Osservatorio Toscano Cetacei
Il mare toscano fa parte del Santuario dei Cetacei, o Santuario Pelagos, l’area marina protetta internazionale più grande del mediterraneo (ASPIM – Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea, ai sensi della Convenzione di Barcellona) compresa tra la penisola di Giens (Francia), la costa settentrionale della Sardegna e la costa continentale italiana, fino al confine tosco-laziale.
Il Santuario è una zona molto produttiva e ospita un elevato numero di mammiferi marini e altri grandi pelagici. Come prevedibile, questa grande abbondanza di specie rende il fenomeno degli spiaggiamenti molto frequente.
Per questo, la Regione Toscana ha attivato uno strumento di controllo, coordinato da ARPAT, che integra le competenze tecniche e scientifiche dei diversi attori toscani impegnati nella conservazione della fauna marina pelagica: università, centri di ricerca, Capitanerie di Porto, associazioni di categoria delle attività produttive e associazioni ambientaliste, per un totale di circa 40 soggetti partner.
L’Osservatorio Toscano Cetacei può essere considerato una sorta di evoluzione del lavoro svolto negli anni dalle diverse realtà regionali, che oggi hanno messo a disposizione la propria esperienza per sviluppare un sistema di controllo più efficace nello studio della biodiversità, e quindi della qualità del mare.
L’Osservatorio si occupa di formazione, promozione della ricerca scientifica e, attraverso l’attività coordinatrice di ARPAT, anche di interventi per il recupero, l’analisi e lo smaltimento delle carcasse. In particolare, si impegna per:
- tutelare la flora e la fauna marina, con particolare riferimento ai predatori top (cetacei, tartarughe e grandi pesci cartilaginei) presenti nell’area toscana del Santuario Pelagos;
- conservare un’abbondanza delle prede (fauna ittica, molluschi e crostacei) sufficiente a consentire l’autorinnovarsi delle popolazioni, in modo da garantire la sopravvivenza dei predatori e quindi il mantenimento dell’equilibrio ecologico;
- valorizzare lo stato di conservazione degli habitat naturali per garantire il ricambio delle generazioni.
I dati raccolti tramite l’Osservatorio confluiscono in una rete nazionale di monitoraggio e nella Banca Dati Spiaggiamenti, gestita dall’Università di Pavia per conto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.