Risultati dei campioni analizzati a seguito di incendio Eco-Gest a Poggibonsi
ARPAT ha effettuato campionamenti ed analisi di matrici ambientali nelle aree circostanti maggiormente interessate dalle possibili ricadute dei fumi o dall’immissione nei corsi d’acqua di acque generate dallo spegnimento del rogo
Nella giornata del 14 agosto l’impianto trattamento rifiuti Eco-Gest di Poggibonsi ha subito un incendio, di cui abbiamo fornito le prime informazioni nel nostro comunicato stampa del 16/08/2021, “Incendio presso impianto gestione rifiuti a Poggibonsi: verifiche di ARPAT”.
A seguito di questo evento, ARPAT ha effettuato campionamenti ed analisi di matrici ambientali nelle aree circostanti maggiormente interessate dalle possibili ricadute dei fumi o dall’immissione nei corsi d’acqua di acque generate dallo spegnimento del rogo. In particolare sono stati prelevati ed analizzati:
• n°6 campioni di terreno superficiale prelevati fra 150 e 450 m circa dall’impianto, in direzione Sud-Est, Est e Nord Est (aree di presumibile massima ricaduta in base alle elaborazioni modellistiche);
• n°2 campioni di terreno superficiale di “bianco” prelevati in direzione Ovest e Sud rispetto all’impianto (aree sottovento);
• n°3 campioni di acque superficiali: dal torrente Drove di Tattera a monte e a valle dell’impianto Eco-Gest, dal torrente Staggia a valle della confluenza con il torrente Drove.
E’ stato inoltre analizzato un frammento della copertura in fibrocemento del capannone crollato, che è risultata essere in eternit (materiale contenente amianto).
Dai risultati disponibili è possibile trarre le seguenti valutazioni:
per quanto riguarda i campioni di suolo:
- non si riscontrano superamenti della concentrazione soglia di contaminazione per il parametro “diossine”; le concentrazioni rilevate risultano comparabili con i valori normalmente riscontrabili in ambiente urbano antropizzato e non denotano alterazioni significative imputabili agli effetti dell’incendio;
- solo in un campione su 8 è stata rilevata la presenza di fibre di amianto, in concentrazione comunque nettamente inferiore al valore soglia stabilito dalla normativa. Peraltro tale campione è stato prelevato in area sottovento e quindi si ritiene che la presenza di fibre non possa essere univocamente correlata alle ricadute dei fumi dell’incendio e delle polveri sviluppatesi a seguito del crollo della copertura, vista la presenza in zona di altri edifici con coperture in eternit.
Per quanto riguarda le analisi degli altri parametri significativi (idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti), al momento, queste sono in via di completamento e saranno resi noti i risultati appena disponibili.
per quanto riguarda i campioni di acque superficiali:
- il campione prelevato sul torrente Drove di Tattera a valle dell’impianto ha evidenziato la presenza di significative concentrazioni di tensioattivi e di idrocarburi policiclici aromatici, dovute al convogliamento nel torrente di parte delle acque di spegnimento dell’incendio che, dilavando i rifiuti, i prodotti della loro combustione e le strutture del capannone andato a fuoco, si sono arricchite di tali sostanze. Le concentrazioni riscontrate, seppur indicatrici di un impatto connesso all’incendio, risultano inferiori ai valori massimi ammissibili stabiliti dalla normativa sulle acque superficiali interne. Non sono stati riscontrati altri indici anomali di contaminazione organica o inorganica;
- nel campione prelevato sul torrente Staggia, immediatamente a valle della confluenza del Drove, le concentrazioni delle sostanze suddette risultano nettamente più basse, in conseguenza della progressiva diluizione delle acque contaminate.
Personale di ARPAT è intervenuto sul posto anche nei giorni successivi all’emergenza, allo scopo di verificare le condizioni ambientali del sito, valutare l’efficacia delle misure di messa in sicurezza d’emergenza proposte e messe in campo dalla ditta Eco-Gest, e suggerirne di ulteriori, coordinandosi con gli altri Enti coinvolti.
E’ stata inoltre supportata l’Autorità Giudiziaria per le decisioni conseguenti al sequestro dell’area, connesse in particolare alla messa in sicurezza delle macerie che residuano dall’incendio e dal crollo della copertura, al trasferimento dei rifiuti ancora stoccati nei locali dell’impianto non interessati dall’incendio ed alla gestione delle acque di dilavamento, considerato anche l’evolversi del quadro meteorologico.