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Coinvolgere ed educare per ridurre le plastiche

16/07/2024 11:00

Intervista a Legambiente

Il problema delle microplastiche affligge costantemente le nostre coste. Nel giugno 2022 fu approvata la cosiddetta legge n.60, meglio conosciuta come legge “SalvaMare”, che si poneva l’obiettivo, tra gli altri, di raccogliere i rifiuti in mare, grazie alle attività dei pescatori, riportandoli a terra e smaltendoli con la raccolta, e di promuovere campagne educative e di pulizia delle coste. Per comprendere quale sia lo stato dell’arte, abbiamo rivolto alcune domande a Federico Gasperini, direttore Legambiente Toscana, e Stefania Di Vito, Ufficio Scientifico Legambiente.


Quali sono gli aspetti più rilevanti della legge finalizzati a ridurre la plastica in mare e sulle spiagge?

La legge SalvaMare è stata fortemente voluta da Legambiente, che con la Regione Toscana ha sottoscritto il protocollo "Arcipelago Pulito 2.0" (Delibera di Giunta n.1217/2019) tra i cui i firmatari figuravano il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, l’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Settentrionale, Unicoop Firenze e i comuni di Livorno, Viareggio, Piombino, Castiglione della Pescaia, Monte Argentario. Il protocollo (con il successivo progetto che ha coinvolto i pescatori) ha di fatto anticipato i contenuti della norma, era finalizzato ad individuare percorsi e strumenti volti all’implementazione di un sistema regionale che garantisse il prelievo dei rifiuti plastici in mare e laddove possibile anche di rifiuti di diverso materiale, insieme al loro recupero o corretto smaltimento presso centri specializzati. bottiglia di plastica sulla spiaggiaLa norma, quindi, non è tanto legata direttamente al problema delle microplastiche quanto più ai loro precursori, ovvero ai rifiuti di maggiori dimensioni, e colma il vuoto normativo che non permetteva ai pescatori di riportare a terra agilmente i rifiuti accidentalmente pescati. È una legge che di fatto va ad agire sulla rimozione di rifiuti già dispersi nell'ambiente marino (oltre il 70% di questi affonda, quindi una grossa porzione), ma si fa carico anche del destino dei rifiuti recuperati, in termini di economia circolare, dei rifiuti trasportati dai fiumi e si concentra anche sulla prevenzione attraverso l'educazione scolastica. Quindi un insieme di elementi rilevanti che caratterizzano questa importante legge che ha una grande valenza di sensibilizzazione.

Tuttavia, il bilancio a due anni dall’entrata in vigore non è completamente positivo dato che la legge ancora non è del tutto entrata a regime. Dal sito del Dipartimento per il programma di Governo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, risultano mancanti tre o quattro decreti attuativi previsti dalla legge, in particolare è stato approvato solo quello che individua le misure premiali per il comandante del peschereccio ma ne mancano altri fondamentali, primo fra tutti, a nostro parere, quello che definisce i "criteri con cui i rifiuti accidentalmente pescati e i rifiuti volontariamente raccolti cessano di essere qualificati come rifiuti". Da quello che ci risulta il Fishing for Litter non è ancora diventata attività strutturata e presente su larga scala in Italia, mentre continuano alcuni progetti sperimentali anche non finanziati. D'altro canto, sappiamo per certo che sono partiti, perché Legambiente è stata coinvolta su ogni livello (nazionale, regionale e locale) i progetti guidati dalle Autorità di bacino distrettuale per la rimozione dei rifiuti galleggianti nei fiumi, e che la componente perequativa per lo smaltimento dei rifiuti che andrà addizionata alla TARI è stata definita da ARERA ed è scattata a partire da quest'anno. Insomma, dopo un iter normativo travagliato e un'approvazione che poteva essere fatta prima, per una legge che di fatto anticipava il recepimento della direttiva relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, l'attuazione è ancora in corso.

La legge SalvaMare attribuisce un ruolo significativo all'educazione ambientale a favore di cittadini/e studenti. Quali sono gli strumenti più efficaci per favorire un cambiamento negli stili di vita individuali?

