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Invertire la tendenza all'aumento di sostanze inquinanti nelle acque sotterranee: analisi statistiche a supporto del monitoraggio
Gli impatti di lunga durata delle attività antropiche sulle acque sotterranee richiedono azioni precoci
La qualità delle acque sotterranee è minacciata da molti processi, sia diffusi, come la dispersione di nitrati e pesticidi dai terreni coltivati, sia localizzati, come ad esempio discariche o siti contaminati.
Per tutelare la qualità delle acque sotterranee, risulta fondamentale monitorare lo stato chimico ma anche valutare i trend in inversione e in incremento degli inquinanti, così da identificare quegli acquiferi per cui sono maggiormente necessarie misure di protezione.
Dal momento che gli effetti positivi delle azioni di miglioramento possono essere rilevati solo dopo alcuni anni dalla loro attuazione, a causa del naturale ritardo nella formazione e nel ripristino delle acque sotterranee, è necessario identificare preventivamente i trend in incremento degli inquinanti.
Dal canto suo, la Direttiva quadro sulle acque impone agli Stati Membri di identificare e invertire ogni tendenza significativa all'aumento della concentrazione di inquinanti nelle acque, definendo specifiche misure di protezione da includere nei Piani di gestione dei bacini idrografici.
Gli stati membri, che in virtù dell’applicazione della Direttiva hanno promosso con i Piani di gestione interventi per la limitazione delle fonti inquinanti, la depurazione ed il disinquinamento, possono così avere riscontro dell’efficacia degli interventi.
In Italia nel 2017 sono state pubblicate le Linee guida ufficiali per la valutazione dei trend in inversione e in incremento (Manuali e Linee Guida ISPRA-SNPA), come previsto dal DM 6 luglio 2016.
L'applicazione di una versione leggermente modificata di queste Linee guida ad un corpo idrico sotterraneo nel nord Italia caratterizzato da inquinamento da nitrati è stata oggetto di una pubblicazione scientifica con l'obiettivo di discuterne e valutarne vantaggi e limiti.
Lo studio ha così suggerito che la procedura complessiva delle Linee guida italiane può essere facilmente applicata a qualsiasi corpo idrico sotterraneo definito a rischio in tutta Europa, per la valutazione dei trend in incremento degli inquinanti e per l'identificazione dei loro trend in inversione, anche quando sono disponibili pochi dati di monitoraggio chimico.
La procedura, che si applica in ogni caso a non meno di 8 anni di dati, consente cioè di individuare una tendenza all'incremento come preallarme per i processi di contaminazione.
Gli autori dello studio sottolineano come una buona e numerosa informazione prodotta dalle reti ufficiali di monitoraggio sia cruciale dal momento che la mancanza di dati o le scarse tecniche di campionamento non possono poi essere superate con pur sofisticate tecniche di analisi matematica.
Un trend in incremento di un contaminante rappresenta uno stato di evidente disequilibrio tra le fonti di pressione e le capacità di attenuazione dell’ambiente; tale incremento può condurre al progressivo superamento delle soglie di accettabilità per l’ambiente e per il consumo umano compromettendo gravemente le risorsa. In questi casi, quando la tendenza all’aumento è in grado di determinare entro un orizzonte prossimo il superamento delle soglie, si parla di incremento ambientalmente significativo.
L’inversione rappresenta al contrario l’evidenza di un significativo cambiamento di rotta da una tendenza all’aumento come da una stazionarietà delle concentrazioni su valori indesiderati.
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