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Mobilità su due ruote: intervista al Vice-Presidente Fiab di Prato
Negli ultimi tempi si parla molto di mobilità ciclabile e della necessità di una sua implementazione. Qual'è lo "stato dell'arte" nei comuni pratesi? Lo abbiamo chiesto a Danilo Presentini, Vice-Presidente della Fiab di Prato
Negli ultimi tempi si sente parlare molto di mobilità ciclabile e della necessità di implementarla ma sappiamo che molto deve essere fatto dalle Amministrazioni locali, in termini soprattutto di infrastrutture di mobilità dolce che siano sicure e molto anche dai cittadini che devono mutare le loro abitudini di spostamento, abbandonando, tutte le volte che sia possibile, i mezzi più inquinanti a favore di una mobilità dolce, come quello su due ruote, salutare per le persone e per l'ambiente.
Per capire a che punto quale sia "lo stato dell'arte" nei comuni del pratese, abbiamo rivolto qualche domanda a Danilo Presentini di Fiab Prato, una delle quasi 200 sedi locali di Fiab, sparse in tutta Italia, a cui ha aderito da quando è nata, nel 1997. Ha aderito a questa associazione perché, fin da subito, si è riconoscuto nei suoi obbiettivi e nelle azioni da svolgere. Attualmente ricopre il ruolo di Vicepresidente con l'incarico alla mobiltà ciclistica e comunicazione. Di sé racconta come, negli anni 60, sia cresciuto in sella ad una bicicletta, nei pomeriggi, dopo la scuola, scorrazzava, in bici, in gruppo con altri ragazzi nelle strade della periferia ed in quella campagna, allora abbastanza estesa ma adesso quasi scomparsa. Ha riscoperto, poi, la bici dopo i trent'anni, i primi anni, l'ha usata in prevalenza durante le vacanze estive, poi sempre con maggiore frequenza divenendo un punto di riferimento.
Che idea si è fatto del progetto per la realizzazione della pistaciclabile che collegherà Prato con Firenze? Pensa che molte persone saranno invogliate a modificare le proprie abitudini quotidiane di spostamento, abbandonando mezzi privati o pubblici in favore di una mobilità su due ruote anche su lunghe percorrenze oppure questa infrastruttura servirà prevalentemente a scopi ludici, sportivi, turistici di prossimità e quindi sarà maggiormente utilizzata nei fine settimana e nei periodi di vacanze?
Il progetto di superciclostrada Firenze-Prato ha visto le associazioni Fiab di Firenze e Prato partecipare in veste di consulenti e rilevatori sul campo per la stesura del progetto. Siamo convinti che le piste ciclabili in sede propria, ben segnalate e curate, abbiano l'appeal per promuovere la mobilità ciclistica in ogni contesto, sia di mobilità quotidiana che ludico/turistica. Questa infrastruttura si collocherà lungo un'area caratterizzata dalla forte presenza di poli attrattori (aree produttive, commerciali e di servizi) collocati in un'area densamente popolata. Ci sono tutti i requisiti per incentivare più persone ad usare la bicicletta in ambito quotidiano, per esempio per recarsi al lavoro. È comunque prevedibile che la superciclostrada FI-PO divenga anche attrazione per le uscite ludico/turistiche delle famiglie nel fine settimana; poi, perché no, potrebbe portare più turismo sostenibile e di prossimità nella stessa Firenze.
Come valuta la rete di piste ciclabili presenti nella provincia di Prato? Sono in grado di soddisfare la richiesta di mobilità su due ruote?
La rete di piste ciclabili, ovvero il mix di tipologie di tracciati costituiti da piste ciclo-pedonali, strade secondarie, sterrati, vialetti di giardini e poche piste ciclabili in sede propria, nella condizione
attuale di frammentarietà e scarsa continuità, è evidentemente insufficiente a promuovere e sostenere la richiesta di mobilità su due ruote. C'è ancora molto da fare, soprattutto nella segnaletica e nel realizzare/completare la continuità della fruibilità di un percorso.
Se poi parliamo di rete ciclabile intercomunale, nei Comuni Medicei, si denota una certa operosità nel realizzare e progettare nuovi percorsi ciclabili. Operosità certamente stimolata dalla apertura del nuovo Ponte Manetti, che collega il Comune di Poggio a Caiano con le Cascine di Tavola nel Comune di Prato, polmone verde, a sud del capoluogo, in grado di collegare diverse parte della città.
