L'attività di ARPAT nel monitoraggio dei cetacei e delle tartarughe in Toscana - Anno 2014
La rete regionale per il recupero di cetacei spiaggiati lungo le coste toscane, ed il conseguente intervento sugli esemplari in difficoltà o ormai morti, consolidata anche grazie alle attività del progetto transfrontaliero Gionha (2009-2011), è oggi in via di definizione soprattutto grazie all'Osservatorio Toscano Cetacei. I buoni risultati ottenuti rapresentano la base per l’ampliamento delle competenze dell'Osservatorio alla tutela e conservazione delle tartarughe marine, varato a fine 2013.
Per quanto riguarda i cetacei, il 2014 si è mostrato un anno perfettamente in linea con le medie annue registrate per la Toscana, infatti si sono registrati 19 eventi: 6 stenelle, 8 tursiopi, 1 capodoglio, 1 globicefalo e 3 individui che sono rimasti indeterminati a causa del pessimo stato di conservazione della carcassa, che non ne ha permesso una esatta determinazione della specie (da attribuire comunque a piccoli cetacei odontoceti).
Il report 2014 sugli spiaggiamenti toscani contiene la scheda dettagliata di ogni esemplare recuperato e, per otto di essi, il referto necroscopico redatta dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana.
Per quanto riguarda le tartarughe, nel corso del 2014 sono stati recuperate 61 individui, tutti appartenenti alla specie più comune C. caretta, tranne un esemplare di tartaruga verde Chelonia mydas, molto rara e solo occasionale per il nostro mare . Si conferma che la causa di morte per questi animali è rappresentata dalla cattura accidentale da parte di attrezzi da pesca, soprattutto reti da posta e palamiti. Le indagini necroscopiche condotte su 7 tartarughe hanno inoltre spesso evidenziato segni legati ad un grave traumatismo, probabilmente rappresentato da collisioni con natanti.
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