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ARPAT News - newsletter sulle tematiche ambientali
Martedì 19 ottobre 2021

Modellistica: le sinergie di ARPAT


Da tempo la nostra Agenzia collabora con il Lamma in diversi settori ma ora è il momento di aprire un nuovo fronte sul tema del cambiamento climatico

Nell’introdurre il seminario “La sensorizzazione territoriale e la modellistica per la previsione delle contaminazioni in funzione della protezione ambientale” tenutosi in data 14 ottobre 2021 in occasione dell’Earth Technology Expo, il Direttore Generale di ARPAT, Pietro Rubellini, ha sottolineato come scambiarsi conoscenza nel mondo della tecnica e della scienza sia fondamentale per puntare verso l’innovazione ed il miglioramento delle attività di protezione ambientale svolte dall’Agenzia.

Non possiamo più permetterci di dire “abbiamo sempre fatto così”, è un’affermazione superata, in questo momento, abbiamo bisogno di una sensorizzazione territoriale spinta e una forte collaborazione con i soggetti che gestiscono le diversi reti per fare fruttare nel migliore dei modi i risultati ottenuti e fare circolare le informazioni.

Per ARPAT, quindi, attivare sinergie con istituti scientifici, come il Lamma diviene strategico. Oggi, occuparsi di clima è importante, anche se le Agenzie per la protezione ambientale non hanno tra i loro obiettivi statutari il cambiamento climatico, perché quando sono nate questo argomento era agli albori ma non è possibile tralasciarlo e non occuparsene; in questo il Lamma può risultare di grande aiuto per comprendere quali saranno gli effetti del cambiamento climatico sull’ambiente.

Si parla molto di aumento della temperatura, di desertificazione, di innalzamento dei mari ma le alterazioni dovute al cambiamento climatico saranno molteplici ed interesseranno molti settori fino ad incidere sugli equilibri socio-economici mondiali.

Pietro Rubellini sottolinea come gli stessi flussi migratori sono anche dovuti ai cambiamenti climatici in atto e che stanno già producendo effetti in diverse parti del mondo, come nelle aree sub-sahariane dove si assiste ad un aumento della desertificazione che rende ancora più difficili le condizioni di vita in quelle zone geografiche.

Le conseguenze del cambiamento climatico incideranno anche sull’agricoltura, con conseguenze anche di rilievo sull’approvvigionamento alimentare, che potrebbero coinvolgere l’intera popolazione mondiale.

foto rubellini e gozziniQueste sono alcune delle riflessioni che spingono ad attivare una nuova collaborazione tra la nostra Agenzia e il Lamma per lavorare su un tema d’attualità, in questo modo si amplierebbe la gamma di attività su cui i due soggetti collaborano. Alcune di queste già attive da anni, come l’inquinamento atmosferico e la dispersione di inquinanti in atmosfera, i metodi e modelli di monitoraggio della qualità delle acque, la strategia marina e la balneazione fino al bollettino dei pollini ed il rilevamento dell’amianto sui tetti.

Con specifico riferimento all’inquinamento atmosferico, Bernardo Gozzini - Amministratore unico del Consorzio LaMMa fornisce nella sua presentazione i dettagli dell’impegno dell’ente che rappresenta. Infatti, il Lamma è impegnato

  • nella diagnosi e previsione di episodi definiti acuti, caratterizzati dal superamento in atmosfera dei livelli di polveri e ozono 
  • nella tenuta dell’archivio meteorologico utilizzato a vari fini, tra questi la standardizzazione dei modelli di dispersione degli inquinanti, oppure la realizzazione di studi di fattibilità per comprendere quale sia la vocazione eolica di un territorio..

Grazie all’esperienza maturata nell’ambito della modellistica, il Lamma è in grado di effettuare una caratterizzazione dei dati meteo individuando le situazioni in cui si creano i peggiori scenari per la dispersione degli inquinanti. In questi casi, vengono presi in esame alcuni parametri, come l’intensità e la persistenza del vento,le precipitazioni, la temperatura e lo stato del rimescolamento, in modo da capire se le sostanze inquinanti si disperderanno facilmente o, al contrario, saranno trattenute. Quando l’Hmix è basso abbiamo le condizioni peggiori di ristagno mentre se è alto si prospetta una dispersione degli inquinanti, senza mai dimenticare le caratteristiche peculiari di ogni territorio.

Un’altra collaborazione interessante è quella che vede il Lamma coinvolto nella pubblicazione del bollettino del PM10, che inizia a Novembre e finisce a Marzo.  In questo caso partendo dai dati del PM10 della singola stazione si vanno a vedere le previsioni, valutando quali siano le condizioni di dispersione di questo inquinante,  costruendo un indice di criticità medio per ciascuna stazione con validità a 3 giorni, utilizzato anche dalle Amministrazioni locali per decidere se attuare misure, come il blocco della circolazione veicolare o decisioni simili.

Altro bollettino realizzato sempre in sinergia ARPAT- Lamma è quello dell’ozono; anche in questo caso il Lamma riceve dalla nostra Agenzia i dati delle centraline di rilevamento della qualità dell’aria ed in base alle condizioni meteorologiche, come temperatura, irraggiamento solare e vento, viene realizzata una previsione sull’ozono, dato diffuso anche tra la popolazione.

Tutto questo è possibile grazie all’esperienza pluriennale del Lamma che ha dato vita a SPARTA, il sistema integrato modellistico su richiesta della Regione Toscana, che permette di fare analisi e stime delle concentrazioni di alcuni parametri come il PM10, il Pm 2,5, NO2, ozono e polveri sahariane.

Per quanto riguarda poi le stime modellistiche di lungo periodo, il Lamma predispone il capitolo sulla modellistica che arricchisce il report elaborato annualmente da ARPAT sulla qualità dell’aria e destinato alla Regione Toscana. Per quanto riguarda invece le analisi di scenario, il Lamma è stato coinvolto nelle previsioni per comprendere quali potessero essere gli impatti dei cantieri della terza corsia dell’Autostrada A1 sulla qualità dell’aria.

Infine il Lamma collabora con ARPAT per la stima della rappresentazione spaziale delle stazioni della rete di monitoraggio, individuando le aree di maggiore criticità per la presenza degli inquinanti e proponendo una revisione del posizionamento delle centraline, che talvolta è necessario ridurre per motivi di costi non solo dovuti all’acquisto ma anche alla manutenzione e gestione.

Certamente uno degli aspetti più interessanti di questo lavoro di modellistica è quello di definire il dato di esposizione della popolazione alle varie sostanze inquinanti ma altrettanto importante è l’individuazione dei contributi naturali al PM10, dovuti da polveri desertiche e spray marino che contribuiscono al superamento dei valori di questo inquinante e non da fattori industriali o artificiali, in questo caso è possibile sottrarre gli eventi naturali dal calcolo dei giorni di superamento, fornendo un quadro più veritiero.


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