Dai primi mesi del 2023 sono operativi nuovi analizzatori in due centraline della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria. Si tratta di due analizzatori automatici per la misura oraria delle concentrazioni in aria ambiente di Black Carbon (BC), operativi presso le centraline di LU-Capannori e di FI-Mosse, e di un analizzatore e contatore ottico di particelle (OPC) per la misura oraria di PM1, PM4, PM10 e PM2.5 installato presso la stazione di LU-Capannori. Un altro strumento analogo è stato allestito all’interno di un laboratorio mobile.

Il contatore ottico di particelle permette di acquisire sia il numero delle particelle al minuto o a livello orario, sia la concentrazione di quattro frazioni dimensionali di Particolato a livello orario. Il dato orario permette di avere informazioni sui diversi livelli di concentrazione nelle ore del giorno e quindi di avere indicazioni sulle potenziali fonti.

È inoltre importante, in alcune stazioni nella rete regionale, fornire i dati orari di PM10 e PM2.5 per popolare l’Indice europeo della qualità dell’aria che fornisce informazioni sulla situazione oraria della qualità dell’aria, basate su misurazioni provenienti da più di 2000 stazioni di monitoraggio presenti in tutta Europa.

Quanto al Black Carbon, questo è un inquinante primario e componente chiave del particolato atmosferico. Viene emesso in aria durante la combustione incompleta di combustibili fossili e della biomassa e può essere originato, sotto forma di fuliggine, da sorgenti sia naturali che antropiche. Nelle città, la sua principale fonte è il traffico veicolare da motori a combustione interna (prevalentemente diesel), a cui si aggiungono il riscaldamento domestico a carbone o legna, la combustione di biomasse in agricoltura e gli incendi boschivi. Non esistono ad oggi limiti normativi per il Black Carbon ma la bozza della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria ambiente indica la necessità di monitoraggio di “inquinanti che destano nuove preoccupazioni, come il particolato carbonioso (BC) al fine di favorire la comprensione scientifica dei loro effetti sulla salute e sull'ambiente, come raccomandato dall'OMS”.

L’analizzatore di BC acquisito da ARPAT fornisce anche una stima di una delle fonti del BC come la combustione di biomassa (BB, Biomass burning). Si può quindi stimare la frazione di Black Carbon misurato da attribuire alla combustione di biomasse.

Sono interessanti, a tal proposito, i primi dati della stazione di LU-Capannori, fondo urbano, in cui vengono misurati a livello orario sia le varie frazioni di Particolato che il BC. Nel periodo invernale (vedi immagine a fianco, cliccando per ingrandire) il massimo delle frazioni di PM10 e di BC si osserva nelle ore notturne, fino a concentrazioni di BC di 16 µg/m³. La frazione di BC attribuibile alla combustione di biomassa (BB) arriva a essere il 100% del BC. Mentre nel periodo estivo il valore massimo orario di BC è stato attorno a 4 µg/m³, con una percentuale di BB attorno al 20%.

Nella stazione di FI-Mosse, traffico urbano, le concentrazioni orarie di BC seguono l’andamento tipico del traffico urbano con massimi mattutini e serali. Ad esempio, in questo periodo, la percentuale di BB si colloca tra il 20 e il 40% di BC, mentre a LU-Capannori nelle ore serali-notturne è il 100%.

Nell’immagine a fianco (cliccare per ingrandire) è possibile apprezzare un confronto tra le due stazioni di Capannori e Firenze in un giorno di primavera per quanto riguarda la percentuale di Black Carbon attribuibile alla combustione di biomassa (BB).