Cave di Quarata (AR) - Stato delle acque sotterranee
Sulla qualità delle acque sotterranee nell'area di Quarata sono disponibili dati che originano
- dall'attività di monitoraggio ufficiale di ARPAT, i cui esiti sono disponibili nella banca dati delle acque sotterranee
- dalle campagne condotte in autocontrollo dai cavatori e da campagne straordinarie condotte nel tempo da ARPAT, i cui risultati sono diffusi attraverso report e relazioni tecniche
La valutazione complessiva dell'insieme di dati che originano da tali attività porta alle seguenti conclusioni:
- l'acquifero, sulla base dei criteri e dei valori limite (CSC) previsti dalla vigente normativa in materia di bonifiche, non è contaminato, salvo la presenza in singoli pozzi di valori di boro superiori alle CSC. In un caso è stata attivata la procedura di bonifica, nell'altro sono stati previsti accertamenti aggiuntivi;
- l'acquifero è stato ed è in parte utilizzato ad uso potabile, ma non per l’approvvigionamento dell’acquedotto, tuttavia, in quanto scarsamente protetto, è da considerarsi intrinsecamente vulnerabile;
- sono presenti segnali di scadimento della qualità delle acque, in particolare per la presenza di idrocarburi in concentrazioni variabili nel tempo su parte dei punti oggetto del monitoraggio, non sempre dosabili alle analisi, ma comunque sempre inferiori alla CSC. Va osservato che la normativa attuale relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano, non prevede valori limite per il parametro “idrocarburi totali”, ma soltanto per alcuni componenti dei combustibili derivati dal petrolio, ritenuti più tossici o cancerogeni e non presenti nell'acquifero in questione.
- non sono risultati presenti altri inquinanti, ad eccezione in alcuni casi di ferro e manganese, comuni in molti acquiferi e di probabile origine naturale;
- la presenza di arsenico e vanadio nelle acque sotterranee, segnalata nel 2008 dai gestori degli impianti in esito alle attività di autocontrollo, non ha mai trovato conferma nei ripetuti controlli effettuati successivamente da ARPAT.
A partire da ottobre 2014 ARPAT ha avviato una nuova campagna di monitoraggio su 17 punti, tra pozzi e piezometri, individuati dal Tavolo tecnico come significativi. L'estensione e il potenziamento del monitoraggio delle acque sotterranee - che prevede anche l'incremento dei parametri ricercati - è stata individuata come un’azione importante per valutare rapidamente l’influenza che la presenza di rifiuti interrati potrebbe avere sulle acque emunte, ossia estratte dai luoghi durante le operazioni di bonifica, nell’abitato di Quarata.
I nuovi dati serviranno a implementare e aggiornare lo stato delle conoscenze sulle pressioni ambientali in atto, tenendo presenti sia gli esiti delle ultime indagini condotte dalla Polizia giudiziaria per conto della procura, che l'effettiva utilizzazione delle acque.