Sì, questo è un aspetto molto importante della legge. La corretta informazione di studenti, cittadini e cittadine e il coinvolgimento delle imprese di produzione e della grande distribuzione è fondamentale per cambiare paradigma nel rispetto anche degli obiettivi dell’Agenda 2030. volontari LegambienteInformare sulle potenzialità del riciclo delle plastiche e del riuso allungando il ciclo di vita dei prodotti, senza però dimenticare l’impatto delle microplastiche nei nostri mari e fiumi che finiscono nella catena alimentare con evidenti conseguenze anche per noi, quest’ultimo aspetto fondamentale per ridurre e modificare le produzioni. In tal senso il professor Leonardo Becchetti, docente di economia politica all’Università Tor Vergata, Roma, ha introdotto il concetto di “voto con il portafoglio”: acquistando responsabilmente, possiamo con un’azione dal basso di cittadinanza attiva indirizzare su grandi numeri il mercato premiando le filiere più efficienti sotto il profilo ambientale e anche sociale. Da questo ragionamento non è esclusa la filiera delle plastiche. Qui entra in gioco il cambiamento di stili di vita dove ovviamente il ruolo della corretta informazione di qualità e scientificamente attendibile è fondamentale per dare gli strumenti per individuare anche i casi di greenwashing. In questo contesto le istituzioni giocano un ruolo determinante.

Quali sono i progetti e gli strumenti di informazione che Legambiente sta mettendo in atto concretamente per ridurre le plastiche in mare e sulle coste?

Il coinvolgimento diretto di cittadini, giovani e meno giovani, in percorsi di educazione ambientale è fondamentale e Legambiente gioca un ruolo da protagonista da anni, operando su vari fronti. Intanto con la nostra campagna storica (si svolge da oltre trent’anni) di sensibilizzazione “Puliamo il mondo”, che coinvolge volontarie e volontari di tutte le regioni per ripulire strade e piazze, angoli delle città, parchi urbani, ma anche sponde di fiumi e spiagge da rifiuti abbandonati. “Puliamo il mondo” edizione italiana di “Clean up the World”, ha il pregio, grazie all’impegno di Legambiente e alla collaborazione di associazioni, scuole, aziende, comitati, pubbliche amministrazioni, di tenere insieme tanti soggetti uniti dall’obiettivo di rendere più vivibile e più bello il proprio territorio.

Poi sulle plastiche siamo stati impegnati e lo siamo tutt’ora in progetti specifici. Ad esempio, con “Pelagos Plastic Free”, progetto condotto da Legambiente e Expédition Med e finanziato dal Segretariato del Santuario Pelagos, nato dalla necessità di ridurre l’inquinamento marino causato dai rifiuti plastici, per proteggere le diverse specie di cetacei che vivono all’interno del Santuario Pelagos. Nell’ambito del progetto Legambiente Toscana ha organizzato diverse attività incentrate sul tema del marine litter, iniziative di sensibilizzazione rivolte a cittadini e pescatori, incontri con le amministrazioni locali per la sottoscrizione di linee guida da applicare in ambito urbano e un corso di formazione rivolto a insegnati della scuola primaria e secondaria.

microplastiche sulla manoNello specifico Legambiente Toscana è stata inoltre partner del progetto “ENSAMBLE”, co-finanziato dal fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), che aveva come obiettivo quello di creare una rete tra comunità locali di pescatori in Tunisia, Francia e Italia attraverso una metodologia partecipativa capace di favorire lo scambio di buone pratiche. Nell’ambito di tale progetto, fra le varie attività, Legambiente Toscana si è occupata di produrre un video e un edukit per le scuole sul tema marine litter; promuovere la campagna di osservazione dei rifiuti marini “Click up the MED”, in cui sono state coinvolte alcune cooperative di pescatori di Grosseto, Viareggio e Isola d’Elba e di organizzare eventi di sensibilizzazione per cittadini e amministrazioni, tra cui due in Corsica. Abbiamo inoltre facilitato un incontro di gemellaggio fra comuni plastic free italiani e tunisini per la condivisione di buone pratiche sul tema.

E ancora Legambiente Toscana in collaborazione con il Rotary Club, ha portato nelle scuole dell’area metropolitana di Firenze coinvolgendo 1300 studenti, il progetto “Il mare inizia da qui”, un approfondimento su come i nostri comportamenti quotidiani influiscono sulla salubrità dell’ecosistema fluviale e marino.

Infine, abbiamo in corso un progetto insieme all’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale, proprio in attuazione della legge SalvaMare, che prevede la promozione di iniziative, campagne e attività di raccolta delle plastiche presenti nei fiumi toscani (Mugnone-Terzolle, Sieve, Greve-Ema, Bisenzio, Ambra, Era e Versilia) e giornate di approfondimento e di sensibilizzazione sul tema delle plastiche rivolte soprattutto agli studenti delle scuole.

Si tratta di un impegno concreto e quotidiano svolto a vari livelli che intende dare un contributo operativo per la tutela di questo nostro pianeta.


Le foto di questa notizia sono pubblicate per gentile concessione di Legambiente

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