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Prato: ARPAT prende parte all'operazione TEX Majhong sui rifiuti tessili
Le attività di indagine seguite dalla polizia giudiziaria della Procura, Aliquota Polizia Provinciale congiuntamente alla Polizia Municipale di Prato, hanno visto anche l'intervento del Dipartimento ARPAT
Il personale del Dipartimento ARPAT di Prato ha preso parte all’operazione “TEX Majhong”, diretta dal Procuratore Capo di Firenze Dott. Giuseppe Creazzo e coordinata dal sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Leopoldo De Gregorio. L’operazione è partita nel 2018, a seguito di un rinvenimento, da parte della Polizia Municipale di Prato, di etichette di abbigliamento, provenienti da ditte del pratese, all’interno di cumuli di rifiuti abbandonati a Cascina, in provincia di Pisa.
I rifiuti venivano raccolti presso i vari pronto moda e confezioni di abbigliamento dell’hinterland pratese, con un apposito servizio di ritiro “porta a porta”, da soggetti privi di autorizzazioni. I rifiuti venivano poi destinati a capannoni industriali dismessi, siti in luoghi appartati dove arrivavano dopo avere viaggiato per vie secondarie e con documentazione che ne attestava la perdita dello status di rifiuto, nonostante non fossero stati sottoposti ad alcuna delle attività previste dalla normativa, come la cernita selezione ed igienizzazione, ed infine ivi abbandonati.
Si tratta di diecimila tonnellate di rifiuti speciali costituiti da scarti e ritagli di tessuto frammisti a ritagli di carta, frammenti di plastica nonché vari rifiuti di origine domestica tipici della produzione e confezione di capi di abbigliamento, appositamente analizzati e classificati dal personale del Dipartimento ARPAT di Prato, che ha svolto i necessari accertamenti tecnici in collaborazione con gli investigatori.
Una “mole di rifiuti” stipata all’interno di capannoni industriali, container e semirimorchi dislocati tra le provincie di Prato, Pistoia e Pesaro Urbino, oggetto di sequestro grazie anche alla collaborazione della Polizia Provinciale di Pesaro e Urbino e di Firenze.
Gli immobili si presentavano talmente stipati che i rifiuti raggiungevano quasi il colmo dell’edificio; vere e proprie bombe ad orologeria in virtù dell’elevato potere calorifero scaturito da tali materiali in caso di combustione e privi di ogni requisito di sicurezza, ai fini antincendio, per i lavoratori, così come appositamente accertato dai vari Comandi dei Vigili del Fuoco intervenuti a seguito degli specifici accertamenti disposti dalla Procura.
Affari spregiudicati, dettati dalla sovra produzione della moda cinese “made in Italy” in cui i “sacchi neri”, contenenti gli scarti di lavorazione del tessile moda, devono essere velocemente allontanati, ritirati al prezzo migliore e destinati a chi per primo fornisce uno sbocco per lo smaltimento, non importa di quale natura. Elevati i guadagni per tutti i componenti dell’associazione criminosa, con un illecito profitto stimato in 800 mila euro, nell’arco di circa un anno e mezzo.
L’attività di indagine ha consentito di mettere fine ad una vera e propria attività organizzata, che negli ultimi tempi, al fine di eludere i controlli sempre più stringenti in territorio italiano, esportava gli scarti tessili verso la Spagna.
Organizzazione con sistema di gestione certificato e laboratori accreditati
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