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30 anni di Sistema: gli interventi degli ex Direttori generali delle Agenzie, protagonisti del passato e dei nuovi, attori del presente

04/10/2024 11:00

Una tavola rotonda dove si sono confrontati vecchi e nuovi Direttori di Agenzie ambientali per ripercorre il passato e tracciare il futuro

30 anni di Sistema: gli interventi degli ex Direttori generali delle Agenzie, protagonisti del passato e dei nuovi, attori del presente

Le domande dei giovani

Dopo la fase di introduzione ai festeggiamenti, ad avviare la seconda parte dell'evento celebrativo, caratterizzato dalla tavola rotonda, dove hanno dialogato ex Direttori e nuovi Direttori di Agenzie per la protezione dell’ambiente, è Alessandro Lippi.

LippiAlessandro Lippi, ex Direttore generale di ARPA Toscana, ripercorre la storia: dall’Anpa, alla nascita delle ARPA/APPA, a partire dal 1994, sino all’attuale Sistema mettendo in evidenza i tanti aspetti positivi ma anche le criticità che hanno connotato il percorso di crescita e strutturazione del Sistema.

Ancora prima di essere un Sistema, ricorda Alessandro Lippi, le Agenzie hanno messo in atto meccanismi di aiuto reciproco, come accaduto con l’esperienza dei gemellaggi, che hanno visto le Agenzie strutturate sostenere quelle appena nate oppure, in seguito, con la nascita dei centri tematici, priia tentativi di omogenizzazione ed interscambio di conoscenze.

SoraccoL’ex Direttore di ARPA Liguria, Bruno Soracco, conferma che, grazie al principio di sussidiarietà, le Agenzie sono state in grado di supportarsi a vicenda.

Un momento molto importante nel percorso di creazione del Sistema, secondo Soracco, è rappresentato dalla Conferenza di Genova del 2004, quando le Agenzie si sono confrontate su temi di comune interesse come: strutturazione e consolidamento, diffusione della cultura ambientale, consapevolezza delle questioni ambientali nei cittadini.

Oggi, la rete è strutturata e le esigenze attuali sono quelle di avere un dato affidabile ed un confronto con le amministrazioni per attuare la sostenibilità ambientale anche a livello territoriale, in modo da creare percorsi virtuosi anche avvalendosi del patrimonio informativo e di conoscenze ambientali in possesso del Sistema.

Giorgio Assennato ex Direttore di ARPA Puglia ricorda che, nel 2006, il Sistema era gravato da criticità; ad esempio, in Puglia, il personale era un terzo rispetto ai dipendenti presenti in altre Agenzie e mal distribuiti all’interno della stessa regione. A Taranto, dove è presente un’importante acciaieria, i dipenerano solo in 30. Nonostante la scarsità di personale, l’Agenzia è riuscita a fare fronte alla situazione ambientale, creando un polo microinquinanti a Taranto e stimolando la politica regionale a dare alla luce una normativa regionale che, nel 2008, ha introdotto limiti per le diossine e, nel 2012, la valutazione del danno sanitario e l’accettabilità dello stesso per la tutela della salute dei cittadini.

L'Agenzia diretta da Assennato ha inoltre dato avvio alla cd “procedura del wind days”, basata sugli studi sull'andamento del benzopirene, che era presente, a Taranto, per circa 30 giorni l’anno, mentre, negli altri 11 mesi, i valori risultavano bassi. Partendo da questo, ARPA Puglia, cercando di interagire con l’impresa (ILVA), ha suggerito di ridurre la produzione del coke del 10% nei giorni (meno di un mese all’anno) in cui il quartiere Tamburi, il più esposto a livello cittadino, veniva impattato da un eccesso di inquinamento.

Queste soluzioni innovative hanno permesso di superare le carenze di personale ma anche superare i limiti normativi che sono ancora oggi una criticità per il Sistema, che, per lo più, fa riferimento ai limiti emissivi previsti dal quadro normativo senza fare valutazioni sanitarie e senza tenere conto delle concentrazioni ambientali che andrebbero, invece, considerate per tutelare la salute della popolazione.

SantagatiSabrina Maria Rita Santagati, ex Direttore di ARPA Calabria, ricorda come 10 anni fa, in occasione della celebrazione dei 20 anni del Sistema delle Agenzie, erano stati individuati alcuni punti di criticità che, tuttora, persistono. Si tratta, ad esempio, della questione del finanziamento pubblico, non adeguato, del disallineamento tra pressioni territoriali e risorse, del divario di dotazione organica tra le Agenzie del Nord e quelle del Sud, della questione dell’età media del personale del comparto, ancora piuttosto elevata.

