L'impatto acustico delle industrie sul territorio: le attività di ARPAT nel territorio lucchese
Con l’entrata in vigore dei Piani Comunali di Classificazione Acustica (PCCA), in molti Comuni sono diventati applicabili i "valori limite di emissione", pertanto i controlli sul rumore sono stati mirati anche alla verifica del loro rispetto.
I valori limite di emissione variano in relazione alla classe acustica di una certa area e al periodo di riferimento diurno e/o notturno. A seguito dell’entrata in vigore di tali limiti e dei controlli effettuati da ARPAT con il conseguente accertamento di un loro superamento a carico di alcune ditte a ciclo continuo, molte di esse hanno aperto dei contenziosi al TAR Toscana. Tali ricorsi vertevano su diversi Aspetti, tutti però convergevano in maniera compatta su una questione: su dove effettuare le relative verifiche; se in prossimità della sorgente di rumore (come sostenuto dalle ditte ricorrenti) o se negli spazi occupati da persone e comunità, ossia presso i recettori (come sostenuto da ARPAT).
La questione non era accademica: nei casi oggetto di ricorso la ditta era in un’area di una classe acustica maggiore di quella del recettore, quindi con limiti diversi (più alti), il che poteva ad esempio significare rispettare o meno i limiti di legge, con una evidente e conseguente necessità di attuare bonifiche acustiche, talora consistenti, in ogni caso onerose.
In questo lavoro viene riportato come la giurisprudenza, in sede di giustizia amministrativa, si è espressa nei vari gradi di giudizio. Vengono inpoltre fatti alcuni cenni ai conseguenti piani di risanamento acustici che talora sono stati intrapresi dalle ditte, gran parte dei quali peraltro non conclusi