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Progetto EPIC - Un mare privo di plastica

06/02/2025 11:00

ARPAT capofila del progetto cofinanziato dal Programma Interreg Marittimo Francia-Italia; 16 i partners di cui 6 francesi

Progetto EPIC - Un mare privo di plastica

Immagine di freepik

La presenza di rifiuti plastici interessa fortemente anche il nostro mar Mediterraneo ed intercettare e recuperare questo materiale prima che si trasformi in micro-plastica diventa oggi un obiettivo prioritario, se vogliamo proteggere l’ecosistema marino.

Logo Interreg marittimo IT-FRIn questo ambito si colloca il progetto transfrontaliero ​EPIC, cofinanziato per circa 5.600.000 di euro dal Programma Interreg Marittimo Francia-Italia, di cui ARPAT è capofila e che vede coinvolti ben 16 partners, francesi (Region Sud e Corsica) e italiani (Sardegna, Liguria e Toscana). Tra i partners sono presenti sia gli enti responsabili delle politiche di settore (Regioni), che le Agenzie regionali ambientali, ma anche Università e enti di ricerca, oltre ad organizzazioni no-profit con il necessario know-how ed ulteriori stakeholder.

partner Interreg

Tra gli obiettivi di EPIC, che vedrà l’Agenzia impegnata per i prossimi quattro anni, vi è la definizione di un sistema transfrontaliero di buone pratiche per la gestione del processo di individuazione, recupero, raccolta, smaltimento e riutilizzo delle plastiche rinvenute in ambiente marino, sottomarino, nei fiumi e nei porti, per lo sviluppo di un’economia circolare di settore.

Nell’ambito del progetto verranno infatti create occasioni di confronto tra i partners, messe a sistema le buone pratiche esistenti ed individuate soluzioni ottimali condivise. Partendo dallo stato attuale delle conoscenze sul recupero e riciclo dei rifiuti dispersi in mare e negli alvei fluviali, si arriveranno a definire protocolli condivisi applicabili negli ambiti di riferimento dei diversi territori dell’area di cooperazione.

EPIC, oltre a sviluppare azioni concertate e transfrontaliere per la promozione dell’economia circolare, intende anche introdurre innovazioni tecnologiche per contrastare il fenomeno delle macro-plastiche disperse in mare.

Partendo dal dato che in UE solo il 32,5% delle plastiche è effettivamente riciclato (Parlamento europeo, DG comunicazione 03/2024), il progetto, accanto a tecniche di riciclo tradizionale, adotterà nuove metodiche con differenti possibilità di reimpiego, come la depolimerizzazione enzimatica affiancata a sistemi con microonde che permette di riciclare in modo completo tutte le tipologie di PET recuperate, un sistema a pirolisi che lavora in assenza di ossigeno e che è in grado di convertire gran parte dei rifiuti marini recuperati in carburante e la tecnologia ECONYL® che permette di ottenere nuova materia prima, a sua volta ulteriormente riciclabile, dal recupero delle reti da pesca abbandonate.

Economia circolare e qualità ambientale saranno dunque il focus del progetto che, anche grazie all’impiego di tecnologie innovative orientate allo sviluppo sostenibile dei territori coinvolti, mirano con proposte concrete all’ampliamento della ciclicità dei materiali, per raggiungere chiare positività per la collettività, come il recupero delle plastiche disperse in vari ambiti ambientali (marino, sottomarino, fluviale e portuale), e nuovi processi e applicazioni per la valorizzazione del rifiuto plastico recuperato.

Oltre al ruolo di coordinatore dell’intero progetto, ARPAT sarà impegnata anche in specifiche attività tecniche, in particolare:

  • analisi della situazione attuale e individuazione dei punti di maggior accumulo di macro-plastiche in mare, attraverso l’analisi di dati rilevati con sistemi satellitari, integrati con dati raccolti da droni aerei e computati con sistemi di AI;
  • prelievi e misure di verifica delle zone di accumulo delle plastiche galleggianti nelle acque toscane e lungo le principali direttrici di trasferimento dalle foci dei principali fiumi toscani verso il largo;
  • prelievo delle plastiche rinvenute per la successiva quantificazione e classificazione in base a dimensioni, colore, tipologia di materiale, stato di degrado ed eventuale composizione;
  • immersioni per verificare lo stato delle praterie di Posidonia oceanica nei pressi delle zone di accumulo e lungo le principali direttrici di trasferimento delle plastiche nelle acque costiere della Toscana, con particolare riferimento a quelle dell’AMP “Secche della Meloria”, antistante la costa pisana e livornese.

ARPAT si occuperà anche dei rifiuti dispersi sulle coste e sulle spiagge attraverso la caratterizzazione delle plastiche, svolgerà attività di informazione nei confronti del pubblico in collaborazione con alcuni partner (tra cui anche l'associazione ambientalista Legambiente); è prevista, inoltre, anche la collaborazione con il Comune di Pisa per il recupero di pneumatici nel porto di Marina di Pisa e di reti da pesca abbandonate sui fondali marini, in particolare lungo le coste della Sardegna.

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