Radon: cosa fare
- Ci sono indicazioni particolari per misurare la concentrazione di radon della propria abitazione?
- A chi rivolgersi per misurare il radon nella propria abitazione o luogo di lavoro
- Come prevenire l’ingresso del radon negli edifici di nuova realizzazione
- Cosa fare per ridurre la concentrazione di radon negli edifici esistenti: alcune indicazioni generali
- A chi rivolgersi per avere informazioni sulla distribuzione di radon in Toscana?
- A chi rivolgersi per avere informazioni sugli effetti sulla salute connessi alla presenza di radon?
Ci sono indicazioni particolari per misurare la concentrazione di radon della propria abitazione?
Il livello di radon in una abitazione può dipendere da molti fattori, che non consentono di fare una previsione affidabile. Perciò, considerato anche il costo basso delle misure, se si vuole conoscere l’esposizione al radon della propria famiglia è conveniente effettuare almeno una misura al piano più basso dell’abitazione, preferibilmente in una camera da letto.
A chi rivolgersi per misurare il radon nella propria abitazione o luogo di lavoro
Per sapere quanto radon c’è nella propria abitazione, il modo più affidabile è misurarne la concentrazione avvalendosi di laboratori (pubblici o privati) accreditati o riconosciuti o, in attesa di riconoscimento, che garantiscano il possesso dei requisiti previsti dall’art. 155 comma 2 D.Lgs. 101/20. La singola misura di radon ha generalmente un costo non superiore a qualche decina di euro. ARPAT non effettua queste misure per soggetti privati ma solo nell’ambito di indagini e attività promosse da o con l’accordo della Regione Toscana.
Come prevenire l’ingresso del radon negli edifici di nuova realizzazione
Per prevenire l’ingresso del radon negli edifici di nuova realizzazione oppure in fase di ristrutturazione che coinvolga l’attacco a terra dell’edificio, si devono adottare alcuni accorgimenti che sono descritti in numerose pubblicazioni, fra cui segnaliamo le Linee guida per la prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti indoor della Regione Lombardia e le Indicazioni e raccomandazioni per la protezione degli edifici dal radon di ARPA Friuli Venezia Giulia.
Cosa fare per ridurre la concentrazione di radon negli edifici esistenti: alcune indicazioni generali
Per ridurre la concentrazione di radon in un edificio esistente - quando non è previsto un intervento complessivo di ristrutturazione - è possibile adottare tecniche di mitigazione, che consistono in semplici accorgimenti o interventi finalizzati a ridurre l’ingresso del radon nell’edificio e/o ad aumentare il ricambio dell’aria interna attraverso l’immissione di aria esterna.
Alcune tipologie di interventi per la riduzione della concentrazione di radon sono illustrate in modo schematico nelle schede che seguono:
- Scheda 1 - Sigillatura delle canalizzazioni verticali, crepe, giunti, impianti; pavimentazione delle cantine e/o impermeabilizzazione della pavimentazione esistente
- Scheda 2 - Ventilazione naturale o forzata del vespaio
- Scheda 3 - Ventilazione delle cantine e dei locali interrati non occupati
- Scheda 4 - Estrazione dell'aria dall'intercapedine sotto il pavimento
- Scheda 5 - Depressurizzazione del suolo mediante pozzetti radon collocati sotto l'edificio
- Scheda 6 - Depressurizzazione del suolo mediante pozzetti radon collocati esternamente all'edificio
- Scheda 7 - Ventilazione delle condutture di drenaggio
- Scheda 8 - Pressurizzazione del suolo sotto l'edificio
- Scheda 9 - Pressurizzazione dell'intero edificio
- Scheda 10 - Ventilazione naturale o forzata degli ambienti interni
- Scheda 11 - Ventilazione forzata degli ambienti interni con l'impiego di sistemi di climatizzazione e recupero del calore.
Per informazioni tecniche si rinvia anche alle Linee guida per la prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti indoor della Regione Lombardia e alle Indicazioni e raccomandazioni per la protezione degli edifici dal radon di ARPA Friuli Venezia Giulia
A chi rivolgersi per avere informazioni sulla distribuzione di radon in Toscana?
Per avere informazioni sulla distribuzione media di radon in Toscana è possibile rivolgersi all’Unità operativa Radioattività e amianto di ARPAT che supporta la Regione per le azioni di contenimento dei rischi connessi all’esposizione al radon. È inoltre possibile visitare il sito Web di ARPAT per consultare i risultati dell’indagine conoscitiva sulla distribuzione della concentrazione di radon negli ambienti di vita e di lavoro.
A chi rivolgersi per avere informazioni sugli effetti sulla salute connessi alla presenza di radon?
Per gli aspetti relativi alla salute connessi alla presenza di radon, è possibile rivolgersi ai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL che sono l’organo di prevenzione, promozione della salute e vigilanza sia in ambienti di vita che di lavoro. Informazioni possono essere reperite anche presso il sito Web dell’Istituto Superiore di Sanità.