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Mercoledì 15 dicembre 2021

Livorno, sperimentazione di rete bioplastica biodegradabile in acqua di mare


All’Acquario di Livorno è in corso un progetto all'avanguardia per realizzare impianti di riforestazione di praterie di Posidonia oceanica ecosostenibili

All’Acquario di Livorno è in corso un progetto all'avanguardia per realizzare impianti di riforestazione di praterie di Posidonia oceanica ecosostenibili ed una vasca è stata scelta come luogo in cui testare una rete a base di bioplastica biodegradabile in acqua di mare idonea per realizzare gli impianti.

Il progetto è iniziato nel 2016 da Azienda Servizi Ambientali (A.S.A.) in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa, a cui hanno aderito successivamente l'ISPRA e il Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa, nel 2019 l'Acquario di Livorno e, più recentemente, l'azienda tessile Coatyarn.

Il tutto ha avuto inizio, precisa l’Acquario di Livorno, quando A.S.A. stava progettando un impianto di dissalazione dell'acqua di mare all'isola d'Elba i cui lavori avrebbero interessato la prateria di Posidonia oceanica e per i quali erano previste operazioni di trapianto. Da subito ci si è posti il problema dei supporti che avrebbero dovuto accompagnare il radicamento delle piante trasferite e grazie alla collaborazione con il Prof. Cinelli, dell'Università di Pisa ed esperto di Posidonia oceanica, i primi "orti in fondo al mare" furono creati utilizzando una rete di ferro rivestita con monofilamenti di polipropilene, comunemente impiegata per questi scopi, ma evidentemente non sostenibile a livello ambientale per l'impatto che le materie plastiche hanno dimostrato di avere a livello globale sugli ecosistemi marini.

Il passo successivo è stato quello di individuare un materiale alternativo ecosostenibile per sostituire la petro plastica con la bioplastica coinvolgendo la Prof.ssa Maurizia Seggiani del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa,  che con il suo staff stava già studiando l'uso di biopolimeri per applicazioni sul suolo e in mare.

Nel marzo 2019 è iniziata la sperimentazione che prevedeva l'immersione di sette diverse formulazioni di biopolimero in una vasca dedicata dell'Acquario di Livorno. È stata così studiata la velocità di degradazione per individuare tra loro quelle in grado di garantirne la durabilità per almeno due anni, tempo necessario alla Posidonia oceanica di radicare.

Esito di questo esperimento, durato oltre due anni, è stata l'individuazione di due formulazioni utili: una a base di PBSA (polibutilsuccinato) e l'altra a base di PHB-HV (poli 3 idrossibutirrato-co-3-idrossivalerato).

Ad inizio 2021 Coatyarn Srl, azienda leader nel settore tessile specializzata nella produzione di filati rivestiti (coated yarns) ad alto contenuto tecnologico, si è interessata al progetto per produrre, utilizzando le bioplastiche individuate,il filato e in seguito una geostuoia simile nella forma a quella impiegata nei precedenti esperimenti.

La grande innovazione, oltre alla tecnica di estrusione del filato, è stata la progettazione e successiva produzione della geostuoia, realizzata per la prima volta con la tecnica "knit", ottenendo così una rete a maglie variabili che si adatta perfettamente al fondo marino.

talea retePochi giorni fa è stata quindi posata in una vasca dell'Acquario di Livorno, impiantando alcune talee di Posidonia oceanica. La geostuoia in maglia ha dimostrato da subito la sua efficacia, favorendo l'operazione di impianto delle talee, mantenendole ben trattenute e fissate al fondo e facilitandone la radicazione futura.

Al momento, sono in corso da parte di ISPRA Livorno e del Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente dell'Università degli Studi di Siena ulteriori studi per dimostrare la compatibilità con l'ambiente marino e la completa degradazione del materiale.

L'applicazione di questo materiale e manufatto, risulta essere un importante passo avanti nella ricerca e nella tutela ambientale: sono già allo studio altre sue possibili applicazioni in diversi settori, come quello dell'itticoltura e sicuramente l’utilizzo nei trapianti di posidonia, come già detto precedentemente, è di fondamentale importanza.

Anche ARPAT in qualità di partner del progetto Life SEPOSSO, che ha realizzato un monitoraggio nazionale dei trapianti di Posidonia oceanica effettuati negli ultimi 20 anni, condivide i risultati di questo studio che dimostra come materiali innovativi a basso impatto sull’ambiente marino, insieme ad un’attenta scelta del sito di reimpianto, concorrono al successo delle operazioni di riforestazione.

Infatti nell’ambito dei casi studio scelti dal progetto SEPOSSO, una particolare attenzione è stata posta proprio alla scelta dei materiali biocompatibil, ad esempio

  • il supporto biodegradabile in Mater-Bi assemblato a raggiera (in foto), utilizzato per il trapianto distella seposso Augusta-Priolo, dispositivo innovativo, brevetto depositato da Biosurvey S.r.l., Spin-off dell’Università di Palermo e IDEA S.r.l.;
  • materiali geocompositi costituiti da biorete naturale in cocco “RECS” accoppiata a rete metallica a doppia torsione utilizzata all’Isola d’Elba-Cavo, caso studio sperimentale per la Toscana;
  • geostuoia macmatt e stuoie biodegradabili EW, progetto innovativo brevettato dalla società Elements Work , utilizzate su impianti sperimentali a Capoliveri.

Su tutti i casi studio inclusi nel progetto Life SEPOSSO, cinque progetti di trapianto di piccola entità in Toscana più quattro grandi progetti a livello nazionale, monitorati durante le attività di questi ultimi anni, solo in pochissimi casi erano stati utilizzati materiali biodegradabili ed ecocompatibili. Principalmente erano stati invece utilizzati materiali come cornici in cemento, reti di metallo, picchetti metallici e in plastica e materassi.
Il biopolimero in attuale sperimentazione presso l’Acquario di Livorno rappresenta sicuramente una scelta innovativa per la prossima applicazione in campo di riforestazione.


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