performances. Se questi sono i risultati, certamente i motivi saranno molteplici ma adottare anche in Italia un’infrastruttura semplice ed economica che individua nella carreggiata e non nel marciapiede, ed è questa la vera innovazione, uno spazio dedicato prioritariamente ai ciclisti, non può che portare benefici in termini di visibilità, sicurezza e quindi maggiore attrattività per l’utilizzo del mezzo bicicletta.
Cosa pensa degli incentivi dati, di recente, a livello governativo per acquistare biciclette, monopattini e simili? Per affermare la mobilità su 2 ruote, va incentivato l’uso o l’acquisto di mezzi?
Ritengo siano stati un buon veicolo di promozione a favore della mobilità sostenibile. Un segnale per affermare che è possibile muoversi anche con qualcosa che non sia mosso da un motore a scoppio e che metterlo in atto è un'azione virtuosa nella quale governo e amministrazioni locali investono risorse economiche importanti. A Grosseto e Follonica, anche le amministrazioni comunali si sono mosse in tal senso finanziando bandi per l’acquisto di biciclette.
Detto questo, è innegabile che per favorire la mobilità ciclistica ne vada incentivato anche l’uso. Un esempio lo abbiamo avuto anche a Grosseto dove, nel corso del 2020, il Comune ha finanziato un bando che riconosce un incentivo economico chilometrico a chi utilizza la bicicletta negli spostamenti quotidiani casa – lavoro. Un altro esempio ci viene da Follonica dove l’amministrazione, entrando a far parte di CIAB, il club delle aziende amiche della bicicletta, ha assicurato tutti i propri dipendenti per la responsabilità civile ogni qual volta che usano la bicicletta. Per concludere, segnalo il progetto di sharing elettrico che sta andando a regime nei comuni del comprensorio della Costa d’Argento con il progetto Life for Silver Coast e che, da questa estate, mette a disposizione di residenti e turisti i nuovi servizi di sharing multimodale elettrico ed integrato come scooter e biciclette.
Da una parte le biciclette a pedalata assistita e gli altri mezzi con batteria ricaricabile ci allontanano, al momento, dall’obiettivo zero emissioni, in quanto l’energia è ancora prodotta per lo più da fonti fossili, dall’altra avvicinano alla mobilità dolce un numero di persone che altrimenti non sarebbe state interessate a cambiare il loro modo di muoversi; secondo lei, sono maggiori i vantaggi o gli svantaggi? Meglio avere più persone su biciclette, monopattini e simili anche a batteria con emissioni di gas effetto serra o puntare all’emissioni zero e combattere in modo determinato il cambiamento climatico?
Il mio parere è che, in questo momento, sia meglio e vantaggioso per l’ambiente puntare ad avere più biciclette in circolazione, anche a pedalata assistita, per abbattere o contenere il più velocemente possibile l’inquinamento energetico prodotto dai mezzi a motore. L’impatto energetico nel produrre una batteria da bicicletta o monopattino è da considerarsi residuale se confrontato a quello prodotto da un mezzo a combustione interna, per non parlare dell’enorme divario che c’è tra una batteria per bici e un banco di batterie da automobile, oggi tanto promosse dall’industria automobilistica ma che, al contrario, non fanno che posticipare di qualche anno il problema energetico senza per altro non dare nessuna risposta in termini di fruibilità dello spazio urbano. La vera rivoluzione del traffico urbano individuale sta nell’utilizzo della bicicletta, anche se elettrica.
La strada è sempre più contesa tra veicoli di varia natura, auto, moto, biciclette, monopattini e altri mezzi ancora, talvolta, si rasentano situazioni di conflitto, cosa si può fare per far sì che ci sia un maggiore rispetto tra i diversi fruitori?
Le situazioni di conflitto ci sono e ci saranno se i vari utenti non si riconoscono la legittimità di utilizzo delle strade. La Fondazione Michele Scarponi ONLUS, nel creare e finanziare progetti che hanno come fine l’educazione al corretto comportamento stradale, la cultura del rispetto delle regole e dell’altro, ha lanciato lo slogan “La strada è di tutti, a partire dal più fragile”, un concetto così semplice da apparire semplicistico e che invece, se messo in atto da tutti, è in grado, da solo, di annullare le situazioni di conflitto.
Questa è vera chiave di volta, e questa è anche la filosofia che ha ispirato l’adozione, anche in Italia, delle nuove corsie ciclabili di cui abbiamo parlato prima. Lo spazio stradale, e non solo, va condiviso con civiltà e consapevolezza, a nulla varranno nuovi obblighi tasse e balzelli … non sono valsi a nulla fino ad ora, non varranno nemmeno in futuro.
Per concludere come vede il futuro della mobilità sostenibile, tra le partite anche per la ripresa post Covid 19? Ritiene che saremo in grado di realizzare un cambiamento vero in questo settore?
Anche alla luce di quello che stiamo vivendo a causa della pandemia, credo che il vero cambio di paradigma nei riguardi della mobilità stia nel muoversi di meno e meglio. In pratica, siamo nella situazione di chi muove i primi passi dopo aver passato dei mesi a letto a causa di un infortunio, stiamo imparando nuovamente a camminare. Se si riprende subito a correre cadremo ancora e stavolta sarà per sempre. Dobbiamo cercare di dosare le forze, evitare gli sprechi, ottimizzare l’energia e lo spazio a nostra disposizione, rispettare gli altri. La bicicletta, con il suo andare lento, la sua fragilità, ci può essere d’aiuto. Sono sempre stato un ottimista, ce la possiamo fare.
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