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Dati IRSE 2019

04/12/2024 15:15

Fonti di emissione e trend dei principali composti stimati nell'inventario regionale delle emissioni - IRSE

La sintesi qui presentata è relativa ai principali composti ovvero

Le sorgenti emissive sono classificate secondo la nomenclatura standard europea SNAP '97 (Selected Nomenclature for Air Pollution) che, come livello di aggregazione più ampio, le divide in 11 macrosettori.

PM10

Le emissioni di PM10 sono stimate per il 2019 in 19.506,21 tonnellate derivanti principalmente dalla combustione in ambito domestico e nel settore terziario e agricolo, prevalentemente di biomassa legnosa.
Dal punto di vista delle fonti di emissione infatti, i macrosettori che maggiormente contribuiscono  alle emissioni di PM10 sono:

  • impianti di combustione non industriale (66%)
  • trasporti stradali (trasporti stradali 11%);
  • vegetazione, zone umide e incendi (altre sorgenti/natura 10%);
  • attività di produzione industriale che non prevedono processi di combustione (processi senza combustione 5%);
  • attività di produzione agricola (agricoltura 5%).

Grafico a torta fonti PM10 - vedi dati nel file PDF

Le emissioni di PM10 hanno registrato una diminuzione, tornando ai livelli emissivi del 2015. Tale riduzione ha interessato quasi tutti i macrosettori, con un’incidenza variabile. Gli unici macrosettori che hanno mostrato un incremento sono:

1. trasporti stradali (+6%, da 2.002 t/a del 2017 a 2.117 t/a del 2019);

2. settore agricolo (+10%, da 870 t/a del 2017 a 959 t/a del 2019);

3. attività di produzione industriale che non prevedono processi di combustione (processi senza combustione, +3%, da 936 t/a del 2017 a 966 t/a del 2019).

trend pm10 - anni 1995 -2019

 

Ossidi di azoto - NOx

Le emissioni di NOx sono stimate per il 2019 in 51.207,47 tonnellate derivanti principalmente dai trasporti stradali. Dal punto di vista delle fonti di emissione infatti, i macrosettori che maggiormente contribuiscono maggiormante alle emissioni di NOx sono:

  • i trasporti stradali (56%)
  • i trasporti non stradali come porti, aeroporti, ferrovie, fuoristrada usati in ambito agricolo e industriale (Altre sorgenti mobili e macchine 27%)
  • i processi di combustione funzionali alla produzione industriale (Impianti di combustione industriale e processi con combustione 12%);
  • la combustione in ambito domestico e del settore terziario e agricolo (Impianti di combustione non industriali 9%);
  • le attività di combustione negli impianti di produzione di energia e di trasformazione delle materie prime funzionali alla produzione di energia elettrica, ad es. petrolio (Combustione nell’industria energia e trasformazione fonti energetiche 7%).


Per quanto riguarda gli ossidi di azoto si osserva un lieve incremento delle emissioni. Tale crescita è attribuibile per il 70% all'aumento del carico emissivo del macrosettore legato agli impianti di produzione di energia e di trasformazione delle materie prime funzionali alla produzione di energia elettrica (Combustione nell’industria dell’energia e trasformazione fonti energetiche), che passa da 2.570 t/a del 2017 a 3.773 t/a del 2019. Si registra, inoltre, un aumento delle emissioni derivanti dai trasporti stradali (+3%, da 27.735 t/a del 2017 a 28.466 t/a del 2019).

 

Ossidi di zolfo - SOx

 Le emissioni regionali di ossidi di zolfo sono stimate per il 2019 in 4.377,73 tonnellate derivanti prevalentemente da processi di combustione. Dal punto di vista delle fonti di emissione infatti, i macrosettori che maggiormente contribuiscono alle emissioni di SOx sono:

  • i trasporti non stradali come porti, aeroporti, ferrovie, fuoristrada usati in ambito agricolo e industriale (Altre sorgenti mobili e macchine 27%);
  • i processi di combustione funzionali alla produzione industriale (Impianti di combustione industriale e processi con combustione 25%);
  • le attività di produzione industriale che non prevedono processi di combustione (Processi senza combustione 23%);
  • le attività di combustione negli impianti di produzione di energia e di trasformazione delle materie prime funzionali alla produzione di energia elettrica (Combustione nell’industria energia e trasformazione fonti energetiche, 13%);
  • la combustione in ambito domestico, del settore terziario e agricolo (Impianti di combustione non industriali, 10%).

Per quanto concerne gli ossidi di zolfo, l'andamento complessivo delle emissioni continua a mostrare una diminuzione. Rispetto all'anno 2017, si osserva una riduzione dei contributi provenienti da tutti i macrosettori coinvolti, ad eccezione di:

  • processi di combustione funzionali alla produzione industriale (impianti di combustione industriale e processi con combustione, +34%, da 826 t/a del 2017 a 1.110 t/a del 2019);
  • trasporti non su strada quali ad esempio porti, aeroporti, treni (Altre sorgenti mobili e macchine, +4%, da 1.122 t/a del 2017 a 1.162 t/a del 2019);
  • trasporti stradali (+11%, da 16 t/a del 2017 a 17 t/a del 2019).

Ammoniaca - NH3

Le emissioni regionali di ossidi di zolfo sono stimate per il 2019 in 11.191,99 tonnellate derivanti prevalentemente dall'agricoltura. Dal punto di vista delle fonti di emissione infatti, i macrosettori che maggiormente contribuiscono emissioni di ammoniaca sono:

  • agricoltura 58%;
  • produzione di energia geotermica (Estrazione e distribuzione combustione ed energia geotermica, 18%);
  • combustione in ambito domestico, del settore terziario e agricolo di biomassa legnosa (Impianti di combustione non industriali, 11%);
  • attività di gestione dei rifiuti (Trattamento e smaltimento rifiuti, 7%).

Le emissioni di ammoniaca si mantengono pressoché stabili, con una lieve riduzione rispetto al 2017. Analizzando i vari macrosettori, si osserva una significativa diminuzione del carico emissivo attribuibile al settore geotermico (-38% da 3.291 t/a del 2017 a 2.046 t/a del 2019) rispetto alle emissioni del 2017, mentre si registra un incremento del 14% nel settore agricolo da 5.645 t/a del 2017 a 6.441 t/a del 2019).

Composti organici volatili non metanici - COVNM

Le emissioni regionali di composti organici volatili non metanici per il 2019 sono stimate in 68.763,20 tonnellate, imputabili principalmente all'uso di solventi:

  • uso di materiali contenenti solventi sia in ambito commerciale che in ambito domestico (Uso di solventi 36%);
  • vegetazione, zone umide e incendi (Altre sorgenti/natura 28%);
  • combustione in ambito domestico e del settore terziario e agricolo (Impianti di combustione non industriali 14%);
  • trasporti stradali su gomma (Trasporti stradali 12%).

Le emissioni di composti organici volatili non metanici si sono mantenute stabili, registrando una debole riduzione principalmente attribuibile alla diminuzione del carico emissivo del macrosettore relativo agli impianti di combustione non industriali.

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