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Ecoreati: un punto sull'illegalità ambientale in Toscana

Anche ARPAT ha partecipato all’evento promosso da ANCI, Legambiente, Libera e Regione Toscana

15/12/2023

Dall’inquinamento delle falde acquifere, del mare e del suolo, fino al traffico illecito di rifiuti o di materiale radioattivo, gli ecoreati sono diventati, negli ultimi anni, una nuova frontiera di business per la criminalità organizzata in Italia.

A otto anni dall'approvazione della Legge 68/2015, ANCI, insieme a Legambiente e Libera e con il contributo di Regione Toscana, hanno organizzato, il 12 dicembre scorso, un evento per fare il punto sull’illegalità ambientale in Toscana e per confrontarsi sull'efficacia del sistema dei controlli e sulle opportunità che l'economia circolare può offrire come strumento di contrasto e prevenzione.

ARPAT ha preso parte all’evento con un intervento dell'Avv. Silvia Michelucci sul tema dell’efficacia e limiti del sistema dei controlli, ricordando innanzitutto come, dal punto di vista normativo, l’introduzione della Legge 68/2015, di derivazione europea, abbia costituito uno spartiacque, poiché è stata la prima legge nazionale sui crimini ambientali nel nostro territorio.

L’Agenzia ha quindi ricordato che la riforma attuata dalla Legge 68/2015, da un lato, ha inasprito il trattamento sanzionatorio per gli illeciti più gravi, introducendo nuovi delitti nel Codice penale, dall’altro ha introdotto una procedura per estinguere gli illeciti meno gravi (le contravvenzioni previste dal Testo Unico Ambientale), attribuendo all’organo di vigilanza un ruolo centrale e nevralgico e, al tempo stesso, delicato, nell’applicazione della nuova procedura.

Per tale motivo, l’impatto della Legge 68 sul sistema dei controlli di ARPAT, dalla sua entrata in vigore fino ad oggi, si è avvertito maggiormente con riferimento all’accertamento delle contravvenzioni previste dal Testo Unico Ambientale (come risulta dai dati relativi all’anno 2022).

L’applicazione della nuova procedura, che consente ai trasgressori di estinguere le contravvenzioni ambientali, presuppone che dal reato non sia derivato un danno per le risorse ambientali, urbanistiche o paesaggistiche protette, la cui verifica, per quanto riguarda le prime, compete all’Agenzia. Per accertare l’assenza del danno, gli operatori dell’Agenzia sono chiamati a compiere, caso per caso, una valutazione tecnica, non sempre agevole. Inoltre, una volta verificata la sussistenza dei presupposti per l‘applicazione della procedura, compete sempre agli operatori di ARPAT l’individuazione delle prescrizioni tecniche che consentono al trasgressore di chiudere positivamente la procedura.

Considerato l’importante e delicato ruolo attributo ai propri operatori, il SNPA ha fatto da subito squadra nel garantire un’applicazione uniforme ed efficace della procedura estintiva attraverso l’istituzione di uno specifico gruppo di lavoro interagenziale. Il Gruppo di lavoro, coordinato da ARPAT, ha elaborato nel 2016, e poi aggiornato nel 2022, le Linee guida per l’applicazione della procedura di estinzione delle contravvenzioni ambientali, che hanno fornito criteri guida per la valutazione delle entità delle conseguenze ambientali dei reati e un elenco di prescrizioni-tipo per l’estinzione delle principali contravvenzioni ambientali. Si tratta di uno strumento di lavoro per il personale del SNPA e di una esplicitazione trasparente del modus operandi per tutti i soggetti potenzialmente interessati (aziende, consulenti, altri soggetti deputati al controllo), fatti salvi i diversi indirizzi emessi dalle Procure della Repubblica di riferimento.

Oggi il Gruppo di lavoro è stato sostituito da una Rete tematica permanente, che garantisce al Consiglio SNPA un presidio dell’evoluzione normativa e tecnica della problematica ed un monitoraggio costante dell’attività svolta in questo ambito dal Sistema. Tale Rete sta attualmente curando una revisione ulteriore delle Linee guida, che si prevede di rilasciare nei primi mesi del 2024, soprattutto con un importante aggiornamento della scheda delle prescrizioni-tipo.

Tra i prodotti del Gruppo di lavoro, troviamo anche una banca dati "Documentazione in materia di delitti contro l'ambiente" per la raccolta dei documenti di indirizzo emessi dai soggetti pubblici interessati all'attuazione della L. 68/15, nonché dei pronunciamenti giurisprudenziali in materia, mantenuta costantemente aggiornata dal lavoro della rete tematica, che oggi raccoglie circa 150 documenti, a disposizione di tutti sul sito Web di ARPAT.

L’intervento dell’Agenzia si è dunque concluso sottolineando come la procedura introdotta dalla Legge 68 si sia rivelata efficace nella sua applicazione, perché garantisce, attraverso l’adempimento delle prescrizioni da parte del trasgressore, una rapida risoluzione delle problematiche ambientali determinate dal reato e perché consente, rispetto al passato quando molte contravvenzioni si prescrivevano, di applicare una sanzione ridotta ma effettiva rispetto alle violazioni riscontrate in sede di controllo, alleggerendo al tempo stesso il carico della magistratura, che può in tal modo meglio occuparsi dei reati più gravi, introdotti dalla Riforma nel codice penale.

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