Mobilità sostenibile: il contributo di Alberto Paggetti - coordinatore FIAB Toscana
La mobilità su due ruote rappresenta un tassello della mobilità sostenibile, che costituisce un importante strumento di riduzione dell'inquinamento ambientale e di contrasto al cambiamento climatico
Oggi, pubblichiamo il contributo del Coordinatore di Fiab Toscana, Alberto Paggetti, con cui ci siamo confrontati parlando dell’attività dell'organizzazione e della mobilità sostenibile nella nostra regione. Di seguito quanto riferito.
Il post Covid ha riportato l’auto al centro, dopo un periodo in cui la bicicletta ha rappresentato un mezzo di trasporto in grado di garantire il distanziamento richiesto dalla Pandemia mentre i sistemi di trasporto collettivi sono entrati in crisi. Per superare la cultura dominante che vuole l’auto privata indispensabile, ci vuole tempo e bisogna continuare a lavorare per sensibilizzare il maggiore numero di persone a muoversi a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici.
Per incrementare la mobilità ciclistica, sono necessarie le infrastrutture ma non meno importanti risultano le campagne informative, che devono essere incisive soprattutto da parte di quelle amministrazioni pubbliche che hanno realizzato una buona rete ciclabile come la città di Firenze. In particolare, è necessario puntare sui vantaggi concreti derivanti da una diversa tipologia di mobilità: risparmio economico e di tempo, benefici per la salute, per il singolo che fa attività sportiva, e per la collettività perché muoversi a piedi o in bicicletta contribuisce all’abbattimento delle emissioni in atmosfera e quindi al miglioramento della qualità dell’aria.
Per modificare i propri comportamenti quotidiani bisogna che la mobilità a piedi e in bicicletta diventi una modalità ordinaria negli spostamenti casa – scuola e casa – lavoro. Nella nostra regione ci sono alcuni progetti per gli spostamenti casa-scuola, con pedibus e bicibus, ma solo “a macchia di leopardo”. Si tratta di iniziative che sono, per lo più, volute e supportate dai genitori che intendono realizzare per i propri figli esperienze di mobilità alternative e momenti di condivisione ed aggregazione.
Per avvicinare i bambini alla bicicletta, Fiab promuove, ogni anno, in 200 città italiane l’iniziativa “Bimbimbici” che mira a far comprendere ai più piccoli ed ai genitori che è possibile andare in bicicletta per strada. Facendo massa critica si guadagna protezione, perché l’automobilista capisce che non è solo sulla strada e che perciò è costretto a ridurre la velocità.
Negli spostamenti casa–lavoro, invece, un ruolo fondamentale deve essere svolto dai mobility manager aziendali, scolastici e di area. Se tutte le amministrazioni pubbliche, le scuole, le grandi aziende dessero più importanza a questa figura, si potrebbe prospettare un cambiamento concreto ed un’accelerazione verso la mobilità sostenibile attraverso i piani di spostamento casa-lavoro e casa-scuola, l’incentivazione e le strutture di supporto (rastrelliere sicure, spogliatoi, docce, ecc.). A questo proposito, un’interessante proposta di Fiab Toscana è quella di farsi accompagnatrice, nel percorso verso la mobilità sostenibile dei lavoratori/ lavoratrici, con corsi di formazione su temi quali: il tipo di bicicletta da acquistare, la tipologia di abbigliamento più adatta, il percorso casa-lavoro più sicuro ed organizzando prove pratiche su strada dei percorsi. Si tratta, in sostanza, di un accompagnamento concreto nei confronti di tutte le persone che sono interessate a modificare il proprio modo di muoversi ma che hanno bisogno di un piccolo aiuto per superare la paura iniziale di trovarsi in mezzo al traffico.
Questo tipo di progetto potrebbe risultare ancora più efficace in quei territori dove ci sono aree e/o zone scolastiche “30” dove le automobili devono rispettare i 30 km/h. Un buon esempio da tenere in considerazione è il progetto “Città 30” del comune di Bologna, che ha previsto arterie principali con limite di velocità a 50 km/h e tutte le altre strade con il limite di 30 Km/h, in sintonia con quella che è la velocità media in città, che si attesta sotto la media dei 30 km/h.
Fiab ha predisposto una certificazione per tutte le amministrazioni pubbliche amiche della bici, l’iniziativa si chiama “Comuni Ciclabili”, in questo caso l’associazione valuta la ciclabilità del Comune attraverso 4 parametri base: le infrastrutture, il cicloturismo, la politica per incentivare la mobilità sostenibile nel proprio territorio (governance) ma anche la comunicazione e promozione verso i cittadini.
Nella stessa direzione va l’attività Fiab di certificazione delle aziende amiche della bicicletta, come l’aeroporto di Bologna, che è stato certificato “Azienda Bike Friendly”, in virtù della promozione e della facilitazione per gli spostamenti dolci da e verso l’aeroporto dei propri dipendenti e dei clienti.
Quando affrontiamo il tema degli spostamenti in bicicletta non possiamo non pensare al cicloturismo, che, a differenza del ciclismo urbano, è in forte crescita e portatore di risorse economiche per il territorio. Fiab Toscana sta monitorando da tempo i progetti delle grandi Ciclovie (Rete Eurovelo) che sono in via di realizzazione nella nostra regione quali: la Ciclovia del Sole, la Francigena, la Tirrenica, e in particolare la ciclovia dell’Arno (CdA), idea promossa dalla Fiab Toscana nel 2008 e fatta propria dalla Regione Toscana, con un protocollo e finanziamento nel 2015.
La ciclovia dell'Arno interessa 48 comuni e 4 province (Arezzo, Firenze, Prato e Pisa), una comunità di 1 milione 252 mila abitanti, con uno sviluppo di 270 Km dal Casentino a Marina di Pisa e con la presenza di importanti città storiche toscane. La realizzazione è stata suddivisa in 13 tratti in cui sono impegnati i raggruppamenti dei vari comuni interessati. Dall’ultimo monitoraggio di Fiab Toscana del 2022 la CdA risulta completata al 51% (a fine 2024 ci sarà un aggiornamento del rilevamento) con qualche comune che ha completato il proprio tratto di competenza con finiture di qualità (esempio Pisa e Pontedera), altri lo stanno facendo ed alcuni sono in notevole ritardo. La realizzazione complessiva procede con lentezza, con caratteristiche molto diverse da tratto a tratto e in molti casi viene vanificata la fruibilità per tutti, comprese famiglie e bambini, mancando il fondo scorrevole (asfalto, cls permeabile, ecc.), la linearità dei percorsi, le pendenze superiori al 3% e notevoli dislivelli altimetrici. Questa ciclovia è di fondamentale importanza per la Toscana in quanto ha sia una valenza turistica che urbana, collegando comuni limitrofi e proponendosi come un’opportunità alternativa alla mobilità in auto.
Se si vuole sviluppare la mobilità ciclistica in Toscana è necessario realizzare reti di percorsi ciclabili in cui le ciclovie sono le infrastrutture principali (autostrade) e ad esse sarà possibile innestare delle arterie secondarie e altre più capillari, creando una straordinaria rete viaria da percorrere in bicicletta senza pericoli.