Monitoraggio acque di balneazione
Nel periodo che va dal 1 aprile al 30 settembre di ciascun anno, vengono effettuati periodicamente campionamenti in ciascuna area di balneazione, per verificarne la qualità dal punto di vista igienico-sanitario. Gli esiti dell'attività di monitoraggio vengono resi diponibili sul sito Web di ARPAT.
La frequenza dei campionamenti varia in base alla classificazione delle aree. In particolare:
- una volta al mese: aree di classe "eccellente" e "buona" , aree con divieto permanente per motivi igienico-sanitari (al fine di valutarne il risanamento) e nei punti aggiuntivi.
- ogni 15 giorni: aree di classe "sufficiente".
La previsione di campionamenti quindicinali è una misura introdotta nel 2016 dalla Regione Toscana per garantire un più serrato controllo delle situazioni critiche e una più efficace tutela della salute dei bagnanti.
I parametri da controllare, secondo la normativa, sono quelli microbiologici, in particolare Escherichia coli ed enterococchi intestinali. Occorre infatti tenere presente che questo monitoraggio è finalizzato soprattutto alla tutela della salute dei bagnanti ed è diverso da quello effettuato per determinare la qualità ambientale delle acque marino-costiere che prende in considerazione lo stato chimico e lo stato ecologico delle acque.
Il monitoraggio delle acque di balneazione mira a verificare il rispetto dei limiti si legge per i parametri indicati
Corpo idrico | Enterococchi intestinali | Escherichia coli |
Acque marine | 200 MPN/100 ml | 500 MPN/100 ml |
Acque interne (laghi e fiumi) | 500 MPN/100 ml | 1000 MPN/100 ml |
Anche se non utilizzato ai fini del giudizio di idoneità, deve sempre essere valutato il potenziale di proliferazione di cianobatteri, macroalghe e fitoplancton, per escludere rischi per la salute pubblica. Inoltre, vengono effettuate misure e rilievi delle condizioni meteo marine (corrente, temperatura, vento, onde, ecc.)
L'attività segue prassi operative leggermente diversificate nel caso di
Controlli programmati/routinari
La normativa stabilisce che il campione debba essere prelevato a una distanza tale dalla battigia che il fondale abbia una profondità compresa tra gli 80 e i 120 cm, affondando di circa 30 cm sotto al pelo dell'acqua. Nel caso di scogliere a picco o di fondali rapidamente degradanti i prelievi vengono effettuati vicino alla scogliera o alla battigia.
I campioni vengono trasportati nei laboratori ARPAT. In caso di superamento dei valori limite - anche di uno solo dei parametri - ne viene data immediata comunicazione al Comune interessato in modo che possa essere adottata l’ordinanza del Sindaco di divieto temporaneo su tutta l’area di balneazione e apporre nell'area la segnaletica utile a informazione i bagnanti del divieto in atto. Entro 72 ore dal superamento viene effettuato un prelievo suppletivo per verificare la fine dell’evento e la conseguente revoca del divieto. In caso di
- esito negativo, ovvero quando il campionamento conferma il permanere della situazione di inquinamento i prelievi suppletivi verranno ripetuti ogni giorno fino al ripristino della normalità.
- esito favorevole: revoca - sempre con ordinanza sindacale -del divieto dopo il primo esito analitico favorevole successivo all’evento di inquinamento.
Nel caso il primo campionamento suppletivo confermi il rientro nei limiti di legge il Comune può attivare la procedura relativa all'inquinamento di breve durata. Tale procedura - che prevede l'esecuzione di un ulteriore suppletivo entro 7 giorni dalla conclusione dell'inquinamento - consente di escludere il campione ai fini della classificazione dell'area. La procedura può essere applicata al massimo al 15% dei campioni routinari delle ultime 4 stagioni balneari.
Presunto inquinamento accidentale e/o divieto preventivo
Nel caso in cui si riceva una segnalazione - da parte del Comune, del Gestore del Servizio Idrico Integrato, del Consorzio di bonifica, o di altri soggetti - o si abbiano dirette informazioni, raccolte ad esempio durante sopralluoghi effettuati per altri motivi riguardante la presenza di sostanze e/o materiali che potrebbero alterare la qualità delle acque di balneazione, si procedere come segue:
1) si effettua un sopralluogo nella zona interessata con rilievi fotografici;
2) si procede con il campionamento delle acque (campioni suppletivi)
- nel punto più vicino alla probabile immissione di contaminanti
- in quello normalmente utilizzato per i prelievi routinari
- in ulteriori punti a distanza crescente (100m, 200m, …) tra i due precedenti - se non coincidenti - per delimitare esattamente l'estensione dell'inquinamento
- nell'area di balneazione limitrofa (se la zona è vicina al limite tra due aree) o in un punto immediatamente vicino al confine con altra/e area/e;
e al pronto invio dei campioni al laboratorio di biologia ARPAT competente
Una volta che la possibile compromissione della qualità delle acque di balneazione è stata confermata - direttamente dagli operatori che hanno effettuato il sopralluogo o dai risultati dei prelievi - ARPAT, nella persona del Responsabile del Dipartimento competente o del Responsabile del Laboratorio di biologia, chiederà al Comune un'ordinanza di divieto temporaneo di balneazione a fini cautelativi su tutta/e la/e area/e interessate (o eventuali porzioni di aree di balneazione, individuate sulla base delle delimitazioni di cui sopra) ai sensi dell'art. 10 D.Lgs 116/08, informandone i cittadini.
La comunicazione - che viene inviata per conoscenza alla ASL competente, al Gestore del Servizio Idrico Integrato ed alla Regione Toscana - dovrà contenere una descrizione sommaria di quanto rilevato e integrata successivamente dai risultati analitici. Sarà cura del Dipartimento stabilire, in accordo con la UO Biologia, la frequenza di eventuali campioni suppletivi (nel caso i primi campioni abbiano confermato la contaminazione delle acque di balneazione) per la verifica del ripristino dell'idoneità e la conseguente revoca del divieto, ma, di norma, si dovrà procedere con prelievi ogni giorno.
Nel caso in cui il Comune competente abbia già emesso un'ordinanza per delimitare in via preventivale le zone da vietare alla balneazione sulla base di una situazione inaspettata - come ad esempio guasti agli impianti di depurazione, attivazione degli scolmatori di piena e/o dei by-pass dei depuratori a seguito di precipitazioni intens ecc.. - ARPAT segue la procedura già descritta (sopralluogo con rilievi fotografici, campionamento ecc..). In queste circostanze l'eventuale prelievo programmato deve essere spostato in data successiva alla conclusione dell'inquinamento ma non oltre 4 giorni dalla data prevista da calendario.