|
Il Rapporto ambientale della Banca d'Italia
La Banca è membro permanente del gruppo di lavoro sulla finanza sostenibile che rendiconta sulla sostenibilità delle imprese e sui criteri di valutazione degli investimenti responsabili per giungere a politiche economiche orientate a contrastare il cambiamento climatico
Nel tempo la Banca d'Italia ha coniugato lo svolgimento dei compiti istituzionali con l'attenzione a tematiche di rilevanza ambientale e sociale.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più frequenti, causano danni di vasta portata, pongono rischi per l'economia e il sistema finanziario. La crescente preoccupazione per questi rischi ha intensificato l'interesse per le tematiche ambientali quali lo sfruttamento delle risorse naturali, l'inquinamento e la perdita di biodiversità.
Gli obiettivi ambientali dell’Agenda 2030 dell’ONU, l’Accordo di Parigi sul clima, le strategie europee e nazionali in materia di ambiente richiedono l’impegno concreto di tutte le componenti della società, a partire dalle Istituzioni.
In linea con il documento di Politica ambientale, la Banca d’Italia è impegnata a dare il proprio contributo in tale ambito, attraverso lo svolgimento delle funzioni istituzionali (investimenti finanziari, vigilanza su banche e intermediari, analisi e ricerca economica, produzione ed emissione delle banconote), nonché riducendo progressivamente l’impronta ambientale e carbonica delle proprie attività, nel cammino verso un obiettivo di lungo periodo di emissioni nette pari a zero (net zero). Nel 2021, in occasione conferenza delle nazioni unite sui cambiamenti climatici COP26 l’istituto ha ribadito il proprio impegno nel contrasto al cambiamento climatico ed a favore della misurazione e gestione dei rischi ad esso collegati.
Il Rapporto
Con il Rapporto ambientale, la Banca dà conto dell’impatto delle proprie attività sull’ambiente, nonché delle azioni realizzate per ridurlo. La nuova edizione introduce due nuove sezioni dedicate rispettivamente alle tavole statistiche, che contengono indicatori quantitativi di dettaglio, e alle note metodologiche, che forniscono informazioni sulla metodologia di calcolo degli indicatori ambientali. Il Rapporto è stato aggiornato con particolare riguardo alle emissioni di gas serra. Nello specifico, a partire dal triennio 2019-21 è stato ampliato il perimetro di calcolo dell’impronta carbonica della Banca soprattutto per tenere conto delle emissioni indirette rappresentate da quelle generate dall'energia acquistata e consumata dall’Istituto (energia elettrica, teleriscaldamento, riscaldamento condominiale degli edifici) lungo l’intera catena del valore. Nel rapporto sono stati considerati anche i consumi di edifici che nei precedenti rapporti non erano inclusi nel perimetro di rendicontazione.
Dal 2020 l’Istituto partecipa a un gruppo di lavoro sull’impronta ambientale di prodotto delle banconote (product environment footprint, PEF), istituito dalla BCE per valutare secondo metodologie standard, gli impatti ambientali del contante e per consentire la comparazione delle prestazioni ambientali delle banconote rispetto ad altri mezzi di pagamento. Il metodo si basa su un’analisi approfondita di tutte le fasi del ciclo di vita del contate, la quantificazione delle risorse impiegate, l’individuazione di quelle ad impatto maggiore e la definizione di azioni mirate ad ottimizzarle. Dopo avere analizzato i processi produttivi, nel 2021 lo studio è stato esteso alle attività di distribuzione, ricircolo e distruzione delle banconote; nella raccolta dei dati sono stati coinvolti operatori non finanziari, gestori del contate, banche e Poste Italiane, per il ruolo attivo ricoperto nella circolazione delle banconote.
Il rapporto sottolinea l’impegno della Banca d’Italia ad individuare anche possibili percorsi di economia circolare attraverso un progetto avviato con la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II sul riuso in edilizia dei prodotti giunti a fine vita, la sede di Napoli della Banca d’Italia ha fornito un piccolo quantitativo di banconote logore triturate per la realizzazione in laboratorio di alcuni campioni di mattoni e di intonaci a base di calce. I risultati preliminari sono positivi: la presenza di frammenti di banconote logore nella calce migliora le caratteristiche di resistenza alla flessione del materiale sia nel confronto con i prototipi realizzati senza additivi, sia rispetto a quelli realizzati addizionando altri prodotti di scarto come materie plastiche e canapa.
La Tassonomia
La Banca contribuisce alla tutela ambientale ed allo sviluppo dell’economia e della società anche mediante una politica di investimenti sostenibili. Dal 2019 l’Istituto coniuga nelle proprie decisioni di investimento i tradizionali obiettivi finanziari di rendimento, rischio e liquidità con valutazioni sui profili di sostenibilità ambientale, sociale e di governo societario (environmental social and governance, ESG).
Questa strategia si applica solo agli investimenti su cui la Banca ha piena autonomia decisionale e non include quelli di politica monetaria, la cui gestione è responsabilità dell’Eurosistema.
Nel 2021 la Banca ha pubblicato la carta degli investimenti sostenibili, che contiene i principi ed i criteri di riferimento per la gestione sostenibile dei propri investimenti finanziari. La Carta indica tre obiettivi concreti da perseguire: incoraggiare la diffusione di informazioni sui profili ESG da parte degli operatori del sistema finanziario; integrare i principi ESG nelle politiche di gestione dei propri investimenti finanziari; comunicare periodicamente i risultati conseguiti.
In linea con quest’ultimo obiettivo, nel maggio del 2022 la banca ha pubblicato il sui primo rapporto sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici, che descrive in modo in cui i profili di sostenibilità sono stati integrati nel processo decisionale, nelle strategie e nella gestione dei rischi relativi agli investimenti, i criteri ed i parametri per la misurazione di tali profili ed i risultati conseguiti.
Per approfondimenti
Organizzazione con sistema di gestione certificato e laboratori accreditati
Maggiori informazioni all'indirizzo www.arpat.toscana.it/qualita