Il docu-film "Stracci"
Il docu-film Stracci dipinge il comparto moda “senza veli”, per quello che è: uno tra i più inquinanti al mondo ma mostra anche, raccontando la storia del distretto tessile di Prato, come il settore possa essere sostenibile per l'ambiente
Stracci è un docu-film, uscito nel 2021, molto attuale anche alla luce della recente pubblicazione da parte della Commissione europea della sua strategia per la sostenibilità nel tessile.
La regia è di Tommaso Santi mentre la sceneggiatura è di Tommaso Santi e Silvia Gambi, che è anche voce narrante. Il documentario è visibile sulle principali piattaforme streaming.È consigliato a chi vuole capire di più sul ciclo di vita degli abiti che indossa, a chi si domanda quanto incidano il comparto tessile moda ma anche le singole scelte di consumo sulla salubrità del Pianeta.
Stracci indaga gli impatti del tessile sull'ambiente e racconta una realtà imprenditoriale virtuosa, come quella di Prato, che riesce, ormai da secoli, a ricavare dai "cenci" nuove fibre di lana e poi nuovi prodotti tessili. In questo territorio si fa economia circolare da centinaia di anni e si continua a farla anche in un mondo globalizzato.
La pellicola è un cazzotto nell'occhio: abiti che viaggiano da un continente all’altro prima di essere bruciati in discariche all’aperto e dopo avere determinato grossi impatti ambientali ma anche sociali. Stracci mette a nudo le criticità e gli impatti ambientali e sociali del settore tessile - moda ma mostra anche alcune possibili soluzioni da percorrere, come il riciclaggio delle fibre tessili, operazione che avviene, ormai da tempo, nel distretto tessile di Prato.
Oggi, la cittadina toscana, protagonista del documentario insieme ai suoi "cenci", rappresenta una realtà virtuosa a livello internazionale, riuscendo a dare nuova vita ai rifiuti tessili, ottenendo un prodotto di qualità, apprezzato da molti marchi della moda italiani e mondiali.
Qui l’impresa del riciclo delle fibre di lana, solida da anni, si muove secondo i modelli dell’economia circolare, risparmiando acqua, energia e riducendo i rifiuti. Si tratta di un processo produttivo che va controtendenza rispetto a quello che accade, in generale, con il riciclaggio delle fibre tessili. Queste, purtroppo, troppo spesso, oggi, subiscono un processo di riciclo che non le valorizza (down-cycling). A Prato il riciclo utilizza i rifiuti in lana per ottenere nuove fibre di lana riciclate pronte per diventare nuovi tessuti, garantendo che il riciclo sia da tessuto a tessuto (up-cycling) attraverso la sfilacciatura a umido, processo fondamentale per valorizzare le vecchie fibre di lana da rigenerare.
Riusare e riciclare sono azioni fondamentali ma non bastano. Il docu-film mostra anche come sia necessario puntare sull' eco-design per affermare modelli di produzione tessile sostenibili e circolari. Abbiamo bisogno di un nuovo modo di concepire e realizzare i capi d’abbigliamento, che vanno progettati, fin dall'inizio, per essere riciclati e riciclabili quando verranno gettati via.