Contaminazione delle spiagge: cause, fonti, effetti ed interventi
ARPAT tra gli stakeholder collaboratori del progetto realizzato da Università di Pisa e Comune di Pietrasanta (LU)
Obiettivo del progetto “Contaminazione delle spiagge: danni ecologici, sanitari ed economici Cause, fonti, effetti ed interventi”, condotto tra il 2019 e il 2022 dal Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa insieme al Comune di Pietrasanta, è stato quello di migliorare la gestione dei rifiuti sulle spiagge, in particolare nei Comuni a forte vocazione turistica. Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e ha visto, tra gli stakeholder collaboratori, anche ARPAT.
Per studiare il fenomeno della contaminazione delle spiagge sul litorale versiliese, il Dipartimento di biologia dell’Università di Pisa ha applicato il modello DPSIR, partendo dal presupposto che sia elementi naturali quali l’idrografia, la meteorologia e le correnti costiere, sia elementi antropici, come la popolazione, il turismo, i porti (determinanti) producano delle pressioni sulle spiagge, determinando cambiamenti nel loro stato in termini di quantità di materiale antropico spiaggiato e di contaminazione microbica del materiale stesso. Da queste modificazioni dell'ambiente è possibile risalire agli impatti (ecologici, sanitari ed economici) di tali attività sugli ecosistemi e sull’uomo che, essendo solitamente negativi, determinano un bisogno di risposte ovvero di interventi mirati a ripristinare le condizioni di sostenibilità.
I microrganismi potenzialmente patogeni a cui siamo esposti sulla spiaggia, per contatto o ingestione, possono provenire sia dall’uomo e dall’animale che dall’ambiente naturale. Ad oggi sono pochi gli studi relativi al rischio sanitario dall’esposizione a sabbia e nessuno studio ci dice invece qualcosa circa il materiale spiaggiato. In questo quadro, il progetto ha dato dunque un importante contributo, poiché ha previsto uno studio microbiologico di campo attraverso cui sono stati analizzati campioni di acqua di mare, materiale spiaggiato (lavarone) e sabbia, prelevati sul litorale versiliese in tre punti di campionamento (Fiumetto, Pontile, Motrone) al fine di ricercarvi indicatori di contaminazione fecale, funghi e virus, in particolare Adenovirus, Enterovirus, Norovirus, SARS-CoV-2.
I risultati hanno riportato delle differenze spaziali nella contaminazione microbiologica tra i tre punti di campionamento ma anche differenze nella contaminazione microbiologica in base al tipo di campione. La sabbia ed il materiale spiaggiato sono risultati contaminati da microorganismi di provenienza naturale (funghi) ed umana (batteri fecali e virus) e i corsi d’acqua locali sono risultati responsabili della contaminazione fecale anche del materiale spiaggiato e della sabbia.
I livelli degli enterococchi rilevati nella sabbia sono comunque inferiori al limite indicato dall’OMS. L’infettività virale non è stata rilevata, dunque il rischio di infezione è risultato basso nell’area di studio. Il fatto poi che il materiale spiaggiato venga continuamente rimosso durante la stagione estiva, fa sì che il rischio per la salute possa ritenersi trascurabile.
Il progetto ha previsto poi il monitoraggio, la caratterizzazione e lo studio della provenienza del rifiuto spiaggiato. Ad influenzare infatti la deposizione di detrito e rifiuti sulle spiagge possono contribuire diversi fattori, come la vicinanza a corsi d'acqua e porti, fattori idrodinamici, fattori sociali ed economici.
Il progetto ha previsto dunque il campionamento di rifiuti spiaggiati dopo forti mareggiate e tempeste e prima della pulizia della spiaggia nei tre punti utilizzati per l'altro studio (Fiumetto, Pontile, Motrone), secondo le modalità previste dalla Marine Strategy. Lo studio ha permesso di osservare una variazione della composizione dei rifiuti a livello di micro-categoria a seconda della stagione.
Oltre allo studio del rifiuto spiaggiato, il progetto è andato anche a monitorare il materiale antropico trasportato dei Fossi Fiumetto e Motrone, anche questo secondo il Programma di monitoraggio definito dalla Marine Strategy, e a stimare il contributo dei due fossi alla formazione del rifiuto spiaggiato durante una mareggiata. La stima totale di rifiuti trasportati dai due fossi durante il periodo di studio è di 2.904 oggetti.
Passando dalla scala locale alla scala regionale, il progetto ha studiato poi quanto contribuiscono i corsi idrici e i porti all’accumulo di materiale spiaggiato attraverso l'analisi dei dati sui rifiuti antropici depositati in 5 spiagge della Toscana, dei dati relativi alla distanza tra le spiagge esaminate e i punti di ingresso (porti e fiumi) ed infine delle informazioni sulla direzione delle principali correnti costiere. I risultati ci dicono che:
- Marina di Pietrasanta, Quagliodromo e Vittoria Apuana presentano densità di materiale depositato più elevate rispetto alle altre località;
- la densità di materiale depositato sulle spiagge esaminate è correlata positivamente alla vicinanza al porto;
- la composizione del rifiuto spiaggiato è in relazione alla vicinanza al porto e al fiume;
- la spiaggia di Marina di Pietrasanta presenta una densità elevata di biomassa vegetale e di rifiuti di natura antropica;
- l’apporto di rifiuti antropici da parte dei fossi Fiumetto e Motrone è trascurabile;
- l'azione combinata delle principali correnti marine, e in particolare la convergenza di correnti longshore nella zona antistante Marina di Pietrasanta, potrebbe spiegare il formarsi di deposizioni consistenti di materiale sulla spiaggia.
ARPAT con il suo Settore Versilia Massaciuccoli ha collaborato al progetto mettendo a disposizione i dati raccolti attraverso il programma di monitoraggio previsto dalla Marine Strategy, in particolare il censimento dei rifiuti spiaggiati (modulo 4) nella spiaggia libera di Vittoria Apuana nel Comune di Forte dei Marmi. Questa attività è stata avviata nel 2014 e viene regolarmente svolta due volte all'anno in primavera e in autunno. I risultati dei campionamenti sono pubblicati nell'Annuario dei dati ambientali e recentemente abbiamo dato alcune anticipazioni proprio sui rifiuti antropici presenti sulle spiagge toscane.
Il progetto ha poi dedicato un focus ad un particolare materiale spiaggiato, ovvero le microplastiche, i cui effetti sugli organismi viventi sono oggetto di attenzione e studio da parte della comunità scientifica. Le stime sulla presenza di questi materiali sulle spiagge sono assolutamente importanti: le microplastiche principali (HC= idrocarburiche: polietilene, polipropilene, polistirene) presenti in tutte le spiagge italiane sarebbero tra le 600 e le 2000 tonnellate che, se impiegate per produrre una pellicola (20 μm di spessore), potrebbero rivestire da 120,000 a 600,000 km2 o fino a 2 volte l'intera superficie dell'Italia. Se si prendono in considerazione le microfibre di poliestere (PET), si stima invece una quantità di 8-10 tonnellate presenti in tutte le spiagge italiane. Considerando un diametro medio di 20 μm, se tutte le microfibre presenti fossero allineate in singola fibra, si estenderebbero per 19-23 milioni di km o 50-60 volte la distanza Terra – Luna.
Le presentazioni richiamate in questa notizia sono state illustrate nel corso dell’incontro divulgativo sul progetto svoltosi a Marina di Pietarsanta il 29 aprile 2023