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Approvato dal Parlamento il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvato il 24 aprile 2021 dal Consiglio dei Ministri, è stato trasmesso in questi giorni ai due rami del Parlamento che lo hanno approvato
Il Piano nazionale ripresa e resilienza presentato dal Governo guidato da Draghi vale 222,1 miliardi di euro, così ripartiti:
- digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 40,73 miliardi
- rivoluzione verde e transizione ecologica: 59,33 miliardi
- infrastrutture per una mobilità sostenibile: 25,13 miliardi
- istruzione e ricerca: 30,88 miliardi
- inclusione e sociale: 19,81 miliardi
- salute: 15,63 miliardi.
Il Piano Nazionale di ripresa e resilienza si incardina su 6 missioni, di cui una, la missione 2, è dedicata alla Rivoluzione Verde e Transizione ecologica.
La missione 2 si articola, a sua volta, in 4 aree:
- Agricoltura sostenibile ed economia circolare
- Transizione energetica e mobilità sostenibile
- Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
Agricoltura sostenibile ed economia circolare
In quest'ambito l’obiettivo da perseguire è duplice:
- migliorare la gestione dei rifiuti e dell’economia circolare, ammodernando o sviluppando nuovi impianti di trattamento rifiuti, in particolare colmando il divario tra regioni del Nord e quelle del Centro-Sud (oggi circa 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti vengono processate fuori dalle regioni di origine) e realizzando progetti flagship (fiore all’occhiello) altamente innovativi in ambito economia circolare, per esempio sulla gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE)
- sviluppare una filiera agricola/alimentare smart e sostenibile, riducendo l’impatto ambientale in un settore che rappresenta una delle eccellenze italiane. In linea con la strategia “Dal produttore al consumatore”, l’obiettivo è quello di realizzare una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando la competitività delle aziende agricole e le loro prestazioni climatico-ambientali, rafforzando le infrastrutture logistiche del settore, riducendo le emissioni di gas serra e sostenendo la diffusione dell'agricoltura di precisione e l’ammodernamento dei macchinari.
Per garantire una transizione equa e inclusiva a tutto il territorio italiano sui temi della bioeconomia e circolarità, verranno avviate azioni integrate per rendere le piccole isole completamente autonome e “green”, consentendo di minimizzare l’uso di risorse locali, di limitare la produzione di rifiuti e di migliorare l’impatto emissivo nei settori della mobilità e dell’energia.
Transizione energetica e mobilità sostenibile
Con l’accordo di Parigi, i Paesi di tutto il mondo si sono impegnati a limitare il riscaldamento globale a 1,5-2 °C, rispetto ai livelli preindustriali. Per raggiungere questo obiettivo, l’Unione Europea con l'European Green Deal (COM/2019/640 final) ha definito nuovi obiettivi energetici e climatici estremamente ambiziosi che richiederanno la riduzione dei gas climalteranti (Green House Gases, GHG) al 55% nel 2030 e all’azzeramento delle emissioni nel 2050.
Nel periodo 1990-2017, le emissioni di CO2 in Italia si sono ridotte del 24%: un risultato importante, ma ancora lontano dagli obiettivi 2030 e 2050: per raggiungere i nuovi target del Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) in corso di aggiornamento (riduzione maggiore del 51% al 2030), sarà necessario un contributo significativo alla decarbonizzazione di tutti i settori, non solo del settore elettrico (le cui emissioni al 2017 ammontano al circa 24% del totale), ma anche dell’industria (24%), dei trasporti (30%) e del settore commerciale e residenziale (22%)
Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
Per quanto riguarda invece l’efficienza energetica, il piano punta a rafforzare l’efficientamento energetico incrementando il livello di efficienza degli edifici, una delle leve più virtuose per la riduzione delle emissioni in un Paese come il nostro, dove gli edifici hanno, per oltre il 60%, più di 45 anni, sia quelli pubblici (es. scuole, cittadelle giudiziarie), che quelli privati. Alcune delle misure necessarie per riqualificare il patrimonio edilizio sono già contenute nell’attuale misura “Superbonus”.
Sotto questo obiettivo, ricadono tre linee di intervento:
- attuazione di un programma per migliorare l'efficienza e la sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con interventi riguardanti in particolare scuole e cittadelle giudiziarie;
- introduzione di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l'adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato e per l’edilizia sociale, attraverso detrazioni fiscali per i costi sostenuti per gli interventi;
- sviluppo di sistemi di teleriscaldamento efficienti.
Tutela del territorio e della risorsa idrica
L'Italia è caratterizzata da un ecosistema naturale, agricolo e biologico unico. Un territorio di valore inestimabile che rappresenta un elemento centrale dell'identità, della cultura e della storia nazionale, motore dello sviluppo economico presente e futuro.
Un’attenzione particolare merita, quindi, la sicurezza del territorio, intesa come la mitigazione dei rischi idrogeologici (con interventi di prevenzione e di ripristino), la salvaguardia delle aree verde e della biodiversità (es. con interventi di forestazione urbana, digitalizzazione dei parchi, ri-naturificazione del Po), l’eliminazione dell’inquinamento delle acque e del terreno (es. con bonifica siti orfani), e la disponibilità di risorse idriche (es. infrastrutture idriche primarie, agrosistema irriguo, fognature e depurazione), aspetti fondamentali per assicurare la salute dei cittadini e, sotto il profilo economico, per attrarre investimenti.
Sotto quest’asse del piano ricadono anche le azioni per rendere il Paese più resiliente agli inevitabili cambiamenti climatici, proteggere la natura e le biodiversità e garantire la sicurezza e l’efficienza del sistema idrico.
Sicuramente, la transizione ecologica non potrà avvenire in assenza di un'altrettanto importante e complessa ‘transizione burocratica’, che includerà riforme fondamentali nei processi autorizzativi e nella governance per molti degli interventi delineati. La Missione 2 pone inoltre particolare attenzione affinché la transizione avvenga in modo inclusivo ed equo, contribuendo alla riduzione del divario tra le regioni italiane, pianificando la formazione e l’adattamento delle competenze, e aumentando la consapevolezza su sfide e opportunità offerte dalla progressiva trasformazione del sistema.
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