Il disegno di legge (ddl) Bratti puntava a sanare alcune di queste con l’introduzione di elementi di forte innovazione come i lepta, ovvero il livello quantitativo e qualitativo delle attività da garantire in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale.

Il binomio ambiente e salute è inscindibile, evidenzia Santagati, la visione olistica “one health” si basa su un approccio interdisciplinare e sulla collaborazione tra le istituzioni. La legge istitutiva del Sistema consente di dare vita ad accordi interistituzionale e prevede l’applicazione di un approccio interdisciplinare come elemento portante per il futuro delle Agenzie.

Negli ultimi anni, abbiamo assistito ad una crescita organica e armonizzata del Sistema a fronte di una normativa che si evolve in continuazione. Tanto lavoro è stato fatto e altrettanto è ancora da fare per un’innovazione continua.

BrattiAlessandro Bratti, ex Direttore di Ispra, è tra i principali autori e fautori della legge 132 del 2016. Bratti ripercorre, in breve, la storia della legge, che inizia nel 2006 con alcuni direttori, supportati dal personale di APAT, che insieme realizzano una prima bozza, accolta in Parlamento da Ermete Realacci e Dario Franceschini. Il governo Prodi cade e con esso anche il ddl. Inizia un’altra epoca; sotto il governo Berlusconi, i temi ambientali non appaiono al centro del dibattitto pubblico. Solo con il governo Renzi, la proposta, nel tempo modificata, diventa legge.

Oggi, conclude Bratti, alcuni problemi persistono, come l’ufficialità del dato e l’uniformità delle prestazioni. Rimane, poi, aperta la possibilità di creare un “autorità”, un soggetto indipendente dalla politica; su questo tema, all’interno del Sistema, ci sono favorevoli e contrari ma il dibattito è interessante.

Il percorso non è stato semplice; si può dire che è stato fatto un grande lavoro anche se la legge è imperfetta ma per modificarla bisogna avere la sicurezza di riuscire a raggiungere l’obiettivo, non facile in questo periodo storico.

Vincenzo Infantino, Direttore di ARPA Sicilia, si sofferma sul fatto che, dopo il Covid, l’ambiente ha acquisito un ruolo maggiore, che richiede al Sistema di interrogarsi su alcuni aspetti come quello legato al finanziamento e sulla necessità di disegnare una strategia per superare la logica dei confini regionali.

Bisogna, anche, investire sulla motivazione del personale ed essere maggiormente attrattivi, per mantenerlo. È necessario, anche, puntare sul cambio generazionale, sull’innovazione, ad esempio cambiando le modalità di controllo, che devono utilizzare sempre di più la tecnologia. Bisogna fare propri tutti i driver che portano positività ai cittadini e alle imprese, fare dei dati ambientali un punto di forza anche incrociandoli con tanti altri dati, avvalersi dei sistemi predittivi e degli algoritmi analitici basati sulla tecnologia all’avanguardia e sull’intelligenza artificiale.

DionisioMaurizio Dionisio, Direttore di ARTA (Abruzzo), ha avuto un doppio incarico a distanza di 20 anni. Nel suo intervento si sofferma sul fatto che, oggi, gli avvocati, come lui, alla guida delle Agenzia sono diversi. Vent’anni fa, ai vertici vi erano esclusivamente tecnici; oggi la realtà è mutata, perché si è preso coscienza che la trattazione quotidiana delle questioni da parte delle Agenzie richiede una solida conoscenza normativa, in quanto all’80% vengono trattate questioni afferenti all’ area amministrativa mentre solo il 20% risulta di natura tecnico-scientifica.

Secondo Dionisio, si va sempre di più a concepire le Agenzie come “soggetti dispensatori di servizi complessi”. Questa è la sfida per il futuro: le Agenzie possono fare molto, non solo essere eccellenze nelle prestazioni laboratoristiche, ma anche distinguersi nella gestione delle gravi crisi ambientali ed essere in grado di esprimere pareri complessi all’interno di procedimenti amministrativi importanti.

Purtroppo, le Agenzie soffrono di un difetto di rappresentatività, che rimane un tallone di Achille.

