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Rifiuti elettrici e elettronici, impatti ambientali, economia circolare e obiettivi di Agenda 2030
Quanti rifiuti elettrici ed elettronici vengono prodotti in Toscana ? e quanti nel mondo ?
Il consumo di apparecchi elettrici ed elettronici (AEE) è in continuo aumento, questo è dovuto al sempre più diffuso sviluppo economico su scala globale e alla spinta verso la digitalizzazione delle nostre vite, che rende questi strumenti imprescindibili nelle società moderne. Se questi prodotti spesso agevolano la nostra vita quotidiana, per la loro produzione, però, sono necessarie molte risorse naturali e, alla fine del loro ciclo di vita, si pone il problema della loro gestione come rifiuti.
Di recente, il Rapporto Annuale 2020 del Centro di Coordinamento RAEE ha reso noto i dati relativi ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) raccolti nella nostra regione, la Toscana, dove, nel 2020, il quantitativo ammonta a 29.372 tonnellate, quantità pressochè invariata rispetto al 2019 .
Dando uno sguardo ai singoli territori, emerge che la provincia di Firenze è quella dove viene raccolto il maggiore quantitativo di questa tipologia di rifiuti; con circa un milione di abitanti, quest'area risulta quella con la maggiore produzione, pari a 7.366 tonnellate, in crescita del 2,1% rispetto al 2019.
Prato, invece, si attesta al primo posto per dato pro capite, con 13,76 kg per abitante, con un dato complessivo pari a 3.417 tonnellate.
Oltre alle province di Firenze e Prato, anche quelle di Livorno e di Lucca, seppure con percentuali diverse, crescono. Livorno raggiunge 3.043 tonnellate, con un incremento del 6,4%,concentrato in particolare su grandi bianchi (+18,4%), mentre Lucca totalizza 3.416 tonnellate, segnando un più 2%, anche in questo caso l'aumento si concentrata nella raccolta dei grandi bianchi (+7,8%)
Al contrario, la provincia di Pistoia perde complessivamente 1000 tonnellate (-38,1%), scendendo così a 1.644 tonnellate raccolte, con una riduzione dei volumi comune a tutti i raggruppamenti. Stessa sorte per le province di Arezzo e Grosseto. La prima riduce leggermente i volumi di raccolta, attestandosi a 2.443 tonnellate, mentre la provincia di Grosseto perde un totale di 1.911 tonnellate (-3,7%).
La provincia di Siena, con 1.903 tonnellate e quella di Massa Carrara con 1.086 risultano stabili.
Per quanto riguarda il dato pro capite:
- Prato si attesta al 13,76 kg/ab
- Livorno raggiunge 9,07 kg/ab (+6,19%)
- Lucca, 8,79 kg/ab
- Grosseto, 8,65 kg/ab
- Pisa, 7,60 kg/ab
- Firenze, 7,46 kg/ab (+4,6%)
- Siena, 7,29 kg/ab
- Arezzo 7,10 kg/ab.
Pistoia si contraddistingue per la contrazione più elevata all' interno della regione (-34,6%) con un crollo del dato pro capite da 9,08 kg/ab. a 5,94 kg/ab. All’Ultimo posto, troviamo Massa Carrara con 5,45 kg/ab, in calo del 2,5%.
Raccogliere in modo corretto e riciclare risulta imprescindibile, infatti questi rifiuti contengono sostanze che possono risultare dannose per l’ambiente e per l’uomo, se gestite in modo non corretto.Al tempo stesso, il riciclaggio consente di recuperare le sostanze contenute in molte apparecchiature elettriche e elettroniche, garantendo un minore depauperamento delle materie prime con un concreto vantaggio ambientale ma anche anche etico. Questi materiali, infatti, provengono da paesi dove, per lo più, non vengono rispettati i diritti umani e dove l’acquisto incauto, cioè non attento, di certi minerali rari può contribuire a finanziare guerre e conflitti, poichè l’estrazione in molte zone è nelle mani dei cosiddetti “signori della guerra”.
Al momento, le stime, che riguardano il riciclaggio di RAEE in Europa, ci dicono che meno del 40% dei rifiuti elettronici viene riciclato.
