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Livelli derivati per l’incenerimento di rifiuti a breve tempo di dimezzamento nel rispetto del criterio di non rilevanza radiologica

Emergenze ed incidenti radiologici: scenari ambientali, sanitari e industriali

Anno di pubblicazione: 2016

A cura di: ARPAT, U.O. Radioattività e Amianto , ARPAV, Servizio Osservatorio Agenti Fisici

La gestione dei carichi di rifiuti solidi urbani che risultano contaminati da I-131 al controllo in ingresso agli impianti di incenerimento

Negli ultimi anni è cresciuta molto l’attenzione al controllo della radioattività dei carichi in  ingresso agli impianti di  trattamento dei rifiuti, pur a fronte di un livello modesto di sistema  regolatorio, se si escludono  i  rottami  metallici  e  i  RAEE. In  particolare,  per  gli  impianti  di  incenerimento  (o termovalorizzazione) dei rifiuti urbani e sanitari si è ormai consolidata sul territorio nazionale la prescrizione nell’autorizzazione integrata ambientale che obbliga ad effettuare il controllo della radioattività nell’ambito dei controlli sull’accettabilità dei rifiuti da parte dell’impianto.

Emerge quindi nel complesso un quadro di rinvenimenti di rifiuti contaminati da radionuclidi di diversa natura, e talvolta di sorgenti radioattive, che non può essere trascurato da un punto di vista del carico gestionale per la numerosità dei casi da trattare, e per la frequenza di  approfondimenti tecnici mirati alla valutazione delle condizioni specifiche di smaltimento in esenzione o meno. Questo approccio, da un lato improntato alla massima cautela e al rispetto delle condizioni di  smaltimento previste dalla norma, dall’altro finalizzato all’accertamento sulla provenienza del  rifiuto contaminato, non è stato finora riesaminato con una analisi retrospettiva di casi concreti  e con una valutazione a priori del valore di attività totale che può essere inviata  all’incenerimento pur rispettando il criterio di non rilevanza radiologica per la popolazione  interessata.
Poiché la maggior parte dei casi riguarda rinvenimenti di rifiuti contaminati da radionuclidi con tempo di dimezzamento inferiore a 75 giorni, in linea di principio anche i carichi che hanno dato luogo ad anomalia radiometrica potrebbero andare direttamente all’incenerimento (senza scarico e isolamento in attesa di decadimento o conferimento a ditta autorizzata) a condizione che nell’arco dell’anno sia rispettata la condizione di non rilevanza radiologica per il gruppo di riferimento della popolazione circostante l’impianto di incenerimento.
Questo lavoro parte dalle esperienze maturate nelle ARPA/APPA e confluite nei documenti nazionali  Linee guida per la sorveglianza radiometrica di rottami metallici e altri rifiuti e Livelli di  riferimento, esenzione, allontanamento (ISPRA, 2014), presentando una prima proposta metodologica  per passare dalla gestione del singolo rinvenimento ad una impostazione su base annua dei criteri per lo smaltimento dei rifiuti contaminati da radionuclidi a breve tempo di dimezzamento.

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