Piano di monitoraggio ambientale - Vibrazioni
Le emissioni di vibrazioni derivanti dalle attività di cantiere in corso d’opera si generano durante fasi lavorative quali ad esempio scavi - all’aperto o in sotterraneo - formazione dei rilevati (vibrocompattatori) e scavo dei pali (di fondazione, di grande diametro e micropali).
Il monitoraggio prevede il rilievo di indicatori del disturbo alla popolazione (V1) e del danno indotto alle strutture (V2). Riguardo la valutazione del disturbo alle persone, ARPAT ha fatto inserire nel Piano di monitoraggio - in analogia con quanto fatto per la Terza corsia nella tratta Firenze Nord – Firenze Sud - una procedura di gestione delle emergenze per il superamento dei limiti di riferimento indicati nella norma UNI 9614 (Misura delle vibrazioni negli edifici e criteri di valutazione del disturbo). La procedura prevede che:
- sia verificato che i livelli vibrazionali indotti dalle lavorazioni non abbiano ripercussioni sulle strutture (metodica V2);
- venga prodotta - prima del proseguimento delle lavorazioni - una comunicazione ai ricettori interessati dalla quale risulti: tipo di lavorazione, area interessata, orario e durata delle lavorazioni e che tali lavorazioni non hanno ripercussioni sulle strutture abitative.
Per la stima dell’impatto acustico generato dallo scavo delle gallerie, l’impresa deve seguire inoltre una metodologia definita da ARPAT che definisce una valutazione preventiva dei livelli attesi ai recettori, prevedendo in caso di superamento dei limiti normativi anche l’eventuale accordo tra le parti.
I risultati di monitoraggio sono consultabili sul sito del Comitato di controllo. Con cadenza trimestrale il proponente elabora una relazione sulla quale ARPAT effettua una valutazione per le varie componenti ambientali.