I dati della stagione balneare 2023 in Toscana
La qualità delle aree di balneazione si è mantenuta ad un livello molto elevato ma non mancano alcune criticità aggravate dal cambiamento climatico
In Toscana, la qualità delle aree di balneazione, nel 2023, si è mantenuta ad un livello molto elevato, con il 95,3% delle aree (263 su 276) ed il 98,3% dei km di costa controllati in classe “eccellente”. I dati non si discostano di molto rispetto a quelli del 2022 e risultano molto simili a quelli registrati nei precedenti anni, ma, ferme restando le aree “eccellenti”, quelle in classe “buona” diminuiscono (da 12 a 10) ed aumentano quelle in “sufficiente” (da 1 a 3) a causa di concentrazioni talvolta molto elevate dei parametri microbiologici.
Questo, in sintesi, è quanto emerge dal rapporto sulla balneazione 2023, da oggi disponibile sul sito Web.
Al termine della stagione 2023, solo le aree del litorale pisano e quelle della provincia di Firenze (lago di Bilancino e laghetti Renai), sono risultate tutte in classe “eccellente” (100%), come accaduto sempre negli ultimi anni.
Lungo tutta la costa toscana, in diversi casi (9), le aree non eccellenti (69%) sono interessate più o meno direttamente da apporti di acque superficiali interne o di transizione, come in Versilia per la“Foce fosso Fiumetto”, “Fiumetto Sud”, “Foce Fosso dell'Abate” o ad Orbetello:“Lato Sud foce fiume Albegna”, “Feniglia - Lato Ansedonia”, “Foce canale Ansedonia”.
Bisogna notare che i casi di non conformità, nel 2023, sono stati molto più numerosi di quelli della stagione precedente, 49 campioni totali non hanno rispettato i limiti (2,8% sul totale di quelli prelevati), a fronte di 31 nel 2022, 19 nel 2021, 38 nel 2020 e 47 nel 2019. Anche il numero di aree interessate da queste difformità (36) è risultato molto superiore al 2022 (22) e analogo al 2019 (37), così come la lunghezza di costa (oltre 41 km nel 2023, 23 km nel 2022 e 39 km nel 2019) ed i casi di inquinamento con concentrazioni microbiche particolarmente elevate (14 nel 2023, 8 nel 2022 e 16 nel 2019).
Le analogie del 2023 con gli anni precedenti al 2020 sono dovute, con probabilità, alla stagione meteorologica, che nel 2023 si è presentata diversa rispetto alle estati estremamente siccitose del biennio 2021-22 e caratterizzata da precipitazioni abbondanti e diffuse nei mesi di maggio e giugno.
Il legame tra le piogge e i divieti temporanei di balneazione è noto e, per certi versi, di difficile soluzione. Infatti, se molte criticità del sistema di collettamento e depurazione delle acque reflue
- difetti di progettazione
- scarsa e/o cattiva manutenzione
- obsolescenza di impianti e condotte
- carenze infrastrutturali
- commistione tra acque nere e bianche
- abusivismo ed altro ancora
possono essere risolte nel tempo con investimenti economici consistenti, gli effetti dei cambiamenti climatici, come l’alternanza di siccità e “bombe d’acqua” (quantità elevata di pioggia per unità di tempo e di territorio) o vere e proprie alluvioni, impongono un ripensamento dei modelli di sviluppo del territorio e di gestione delle emergenze.
Bisogna promuovere l’utilizzo delle ordinanze di divieto temporaneo in via preventiva (ordinanze preventive), previsto dalle direttive regionali (punto 8 allegato 5 DDRT 5281/2023), che consentono di
- ottimizzare i campionamenti di ARPAT ed evitare, in molti casi, variazioni della classificazione
- minimizzare i rischi per la salute dei bagnanti e gli impatti sulle attività economiche legate alla balneazione.
Nel 2023, finalmente, abbiamo assistito ad un primo passo significativo verso la consapevolezza di un utilizzo delle ordinanze preventive da parte del Comune di Livorno e qualche altro della costa livornese.
Purtroppo, la situazione non si presenta omogenea su tutto il litorale toscano con Comuni che si mostrano più propensi ad adottare la misura dell’ordinanza preventiva ed altri, ancora, piuttosto restii. Analogamente, i gestori del servizio idrico ed i consorzi di bonifica mantengono comportamenti disomogenei, nonostante siano loro i soggetti in grado di informare del pericolo che acque non depurate arrivino in mare, in caso di piogge intense. Al momento, solo pochi (ASA in primis) si sono attrezzati per essere tempestivi nelle segnalazioni e precisi nelle indicazioni.
Vista la rapidità con cui i cambiamenti climatici stanno incidendo nell’area mediterranea, è ormai necessario un forte lavoro di direzione e coordinamento, in particolare della Regione Toscana, nell’uniformare i diversi comportamenti tenuti da gestori, consorzi e Amministrazioni comunali per arrivare alle ordinanze preventive. Questo garantirebbe non solo un’assenza di discrepanze territoriali nell’applicazione del principio di prevenzione, ma anche, e soprattutto, uguale salvaguardia della salute pubblica.