A livello mondiale, il report Global E-Waste Monitor 2020 stima così quantità di rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE) prododtti:
- l’Asia ha generato la più alta quantità di rifiuti elettronici pari a 24,9 Mt
- l’America raggiunge 13,1 Mt,
- l'Europa ne ha prodotti 12 Mt.
Valori minori sono registrati in Oceania (2,9 mt) e in Africa (0,7 mt).
Questi dati, se tradotti in produzione pro capite, portano i cittadini europei in testa alla classifica con un ammontare pari a 16,2 kg in Europa, seguiti da quelli dell’Oceania con 16,1 e dell’America con 13,3 kg, chiudono la classifica l’Asia con 5,6 kg e l’Africa con 2,5 kg pro capite.
Sempre a livello mondiale, i dati ufficiali, riferiti al 2019, parlano di 9,3 milioni di tonnellate di RAEE raccolti e riciclati, ovvero il 17,4% dei rifiuti elettronici prodotti.
Rispetto al 2014 si registra un aumento annuale di 2 milioni di tonnellate. Il continente con il più alto livello di raccolta e riciclaggio è l’Europa che raggiunge la percentuale del 42,5, seguita dall’Asia con l’11,7%, dall’America e dall’Oceania che si attestano entrambe intorno al 9%, chiude la classifica l’Africa con un tasso di riciclo che non raggiunge l’1%.
Purtroppo il destino dell’82,6% dei rifiuti elettrici ed elettronici prodotti risulta incerto, non si sa dove vengano smaltiti. Nei paesi ad alto reddito, in genere, sono presenti impianti per il riciclaggio dei rifiuti, infatti, l’8% dei rifiuti sono destinati discarica o incenerimento, soprattutto i piccoli pezzi. In altri casi, invece, questi prodotti vengono resi nuovamente funzionanti e riusati. Spesso accade che vengano spediti in paesi meno ricchi dove sono destinati al mercato dell’usato, anche se non sempre le esportazione sono legali.
Nei paesi più poveri, invece, le strutture per la raccolta e il riciclaggio non sono organizzate, in alcuni casi sono addirittura assenti quindi l’e waste (cioè i rifiuti elettrici e elettronici) è gestito senza troppe formalità, questo crea problemi di salute non solo agli operatori del settore ma anche alle persone comuni, in particolare i bambini, che vivono, lavorano e giocano vicino a queste attività, spesso discariche a cielo aperto.
Quali sono gli impatti ambientali dei RAEE ?
I RAEE contengono diversi additivi e sostanze pericolose, come ad esempio il mercurio, i ritardanti di fiamma, i clorofluorocarburi o idroclorofluorocarburi. Se queste sostanze vengono gestite correttamente non creano grossi problemi per l'ambiente ma se questo non avviene, possono nascere grossi problemi ambientali, come sottolinea il report E - Global waste 2020, che parla di 59 tonnellate di mercurio e 71 Kt di plastica rinvenuti, ogni anno, in flussi di rifiuti elettrici ed elettronici non tracciati e destinati ad essere dispersi nell’ambiente.
Tra i vari impatti ambientali, dovuti alla gestione impropria dei rifiuti elettrici e elettronici, c'è anche il contributo al cambiamento climatico. Il mancato riciclaggio dei materiali contenuti nei RAEE, non andando a sostituire le materie prime vergini, non può contribuire alla riduzione delle emissioni di gas effetto serra derivanti dalle fasi di estrazione e lavorazione delle materie prime, con un evidente impatto peggiorativo sui cambiamenti del clima. A questo si aggiunge il problema dei refrigeranti che si trovano in alcune apparecchiature di scambio termico, che sono gas ad effetto serra, il report parla di 98 Mt di CO2 equivalente rilasciata in atmosfera da frigoriferi e condizionatori d’aria gettati o non gestiti correttamente.
I RAEE costituiscono una miniera urbana, in quanto contengono metalli di vario tipo che, se riciclati nel giusto modo, sostituiscono le materie prime vergini. Questo patrimonio nascosto tra i rifiuti, rappresentato in prevalenza da ferro, rame e oro, ha un valore economico importante, purtroppo, con l’attuale livello di raccolta e riciclaggio, che si attesta al 17,4%, non si raggiungono i risultati sperati; il giro di affari è inferiore a quello stimato, si immettono nel mercato solo 4 Mt di materie derivanti dal riciclo e si riducono le immissioni in atmosfera di una quota molto inferiore rispetto a quella che si potrebbe raggiungere, stimata fino a 15 Mt di CO2 equivalente.
