Monitoraggio ambientale acque di transizione - Risultati 2017
Anno di pubblicazione: 2018
A cura di: Susanna Cavalieri - ARPAT, Settore Indirizzo tecnico delle attività
In collaborazione con:
Pagine: 12
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I corpi idrici localizzati in acque di transizione sono dodici, di cui undici in monitoraggio operativo e uno in monitoraggio di sorveglianza.
La caratteristica intrinseca delle acque di transizione fà sì che esse abbiano caratteristiche in parte simili alle acque superficiali interne e in parte alle acque marine. I docidi punti di monitoraggio che costituiscono al rete delle cosidette TW, sono rappresentate da foci fluviali, lagune e zone umide costiere.
Le zone di foce sono ambiente in cui è spesso difficoltoso campionare, in modo particolare gli indici biologici che necessitano di un mezzo nautico e di appropriate condizioni per operare in sicurezza.
Negli habitat lagunali i campionamenti sia chimici che biologici sono spesso difficili o possono essere non significativi, in presenza di considizoni climatiche per cui i corpi idrici si trovano in secca per lunghi periodi e, di conseguenza non ci sono i tempi necessari per campionare una corretta comunità biotica sia animale che vegetale , così come richiesto dal DM 260/10.
Come già affermato nei report degli anni scorsi, la peculiarità di queste stazioni di monitoraggio non presentano condizioni tali da potere effettuare il campionamento di macroalghe né fanerogame.
Considerate le difficiltà su esposte spesso i punti di monitoraggio di acque di transizione non hanno un profilo completo di indici e gli stati ecologico e chimico sono determinati con un numero inferiore di indici.
In particolare nel 2017 è stato impossibile per motivi legati a siccità campionare il Padule di Bolgheri.
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