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Il tema del 5G e la partecipazione
La documentazione di approfondimento tecnico-scientifico riconosciuta dalle parti e le raccomandazioni come esito per realizzare una compiuta digitalizzazione della Regione
Il seminario patrocinato da ANCI Toscana ha visto la partecipazione dal Direttore di ANCI Toscana Simone Gheri, di Emiliano Fossi - Responsabile Partecipazione e beni comuni ANCI Toscana e Sindaco di Campi Bisenzio, Mauro Savini – Referente ANCI infrastrutture digitali in banda larga ed ultralarga – Area innovazione tecnologica, Silvia Givone – Sociolab società in house di Anci che si occupa di processi partecipativi, Giordano Del Chiaro – Assessore all’urbanistica Comune di Capannori, Filippo Vignoli – Responsabile Innovazione Anci Toscana e Sindaco di Bibbiena, Stefano Ciuoffo – Assessore regionale all’innovazione.
Importanza dell’informazione
La sperimentazione tecnologica ministeriale che ha avuto luogo nelle 5 città, purtroppo, non è stata accompagnata né dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) né dalla stessa Autorità per le Garanzia nelle Comunicazioni (AGCOM) che ha definito poi il quadro regolatorio il Italia per il 5G, da un’attività di comunicazione, afferma Mauro Savini. Un’attività di comunicazione che coinvolgesse appunto i Sindaci ed i Comuni.
Questa mancanza ha lasciato spazio a delle incomprensioni che hanno necessitato di diversi mesi per essere smontate e depotenziate. Ad esempio, continua Savini, i 120 piccoli comuni che si sono opposti all’installazione della tecnologia 5G hanno ostacolato un provvedimento dell’AGCOM che aveva individuato degli obblighi in capo agli operatori per andare a coprire col segnale 5G aree bianche scoperte, isolate e sperdute. Quindi, continua Savini, paradossalmente, una misura a tutela di questi territori è stata letta come una misura impositiva in termini di sviluppo e sperimentazione tecnologica.
In tal senso ANCI ha fatto una richiesta politica molto forte al Governo per attivare ed avviare una campagna d’informazione istituzionale sul 5G che si rivolga direttamente ai cittadini e parallelamente anche ai Comuni. Savini mette in oltre in guardia che “... la paura sanitaria necessita di essere anche un po' smontata facendo comprendere realmente cosa è il 5G, cos’è questa tecnologia, quali sono i servizi e le applicazioni che può abilitare per iniziare a fare toccare con mano ai cittadini stessi elementi concreti, perché ad oggi, a prescindere da posizioni preconcette, si parla di una tecnologia che ancora nessuno, come utente o fruitore finale, ha potuto sperimentare e riscontrare nella vita di tutti i giorni, resta pertanto fondamentale avviare un’attività istituzionale di comunicazione efficace e strutturata....”.
La partecipazione
Quando le amministrazioni del territorio si devono occupare di infrastrutture sgradite, come inceneritori, impianti crematori, discariche ecc., si assiste alla nascita di comitati che sottolineano ed esternano i loro timori inerenti salute e salubrità ambientale, afferma Silvia Givone, rischi che sono legati all’ambiente ed alla sicurezza e rischi derivanti dall’impatto economico che l’infrastruttura può provocare.
Questi elementi sono richiamati anche per l’infrastruttura informatica del 5G e tali argomentazioni possono essere più o meno fondate e sicuramente legittime. Spesso, afferma Silvia Givone, all’avvento dell’infrastruttura sgradita si contrappone una controargomentazione dove (citando ad esempio un comunicato di Federmanager Lombardia) ”....le scoperte tecnologiche e le innovazioni sono sovente accompagnate da movimenti conservatori e dal protagonismo di persone che cercano di trarre vantaggio dalla iniziale scarsa conoscenza e dal timore del nuovo...”. In questa dinamica continua la Givone, tra le due posizioni è facile che si crei quel circolo vizioso di reciproca deligittimazione, assenza di fiducia e conflittualità.
Occorre allora attivare un processo partecipativo di tipo deliberativo creando uno spazio di confronto, sicuro, protetto e circoscritto nei tempi e nelle modalità e dove a tutti gli attori è riconosciuto la legittimazione del contributo. È in questo spazio che le Amministrazioni legittimano le preoccupazioni dei loro interlocutori fornendo informazioni avvalorate e verificabili.
È in questo spazio che deve essere riconosciuto l’uso della trasparenza nella ricostruzione e riposizionamento dell’informazione. Perché il processo partecipativo di tipo deliberativo possa essere attuato tra i fattori che necessita, l’elemento di una esatta, puntuale ed approfondita informazione risulta nel caso specifico di particolare importanza.
Ai documenti di approfondimento tecnico riconosciuti dalle parti in causa deve essere loro attribuito carattere di validità. Questo è un passaggio fondante del processo, perché negli ultimi tempi afferma Silvia Givone, sul NON riconoscimento dell’informazione tecnico-scientifica c’è chi ha costruito delle carriere politiche.
Il processo partecipativo di tipo deliberativo, afferma Givone, permette oltre che un approfondimento delle informazioni, di avviare un coinvolgimento della popolazione e delle sue istanze, permettendo alle amministrazioni da un lato di recepire i bisogni e le esigenze della popolazione e dell’altro permettere a questa di acquisire ulteriori elementi di approfondimento e d’informazione in modo che l’esito delle raccomandazioni e delle decisioni prese saranno più rispondenti alle esigenze di tutti gli attori che hanno operato nel processo partecipativo.
Completare la digitalizzazione dei territori
L’assessore Ciuoffo ricorda che investimenti di risorse pubbliche, l’apertura di cantieri, il disagio per la stesura di reti e la cantierizzazione di opere per la connessione domestica è imperdibile per completare la fase di infrastrutturazione digitale della nostra Regione, se vogliamo rimanere una Regione dotata di opportunità in vari ambiti. Senza un’adeguata connessione digitale i nostri cittadini si ritroverebbero ad avere meno diritti di altri, se indichiamo i diritti fondamentali a cui i nostri cittadini devono avere accesso.
Diritto ad esempio all’istruzione od alla sanità; non si può non affermare che la connessione non rappresenti oggi uno di questi diritti. La mancanza di connessione e di connettività, continua Ciuoffo, determina cittadini diversi dagli altri, chi vive in territori dove la connessione non arriva ha meno diritti a ciò che questa mette a disposizione. Il ruolo delle Istituzioni diventa allora quello di riequilibrare l’accesso alla ricchezza ed alla varietà delle possibilità cioè di offrire a tutti gli stessi spazi e le medesime opportunità di futuro possibile. Consapevoli che se non si dispone di un accesso alle reti certo e sicuro questa disparità non potrà essere superata.
Per Approfondimenti:
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