Certamente una corretta gestione di questi apparecchi elettrici ed elettronici, una volta divenuti rifiuti, non è facile. Si tratta di rifiuti talvolta veramente complessi, che possono contenere più di 69 elementi della tavola periodica, inclusi i metalli preziosi (oro, argento, rame platino, palladio, rodio ecc), i materiali rari (cobalto, indio, antimonio ecc) e quelli non rari come il ferro e l’alluminio.
Va fatto uno sforzo per potenziare la raccolta e il riciclo in tutto il mondo, nonostante il settore del riciclaggio debba fare i conti con alti costi e con difficoltà di riciclo di alcuni materiali, come il germanio e l’indio. Dall’altra parte, vi sono anche vantaggi, alcuni metalli anche preziosi (come ad esempio l’oro) hanno una concentrazione relativamente alta in alcuni cellulari e PC (personal computers), pari talvolta a 280 gr per tonnellata di RAEE.
Ferro, alluminio e rame sono i materiali maggiormente recuperati. La domanda di questi metalli per la produzione di nuovi prodotti elettronici, nel 2018, è stata approssimativamente di 39 Mt. In uno scenario ideale, secondo quanto riportato dal report, si potrebbero recuperare 14 Mt di materiali estraendoli dai rifiuti elettrici ed elettronici, ma rimarrebbe, comunque, un divario fra quanto è possibile recuperare e quanto è necessario per la produzione di nuovi apparecchi su larga scala.
Rimanendo concentrati solo su ferro, alluminio e rame, il riciclaggio avvenuto nel 2019 ha consentito non solo di risparmiare materie prime vergini ma anche di ridurre le emissioni in atmosfera fino a 15 Mt di emissioni equivalenti.
Questi rifiuti contengono anche molte sostanze pericolose, solitamente metalli pesanti come mercurio, cadmio, piombo e sostanze chimiche come clorofluorocarburi (CFC), idriclorofluorocarburi (HCFC) e ritardanti di fiamma. Non tutto è facilmente riciclabile, ad esempio, la plastica contenente BFR, i ritardanti di fiamma, è particolarmente complessa da riciclare a causa dei costi legati alla separazione delle plastiche contaminate dalle altre plastiche, inoltre i materiali contenenti alcuni inquinanti particolarmente pericolosi non possono essere riutilizzati per produrre altri prodotti e possono solo essere inceneriti in condizioni controllate per evitare il rilascio di diossine e furani.
Che rapporto esiste tra i rifiuti elettrici ed elettronici e gli obiettivi di Agenda 2030 dell'ONU ?
I rifiuti elettronici ed elettrici (e-waste) sono strettamente legati anche gli obiettivi di Agenda 2030, fissati dalle Nazioni Unite nel 2015. I dati e la gestione dei RAEE sono in grado di influenzare alcuni obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare:
- l’obiettivo 8, che promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena occupazione e il lavoro dignitoso per tutti. Una crescita economica sostenibile non può avvenire a scapito dell'ambiente.
- l’obiettivo 11, che riguarda le città e le comunità sotenibili, infatti, se più della metà della popolazione, nel prossimo futuro, vivrà nelle città sarà necessario organizzare un'efficiente raccolta dei rifiuti, compresa quella dei rifiuti elettronici, visto che la maggior parte di questa particolare tipologia di rifiuti viene prodotta nelle città, è importante raccogliere in modo adeguato questo flusso di rifiuti e soprattutto riciclarli, riducendo la possibilità che prendano destinazioni non legali per lo smaltimento.
- l’obiettivo 12, che afferisce ai consumi e modelli di produzione sostenibili, sappiamo che, dal punto di vista della produzione, entro il 2030, dobbiamo raggiungere la sostenibilità attraverso la gestione dei prodotti chimici e dei rifiuti partendo dallo studio del ciclo di vita, riducendo tutti gli impatti sulle diverse matrici, mentre, per quanto riguarda i consumi, è necessario aumentare nelle persone la consapevolezza del valore della sostenibilità, quindi i cittadini devono conoscere l’impatto ambientale generato dagli strumenti elettrici ed elettronici che utilizzano quotidianamente e devono essere molto attenti alla loro gestione post consumo.
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