Monitoraggio delle cave: utilizzo integrato di dati e servizi Copernicus e da drone
ARPAT ha partecipato all’evento con i rappresentanti del SNPA e delle Regioni Toscana ed Emilia-Romagna con un contributo sull'utilizzo integrato di dati e servizi Copernicus e di dati acquisiti con droni, aerei e laser scanner nel monitoraggio ambientale delle attività estrattive
Nell’ambito dell’evento Earth Technology Expo, il Forum nazionale degli Utenti Copernicus ha organizzato la sessione Regional User Uptake dedicata agli sviluppi degli utilizzi di prodotti e servizi del programma Copernicus da parte degli utenti istituzionali.
Stefano Laporta, Presidente dell’ISPRA ha aperto la sessione che ha visto la partecipazione e l’intervento dei rappresentanti del Sistema Nazionale delle Agenzie e di Ispra e delle Regioni Toscana ed Emilia-Romagna.
Particolare attenzione è stata rivolta all’integrazione di dati e servizi Copernicus con dati in situ, ovvero con dati rilevati sul territorio tramite reti di monitoraggio o rilievi svolti con sistemi UAS (droni), in applicazioni di monitoraggio ambientale: gestione della risorsa idrica, monitoraggio della qualità dell’aria, delle frane e delle attività estrattive, controllo dell’inquinamento luminoso, supporto alle attività di controllo e di gestione delle emergenze ambientali.
E’ stato inoltre illustrato lo stato dell’arte di due progetti formativi del Sistema Nazionale delle Agenzie, ai quali partecipa anche ARPAT, sull’utilizzo dei prodotti Copernicus e dei sistemi UAS per il monitoraggio ambientale. Quest’ultimo percorso formativo ha visto svolgersi a Firenze, nel maggio 2024, una sessione di addestramento, organizzata da ISPRA con il supporto di ARPAT, che porterà alla redazione di una linea guida nazionale sull’utilizzo dei droni nel Sistema Agenziale.
Nella sessione, Regional User Uptake, ARPA Toscana ha presentato un contributo sull’utilizzo integrato di dati Copernicus e dati rilevati da piattaforme aeree, droni e laser scanner terrestri per il monitoraggio delle cave, focalizzato sulle problematiche tecniche e ambientali poste dal monitoraggio ambientale di ampi comprensori estrattivi quali il bacino carrarese.
Dati e servizi Copernicus, riprese aeree, rilievi con drone e laser scanner, si integrano tra di loro grazie alle rispettive caratteristiche e punti di forza e l’utilizzo congiunto è indispensabile in ambienti di cava complessi e nelle analisi multitemporali. In particolare è stato evidenziato come in ogni fase del ciclo di vita delle attività estrattive – autorizzazione, esercizio e ripristino post esercizio – i dati telerilevati costituiscano un indispensabile ausilio alle attività di monitoraggio ambientale.
I dati Copernicus, a minore risoluzione, vengono attualmente utilizzati per il monitoraggio pluriennale del consumo di suolo e la creazione di dati territoriali utilizzati nella modellazione idraulica e idrogeologica, mentre i dati ottici e lidar, provenienti da campagne di rilievi aerei finanziate a livello nazionale e regionale, consentono un monitoraggio di precisione.
Questo tipo di monitoraggio è utile sia alla determinazione delle tipologie di cambiamento di copertura del suolo (aree e infrastrutture di cantiere, depositi temporanei di terre e rocce di scavo, depositi storici o ravaneti) che alla stima delle volumetrie movimentate. A partire dalle variazioni volumetriche è possibile costruire indicatori prestazionali relativi alla gestione sostenibile delle terre e rocce di scavo e della marmettola, utilizzabili per la verifica delle stime con i dati delle dichiarazioni MUD per i fanghi di segagione.
Infine, sono state riportate le attività sperimentali in corso con droni e laser scanner per il monitoraggio della deposizione di marmettola lungo due tratti di alvei fluviali. Nel primo caso, i droni, vengono utilizzati per la delimitazione delle aree sulle quali è stata riscontrata la deposizione della marmettola, mentre con il laser scanner è possibile stimare i quantitativi depositati nel corso del tempo.