Dantedì: Dante e l'ambiente
Che rapporto c'è tra Dante e l'ambiente?
Il Consiglio dei Ministri ha approvato la Direttiva che istituisce per il 25 marzo la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, quindi, ogni anno si festeggerà, in questa data, il Dantedì, ricordando, in tutta Italia e nel mondo, il genio dell'Alighieri.
Per celebrare questa giornata, il settore Comunicazione e Informazione di ARPA Toscana ha fatto qualche ricerca in rete, trovando alcuni interessanti contribuiti per comprendere quale fosse il rapporto tra Dante e l'ambiente.
Nella pubblicazione di ARPA Veneto, dal titolo “Dante e l’ambiente”, predisposta da Laura Pighi, in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Verona, si esplora proprio quest'aspetto inusuale, meno noto, della cultura dantesca: l’attenzione di Dante per l’ambiente.
Come viene sottolineato nell’introduzione al lavoro di ARPA Veneto, l’attenzione del Sommo Poeta per l’ambiente “si esplicita nel suo interesse per l’astronomia, la geografia, lo studio del cosmo e nel contempo per l’osservazione degli elementi naturali come i minerali, la distribuzione dell’acqua nel territorio, gli animali. Tuttavia l’elemento centrale di studio rimane l’uomo in quanto soggetto chiamato ad agire nei confronti delle risorse naturali a beneficio della società”.
Esiste il Dante della Divina Commedia ma anche quello meno conosciuto della "Questio de aqua et terra", con cui, il Sommo Poeta, nella chiesa di Sant'Elena a Verona, nel gennaio del 1320, sosteneva la centralità della Terra nell'Universo circondata dal mondo sublunare.
Molto interessante per comprendere il rapporto tra l'Alighieri e l'ambiente risulta l'articolo di Marco Bersanelli, pubblicato on line, su Scienzeinrete di cui riportiamo uno stralcio: “chi si occupa di scienza e si imbatte nel percorso della Divina Commedia scopre che Dante dimostra una sorprendente attenzione alla descrizione dei fenomeni naturali, dal movimento degli astri alle macchie della luna, dai fenomeni geologici al comportamento degli animali, dal moto relativo alle molteplici manifestazioni associate alla luce. Proprio la luce, per il suo valore simbolico e al tempo stesso per la varietà e la bellezza delle sue manifestazioni fisiche, finisce per giocare un ruolo centrale nella scenografia della Commedia”.
Il Dante “scienziato”, come sottolinea il Comitato di Verona della Società Dante Alighieri, “non è da intendere nel senso moderno del termine” ma “nella sistematicità logica del suo pensiero, nella insaziabile curiosità per il vero, nella gioiosa meraviglia per il creato, nella onestà intellettuale che gli permetteva di misurare la sua umana intelligenza in rapporto con la infinita sapienza del Creatore”.
Marco Bersanelli, a questo proposito, afferma che “Lo sguardo di Dante al mondo naturale è ben diverso dalla nostra mentalità moderna: per noi la descrizione quantitativa del fenomeno fisico è rigidamente separata da qualunque forma espressiva della sua bellezza ed eventualmente del suo significato. Oggi non ci verrebbe mai in mente, scrivendo un articolo scientifico, di concederci un cenno alla bellezza dell’oggetto di indagine, né in un testo poetico di dare una descrizione rigorosa di un fenomeno fisico in questione".
Infine, ricordiamo che è da poco uscito l'ultimo numero della rivista della Rete WEEC Italia, soggetto di riferimento per l'educazione ambientale, con una monografia dedicata a Dante e uno specifico focus sul suo rapporto con l'ambiente. Tra i diversi articoli presenti, quello di Ugo Leone si interroga su come era ambiente e natura ai tempi di Dante e più precisamente quali erano le generali condizioni di natura e ambiente prima, durante e dopo la sua vita?.
L'autore ci ricorda che "la natura e le sue componenti animate e inanimate sono una costante presenza nel viaggio di Dante durante il quale piante e animali hanno ampio spazio di presenze e descrizioni".