Letture verdi, conversazione con Irene Ivoi
La Cerniera. La spinta gentile al servizio della sostenibilità di Irene Voi contiene molti spunti utili a rendere più sostenibili le azioni quotidiane
Con il nuovo anno inauguriamo una sezione di approfondimento: dialoghi con autrici e autori di libri che affrontano i temi dell'ambiente, della sostenibilità e del cambiamento climatico.
Libri promossi anche nella sezione "Letture verdi" della Newsletter di ARPAT, che inviamo, ogni quindici giorni, a tutti coloro che hanno compilato la scheda di iscrizione. Con l’obiettivo di favorire la lettura, stimolare la curiosità ed offrire spunti di riflessione critica, proponiamo libri che sono disponibili per il prestito presso la Biblioteca di ARPAT, che può essere contattata telefonando al numero 0553206439 oppure scrivendo a documentazione@arpat.toscana.it.
Iniziamo il nostro viaggio con Irene Ivoi, designer e comunicatrice per l’economia circolare, autrice de “La Cerniera. La spinta gentile al servizio della sostenibilità”.
Il libro prende spunto dalla teoria del nudge (spinta) di due americani, Thaler e Sunstein e la utilizza nel perimetro della sostenibilità.
Qual è l’applicazione nell’ambito dell’economia circolare?
Il libro “The nudge” di Sunstein e Thaler è stato un successo planetario perché ha aperto un orizzonte “nuovo” intorno alla possibilità di orientare i comportamenti senza usare coercizioni, multe, incentivi. La teoria ruota intorno alla possibilità di rendere più probabile un agire per un obiettivo socialmente condiviso e condivisibile, agendo su euristiche e distorsioni cognitive che funzionano (per fortuna) ma generano anche errori. Conoscendole, si può costruire dei contesti decisionali diversi per aiutare le persone a dimagrire, donare gli organi, risparmiare soldi e, nell’ambito della sostenibilità ambientale, attivare migliori comportamenti. Visto che vogliamo essere sostenibili e ci dichiariamo tali ma nei fatti non siamo ancora così coerenti tra dire e fare, ha senso immaginare di usare anche i nudge come contributo aggiuntivo agli strumenti tradizionali.
Come è possibile passare dalle intenzioni alle azioni per rendere le persone consapevoli e innescare cambiamenti nei comportamenti individuali?
Le modalità variano. È importante definire un contesto in cui agire, individuare un pubblico a cui rivolgersi e sapere qual è o quali sono i comportamenti da cambiare o migliorare. La conoscenza di questi fattori, unita a osservazioni empiriche e questionari, consente ad un nudge designer di progettare un’architettura di scelta, che conduca ad un comportamento di acquisto o uso di un prodotto o servizio, con minori impatti. Per esempio negli hotel per spingere i clienti ad usare meno acqua quando si fa la doccia, sono stati utilizzati dei contalitri applicati al doccino, che in tempo reale ti dicono quanti litri stai consumando. Questo dispositivo semplice e poco costoso riesce a ridurre il consumo di acqua di una doccia almeno del 10%. Il suo successo si basa sul fatto che la consapevolezza, e quindi la conoscenza del consumo di acqua che tutti serenamente ignoriamo, attiva la nostra attenzione. Il nudge è (anche) un progetto di redesign dell’attenzione.
Nel terzo capitolo sono illustrati i nudge per la sostenibilità, suddivisi per tematica: energia, rifiuti, mobilità, acqua. Può illustrarci alcuni esempi positivi?
Un esempio di nudge in grado di spingere l’utilizzo di contenitori riutilizzabili invece che quelli monouso, quando si compra cibo da asporto, è stato realizzato in Germania nel 2023 grazie al network Mehrweg.Einfach.Machen, in collaborazione con WWF Germania, l'associazione tedesca degli imballaggi riutilizzabili e ProjectTogether. Il network ha sperimentato presso 800 esercizi commerciali diverse modalità nudge di offerta dei contenitori riutilizzabili per verificarne l’efficacia. Ed è stato scoperto che, quando i contenitori riutilizzabili vengono proposti in modalità default, obbligando il cliente a fare una scelta attiva per optare per il monouso, l’utilizzo del riutilizzabile cresce anche fino al 35%.
Un altro esempio riguarda i consumi energetici, un’azienda italiana di design thinking che conosce e usa l’economia comportamentale, propone Ned, un servizio di energy coach, in grado di aiutare le persone a ridurre i consumi di energia. Ned li monitora ed elargisce informazioni su come stanno i nostri elettrodomestici, quanto potremmo risparmiare (bias dell’avversione alla perdita) a fronte di vari accorgimenti, senza sconfinare in prediche astratte e talvolta dissociate dalla realtà. Un test condotto su 2000 utenti nel 2024 ha registrato un risparmio dei consumi pari al 4,7%. Soluzioni analoghe, innescando anche il principio della norma sociale che attiva confronti tra utenze simili, sono state attivate già da anni negli Usa, ma anche in Italia da parte di public utility con risultati interessanti.