Depuratore Consorzio Cuoio Depur Spa a San Romano: esiti del controllo AIA
Dal controllo sono emerse tre non conformità per gli scarichi idrici e tre azioni di miglioramento, per scarichi idrici ed emissioni in atmosfera, rispetto alle prescrizioni previste dall’AIA
Dopo aver pubblicato i dati sul controllo dei depuratori in Toscana nel 2022, in questo articolo si fa il punto sull’attività svolta dal Dipartimento ARPAT di Pisa presso l’impianto di depurazione Cuoio-Depur Spa per verificare il rispetto delle prescrizioni previste dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), per le emissioni in acqua, compreso lo scarico finale, e in atmosfera.
L’impianto di depurazione, gestito dal Consorzio Cuoio-Depur spa, è situato in località San Romano nel comune di San Miniato (PI) ed effettua la depurazione delle acque reflue conciarie delle aziende ubicate in riva sinistra dell’Arno, mentre i reflui industriali, provenienti dal distretto conciario situato sulla riva destra dell'Arno sono trattati dall’impianto di depurazione Aquarno Spa.
L’impianto, con potenzialità di 876.150 A.E. e capacità idraulica di 10.700 m3/giorno, tratta reflui industriali e civili e, tramite distinta rete fognaria, per conto del gestore del Servizio Idrico Integrato, riceve e depura acque reflue, prevalentemente scarichi domestici, provenienti dagli agglomerati urbani di Montopoli in Val d’Arno (PI), San Miniato e dalle relative frazioni.
L’attività di controllo ha fatto emergere nel 2022 tre non conformità (NC) per gli scarichi idrici a cui hanno corrisposto violazioni penali e/o amministrative segnalate ai sensi del Testo Unico ambientale. I controlli eseguiti hanno inoltre portato alla richiesta di tre azioni di miglioramento, due per gli scarichi idrici ed una per le emissioni in atmosfera, rispetto alle prescrizioni previste dall’AIA.
Il controllo delle emissioni in acqua
ARPAT, con frequenza mensile, controlla lo scarico finale dell’impianto di depurazione che confluisce nel Rio Malucco, affluente del fiume Arno, e gli scarichi in uscita dal trattamento reflui civili e industriali e, quando attivo, lo scarico dei reflui civili-impianto MBR (impianto ossidazione biologica a membrana).
Le analisi del 2022 hanno evidenziato alcune non conformità per il parametro COD campionato nei mesi di marzo, giugno, luglio e ottobre, per il parametro ferro campionato a marzo e luglio, per il parametro cloruri nei campioni di giugno e per il parametro zinco nel campione di ottobre.
Relativamente allo scarico finale, l’AIA prevede valori limite in deroga a quanto previsto dal Testo Unico ambientale (Tab.3 dell'Allegato 5 alla parte Terza) o nei documenti che descrivono le migliori tecniche disponibili (BREF), unicamente per i parametri Cloruri e Solfati, derogati transitoriamente, per effetto dell’Accordo di Programma siglato nell'anno 2004.
Per queste non conformità l’autorità competente (Regione Toscana) ha richiesto al Gestore di effettuare idonee correzioni strutturali e/o di processo ed una analisi delle cause che hanno determinato i superamenti accertati. In seguito a tali richieste il Consorzio ha avviato anche alcune prove sperimentali per migliorare l’efficienza del trattamento depurativo, che verranno concluse nei prossimi mesi.
Si fa presente che, nel 2023 (per i dati disponibili fino ad oggi), non si sono verificati superamenti del parametro COD nello scarico finale del depuratore. Pertanto, potrebbe essere plausibile che la causa dei superamenti del 2022 sia stata legata alla particolare annata siccitosa caratterizzata da scarsissime piogge che probabilmente hanno gravato sulle caratteristiche dei reflui in ingresso.
Contestualmente ai campioni degli scarichi dell’impianto Cuoio-Depur, sono stati effettuati campionamenti delle acque superficiali nel fiume Arno, a monte e a valle dell’immissione del rio Malucco (ponte di Santa Croce S/A e ponte di Castlelfranco di Sotto) e nel rio Malucco, a monte e a valle dell’immissione dello scarico finale dell’impianto.
I risultati analitici dei campionamenti effettuati nel fiume Arno evidenziano un lieve incremento, da monte a valle, dei parametri conducibilità, cloruri, solfati, ecc. parametri tipici del refluo conciario.
Le acque del fiume Arno vengono monitorate anche con la rete di monitoraggio MAS, sulla base della Direttiva 2000/60, al ponte di Fucecchio (MAS 109) e al ponte di Calcinaia (MAS 110).
Per la prima volta, a partire dal mese di dicembre 2022, nell’acqua superficiale del Rio Malucco e del fiume Arno, sono state ricercate le sostanze perfluoralchiliche PFAS (PFBA, PFBS, PFP e A, PFHxA, PFOS e PFAO) persistenti nell'ambiente e largamente utilizzate in diversi settori industriali. Gli standard di qualità per i parametri di cui sopra, espressi in microgrammi, sono indicati nel D.lgs 172/2015 integrato nell’aggiornamento del TUA.
Le sostanze PFAS determinate a monte e a valle dello scarico risultano ampiamente inferiori ai valori di “Concentrazione massima ammissibile” (CMA) riportati nel suddetto decreto.
Il controllo delle emissioni in atmosfera
Nei mesi di giugno e luglio 2022 sono pervenute varie segnalazioni di maleodoranze da parte di cittadini residenti nella zona di San Romano-Montopoli e il Dipartimento, in aggiunta al controllo ordinario per l’AIA, ha effettuato numerosi sopralluoghi nella zona circostante l’impianto riscontrando la presenza di odori tipici degli impianti di depurazione.
Nel mese di settembre, come richiesto dagli Enti, il Consorzio Cuoio-Depur ha trasmesso un report sullo studio diffusionale olfattometrico che è stato valutato dal Settore Modellistica Previsionale di ARPAT. Agli esiti di tale valutazione è emerso che non si può escludere che i fenomeni segnalati dai cittadini residenti nella fascia compresa fra 200 e 500 m dall’impianto possono essere riconducibili alle attività dell’impianto stesso.
Pertanto, nel caso i fenomeni di molestia olfattiva dovessero ripetersi con frequenze e modalità anomale che esulano dalle fisiologiche criticità associabili ad un impianto di depurazione, delle dimensioni di Cuoio-Depur, quali il rilascio occasionale di odori per tempi brevi e di scarsa persistenza, è stato richiesto alla società di procedere, in tal caso, ad una verifica più approfondita col ricorso ad uno specifico e adeguato modello di dispersione, che tenga conto dei parametri di ingresso per consentire una attenta valutazione della situazione ambientale. Nel 2023, fino al mese di settembre, non ci sono state ulteriori segnalazioni.