Gestire l'acqua in un clima che cambia: un confronto promosso da Snpa
In concomitanza della ricorrenza dei 30 anni di attività delle Agenzie per la protezione dell’ambiente, nella cornice della manifestazione ETE Expo, si è svolta una conferenza nazionale sul tema della risorsa idrica e della sua gestione in un contesto climatico che sta cambiando
Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) ha recentemente dedicato al tema della risorsa idrica una giornata di confronto con esponenti istituzionali, delle realtà produttive e associative a Firenze nell’ambito della Fiera ETE Expo. La conferenza, dal titolo “Fare i conti con l’acqua. Gestire l’acqua in un clima che cambia”, ha visto la partecipazione di numerosi esponenti istituzionali ed esperti.
Il presidente Ispra/Snpa, Stefano Laporta, ha aperto la mattinata introducendo il tema oggetto dell’incontro, l’acqua, una delle risorse naturali maggiormente impattate dai cambiamenti climatici in atto. “Probabilmente – ha affermato - l'acqua e la sua gestione sarà l'elemento decisivo sul quale si giocherà il futuro del pianeta nei prossimi anni. (…) Gli scenari forniti dai modelli climatici mostrano per il prossimo futuro, specie senza l'adozione di massicce azioni di mitigazione, un significativo aumento degli eventi siccitosi persistenti estremi ed una riduzione della risorsa idrica disponibile su gran parte della penisola, senza contare anche l'aumento di forti piogge, alluvioni repentine, caldo estremo ed ondate di calore.”
Il presidente ha poi sottolineato come gli impatti sulla risorsa idrica siano ulteriormente aggravati dalle altre pressioni antropiche che insistono sui corpi idrici superficiali e sotterranei. Non è un caso che il tema dell'acqua, in particolare quello della sua gestione sostenibile e responsabile, sia al centro delle politiche europee soprattutto nel contesto di implementazione di alcuni provvedimenti legislativi.
“L’acqua è un bene prezioso e un suo uso responsabile da parte di tutti è sempre più necessario” ha continuato Laporta, soffermandosi sulla necessità di responsabilizzare i cittadini e ricordando con l’occasione la campagna promossa dalla Commissione europea #WaterWiseEU proprio per sensibilizzare i cittadini europei sul tema dell'acqua. Anche Ispra ha aderito a questa campagna che nelle prossime settimane sarà veicolata attraverso i canali social dell’Istituto.
“La giornata di oggi – ha concluso il presidente - vuole costituire un momento di confronto non solo all'interno del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente ma anche un momento di discussione per individuare soluzioni sempre più condivise con gli altri soggetti coinvolti in prima linea su questa sfida ambientale che è realmente prioritaria nello scenario non solo nazionale ma anche globale.”
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ricordando la recentissima alluvione che ha colpito la Toscana ed in particolare la Val di Cecina, ha sottolineato come sia cambiato e stia continuando a cambiare il modo in cui le precipitazioni si rapportano al territorio. “I cambiamenti climatici – ha affermato Giani - sono la realtà con cui dobbiamo fare i conti e con cui dovremo fare i conti.”
Probabilmente sarà necessario, in un prossimo futuro, che i comuni, oltre ai piani regolatori, redigano anche dei piani delle acque che, attraverso specifici ed adeguati investimenti, aiutino a superare un impatto sempre più evidente con il nostro vivere civile: l'acqua in qualche modo sta reclamando gli spazi che una volta ha avuto e gli interventi fatti in passato non sono più adeguati agli eventi climatici estremi a cui assistiamo oggi; fare i conti con l'acqua significa che si dovranno programmare investimenti molto forti per poter ricostruire fognature in grado di resistere ad un forte afflusso di acqua.
Se queste prospettive dovranno essere al centro dell’attenzione degli amministratori e della politica, Giani ha voluto sottolineare anche il ruolo fondamentale che la società civile può giocare in questa partita: ecco quindi un appello ai comitati dei cittadini che a volte si oppongono e ostacolano la realizzazione di importanti opere che intendono rispondere, tra le altre, anche all’emergenza idrica, come il caso degli invasi.
“L’acqua è un bene pubblico prezioso – ha concluso il presidente della Regione - ed è fondamentale che nella sua gestione il pubblico faccia davvero fino in fondo la propria parte (…) sull'acqua oggi c'è una necessità di interventi infrastrutturali e di innovazione che la rendano centrale nelle politiche pubbliche e nella sensibilità dei nostri cittadini.”
Per la vicesindaca di Firenze, Paola Galgani, le amministrazioni locali devono poter fare delle scelte con rapidità, perché il cambiamento climatico di oggi è molto veloce, ed uscendo da una dimensione esclusivamente municipalista perché, soprattutto parlando di acqua, c’è la necessità di avere una visione un po' più ampia del proprio perimetro amministrativo e per farlo bisogna rendersi disponibili a misurarsi anche con le difficoltà degli altri. È inoltre necessario affrontare il tema dell'acqua da un punto di vista economico ma anche sociale: un conto infatti è affrontare gli eventi climatici estremi in determinate condizioni economiche e sociali e un conto è affrontarli quando si vive in una condizione di difficoltà.