BrunoVito Bruno, Direttore di ARPA Puglia, sottolinea che le Agenzie sono autorevoli, lo dimostra il fatto che i pareri espressi sono considerati ad alta intensità, ovvero in grado di condizionare fortemente il decisore. Anche i ricorsi sono indicatori di autorevolezza acquisita dalle Agenzie. Tutto questo è già innovazione.
Il fatto che i direttori, che sono dei manager, non siano dei tecnici è un altro elemento di innovazione che rappresenta una garanzia perché in questo modo i dirigenti tecnici possono operare con maggiore autonomia e indipendenza.

Nel futuro, il Sistema dovrà profondere un grosso impegno sui dati, pensando anche alla giustizia climatica; infatti, i cittadini cominciano a ottenere sentenze di condanna degli Stati per il mancato rispetto delle convenzioni internazionali in materia di tutela dell’ambiente e riduzione dell’inquinamento. Per arrivare a quelle sentenze, come quella che ha visto protagonista, di recente, la Svizzera, sarà necessario utilizzare i dati ambientali, che in Italia, dovranno essere quelli creati dal Sistema. Per questo è necessario che ci sia la massima accuratezza sulle informazioni ambientali originate dal Sistema.

Un’altra difficoltà da affrontare risiede nel fatto che stiamo vivendo un momento di grande cambiamento delle politiche ambientali, che necessitano di una lunga visione ma le Agenzie, al contrario, sono chiamata a dare risposte veloci perché questo è richiesto dai cittadini che ci percepiscono come sentinelle dell’ambiente. Questo comporta la necessità di acquisire maggiore autorevolezza nei territori e realizzare una comunicazione comprensibile per tutti i cittadini.

Anna Lutman, Vicepresidente del SNPA, ritiene che in 30 anni, il Sistema abbia fatto molto, ma per il futuro, bisogna imparare ad assomigliare alla molecola dell’acqua che ha caratteristiche particolari, come la capacità di risalire le superfici; quindi, dobbiamo capillarmente distribuirci sul territorio, rivendicando autonomia e pari dignità.

La giornata di celebrazioni termina con la terza sessione, dove sono protagonisti i giovani ricercatori e ricercatrici che rappresentano il futuro del Sistema.

colleghe arpa siciliaFrancesca Ferraro di ARPA Sicilia pone una domanda sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’ambito della protezione ambientale. Stefano Laporta risponde che il Sistema ha intenzione di creare un tavolo di lavoro su questo tema, senza però mai prescindere dalle persone, per evitare conseguenze imprevedibili e controproducenti.

Annalisa Salamone di ARPA Sicilia chiede ai presenti se il Sistema rispecchia l’idea iniziale oppure è diverso da come immaginato trent’anni fa. Laporta risponde affermando che il Sistema corrisponde abbastanza all’idea originale nonostante alcuni condizionamenti. Il modello a rete senza connotazioni gerarchiche basato sulle conoscenze è un esempio utile e da perseguire ma, oggi, c’è l’ambizione di andare oltre, di trasformare il Sistema affinché possa affrontare le sfide internazionali come la sostenibilità e il cambiamento climatico.

colleghi arpa toscanaGiulia Mondanelli di ARPA Toscana sottolinea, con rammarico, che nel percorso universitario di tecnico della prevenzione nei luoghi di lavoro, da lei svolto, il tema dell’ambiente non è trattato mentre sarebbe necessario che fosse presente nel ciclo di studi. Anche a questa domanda risponde Laporta, affermando che la sostenibilità ambientale risulta ormai trasversale a molte materie, non sono quelle tecnico-scientifiche. Infatti, già oggi, in molte università si sta introducendo questo insegnamento che si auspica veda anche il personale delle ARPA coinvolto in ruoli di docenza e le ARPA come luoghi dove svolgere periodi di formazione sul campo.

Infine, Riccardo Croce di ARPA Toscana domanda quali azioni possano essere intraprese dalle Agenzie per informare e rassicurare i cittadini rispetto al tema dell’inquinamento ambientale, in particolare quello atmosferico. Stefano Laporta sottolinea l’importanza per le Agenzie e per il Sistema di informare e rendere partecipi i cittadini. Per questo, l’attività di comunicazione ed informazione deve essere quotidiana, non può essere solo una comunicazione di crisi o occasionale ma deve tendere a creare un rapporto stretto e costante con la cittadinanza, destinataria della nostra azione.

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