Per quanto riguarda, invece, il tema della mobilità su due ruote e la scuola, ci sono sul territorio iniziative di bici bus? Le piste ciclabili esistenti passano in prossimità delle scuole, oppure non tengono conto dell’ubicazione delle stesse?
Ad oggi, ci sono iniziative del tipo "pedibus" mentre sono assenti quelle assimilabili al bici bus. Abbiamo riscontrato, insieme a Legambiente, una certa difficoltà a convincere i genitori a sostenere tale iniziativa.
Sul fronte, invece, delle piste ciclabili utilizzabili nei percorsi casa-scuola, nel nostro comune ne esitono diverse. A fine lockdown, nella scorsa primavera, avevamo proposto di informare/invitare gli studenti delle scuole superiori presenti nel Polo Scolastico di Reggiana e residenti in zona San Paolo ad utilizzare il percorso ciclabile che unisce queste due aree ad ovest della città. La proposta non è decollata come altre finalizzate a sostenere la mobilità ciclistica nel primo periodo post lockdown.
Come valuta le cosiddette piste pop-up, ovvero quelle delineate da una semplice segnaletica su strada, che, di recente, sono nate in molte città? Queste piste potranno invogliare le persone a cambiare le abitudini di spostamento o saranno viste come poco sicure e quindi non abbastanza utilizzate?
Da tenere presente che sono appunto una novità. Vanno ben inserite/disegnate nel contesto dell'ottimizzazione dello spazio strada. La loro visibilità od impatto visivo su tutti gli utenti della strada è determinante per garantire la sicurezza reciproca. In questi casi è importante una seria e programmata manutenzione della segnaletica orizzontale sulla superficie della strada. Siamo convinti che l'insieme di infrastrutture, segnaletica e servizi di qualità siano un incentivo a invogliare le persone ad usare maggiormente la bicicletta.
Cosa pensa degli incentivi dati, di recente, a livello governativo per acquistare biciclette, monopattini e simili? Per affermare la mobilità su 2 ruote, va incentivato l’uso o l’acquisto di mezzi?
La posizione di Fiab mette al primo posto il sostenere l'uso della bicicletta, soprattutto in ambito quotidiano, puntando ad ottenere infrastrutture ciclabili di qualità, sicure e facili da fruire. Poi, ben vengano gli incentivi all'acquisto delle bici o monopattini ma il primo focus rimane l'incentivo all'uso di tali mezzi.
La strada è sempre più contesa tra veicoli di varia natura, auto, moto, biciclette, monopattini e altri mezzi ancora, talvolta, si rasentano situazioni di conflitto, cosa si può fare per far sì che ci sia un maggiore rispetto tra i diversi fruitori?
Questa è una problematica quasi "storica", soprattutto nei paesi mediterranei come l'Italia. La strada deve essere uno spazio "organizzato", come già detto in una delle precedenti risposte, con spazi "ben segnalati e disegnati". La strada con segnaletica orizzontale inefficiente e poco percepibile, diviene, per sua natura, uno spazio libero nel quale ognuno si colloca in base a valutazioni personali ed in conflitto con altri utenti della strada, anche della stessa tipologia, come ad esempio mostrano le tensioni che nascono per l'utilizzo dello spazio "strada" tra gli stessi conducenti di veicoli a motore. L'altro importante aspetto è costituito dall'educazione stradale e dal senso civico che ne consegue.
Come vede il futuro della mobilità, che è tra le partite chiave per la ripresa post Covid 19? Ritiene che saremo in grado di realizzare un cambiamento in questo settore?
Da oltre nove mesi, con l'uscita del Decreto Semplificazioni, sono quattro le novità introdotte per favorire l'uso delle bici in città: corsie dedicate, postazioni protette al semaforo, doppio senso per le due ruote e strade ciclabili. Regole che si possono applicare a costo (quasi) zero, ma nei Comuni (Prato inclusa) le novità restano al palo, per disinformazione o resistenza al cambiamento. Solo in alcune grandi città del nord (Torino, Milano e Bologna) si sono fatti interventi decisi, mentre a Firenze, solo qualche tentativo.
La normativa sta evolvendo in senso europeo, però, come detto sopra, sono i Comuni a dover intervenire nel mettere in pratica le novità. I risultati entro il 2030? Forse potremo vedere qualche risultato solo se obbligati dall'Europa che ci impone di destinare parte del Recovery Found in tale direzione.
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