L’acqua è un bene prezioso ed essenziale e quindi va trattato come tutti i beni essenziali, ha bisogno cioè di importanti investimenti a partire da quelli delle amministrazioni e allo stesso tempo di un cambiamento del modo di vivere le città che sono state concepite e costruite in altre condizioni climatiche e con altre concezioni di sviluppo. “Le scelte che dovremo prendere – ha concluso la vicesindaca, dovranno guardare non solo all'emergenza ma ad una trasformazione sia delle nostre città che delle relazioni fra le persone perché ciascuno di noi ha la responsabilità di proteggere un bene essenziale come l'acqua.”
Veronica Manfredi, Direttore generale della DG “Zero Pollution and Green Cities” della Commissione europea, nel ricordare che la resilienza idrica è una delle principali priorità del secondo mandato della presidente della Commissione, ha sottolineato come ci sia bisogno di una nuova strategia europea per la resilienza idrica affinché
- siano gestite correttamente le risorse
- sia affrontato il problema della siccità
- sia rafforzato il vantaggio competitivo innovativo dell'industria idrica
- sia adottato un approccio di economia circolare
Manfredi è poi passata ad anticipare alcune prime impressioni tratte dall’imminente pubblicazione dei rapporti di valutazione dei piani nazionali di gestione dei bacini idrografici e di gestione dei rischi di alluvioni da cui emerge un generale miglioramento della situazione rispetto al precedente rapporto.
Per quanto riguarda nello specifico l’Italia, gli sforzi compiuti fino ad oggi non bastano per raggiungere il buono stato di tutte le acque. I progressi circa lo stato di fiumi e laghi sono limitati: solo il 43% risulta essere in buono stato ecologico (incremento del solo 1% rispetto ai dati precedenti); risultano invece in buono stato chimico il 75% delle acque superficiali, 3% in più rispetto al precedente rapporto. Incoraggiante poi che l'Italia abbia segnalato che quasi l'80% delle sue acque di falda siano in buono stato quantitativo, con un incremento del 20%, e il 70% in buono stato chimico, in aumento del 15%.
“Abbiamo bisogno di un approccio nuovo – ha dichiarato il Direttore - che passi dalla gestione della crisi alla gestione sostenibile a lungo termine delle nostre preziose risorse e dei nostri ecosistemi naturali.”
È passata quindi a dettagliare i cinque settori prioritari su cui l'Italia e tutta l'Europa dovrebbero concentrare gli sforzi per il futuro:
- far sì che i principali utilizzatori di acqua (mondo agricolo, industriale, attori digitali, dell’energia, dei trasporti) facciano interamente propri i concetti di efficienza idrica e di gestione circolare dell'acqua preservandola anche da un eccessivo inquinamento. Tutti gli stati membri dovrebbero introdurre un principio di efficienza idrica parallelo a quello dell'efficienza energetica, attraverso una governance più forte delle risorse idriche basata su una gestione integrata;
- affrontare con coraggio l'enorme carenza di investimenti nel settore idrico: in Italia circa il 60% della rete idrica ha più di 30 anni e il 25% più di 50, alcuni tratti risalgono addirittura a qualche millennio fa; l'Italia è attualmente agli ultimi posti nella classifica europea per investimenti nel settore idrico, spendendo in media 40€ per abitante l'anno rispetto a una media europea di 100. La mancanza di investimenti sufficienti fa sì che il paese soffra strutturalmente di livelli di perdite elevati lungo tutta la rete, con una perdita media dell'acqua trasportata del 42% (quasi il doppio della media europea). C’è inoltre un’inadeguata conformità alla normativa europea per il trattamento delle acque reflue con solo il 56% delle acque reflue urbane trattato conformemente ai requisiti della direttiva, a fronte di una media europea del 76%;
- assicurare un'applicazione più rigorosa dei principi del recupero dei costi del "chi inquina paga", accompagnando questo con misure che garantiscano l'accessibilità economica per le classi meno agiate. L'Italia invece ha attualmente una delle tariffe idriche più basse dell'Unione Europea e questo comporta inefficienze nell'uso dell'acqua, scarsi disincentivi dell'inquinamento, ed impedisce di creare la liquidità necessaria per gli indispensabili investimenti pubblici in collaborazione con il settore privato;
- focalizzare tutti gli interventi sull'acqua stando molto attenti all'approccio "dalla fonte al mare"; qualsiasi misura di gestione delle acque dolci interne è infatti destinata ad incidere sulle attività in mare e viceversa. Ricorrere, ad esempio, in una maniera spropositata e mal progettata alla desalinizzazione senza aver prima preso tutte le misure di efficientamento e riuso delle acque dolci vorrebbe dire nuocere ulteriormente al mare;
- attuare al meglio le norme esistenti tra cui la nuova direttiva europea sulla tutela penale dell'ambiente che ha introdotto nuove categorie di reati tra cui quelli relativi all'estrazione illegale di acqua e che contiene disposizioni ben precise anche in materia di sanzioni e che rafforza la catena di applicazione.
“Questa conferenza – ha concluso Manfredi - non avrebbe potuto essere più tempestiva, anche perché siamo all'inizio del prossimo ciclo programmatico e vi assicuro che gli sforzi quotidiani di ciascuna delle agenzie del sistema, che vorrei vedere molto meglio pubblicizzati ai cittadini, sono e saranno essenziali per proteggere le nostre risorse idriche e renderci collettivamente più resilienti in tempi di incertezze. Solo se uniti sapremo difendere ciò che siamo e le preziose risorse naturali che abbiamo.”
In una prossima notizia racconteremo quanto emerso dalle due tavole rotonde che si sono svolte durante la giornata:
- Facciamo i conti con l’acqua
- Confronto tecnico sugli utilizzi della risorsa idrica.