Indagine regionale sulla concentrazione di radon negli ambienti di vita e di lavoro
Anno di pubblicazione: 2012
A cura di: Silvia Bucci
In collaborazione con: Regione Toscana , IstitutoSuperiore Sanità , Aziende USL
Pagine: 46
Prezzo: 0 €
La Regione Toscana ha affidato nel 2006 ad ARPAT la realizzazione di un'indagine conoscitiva sulla concentrazione di radon negli ambienti di vita e di lavoro. Si tratta di un progetto integrato salute-ambiente, con l’obiettivo principale di conoscere la distribuzione del radon sul territorio regionale con un dettaglio maggiore rispetto alle campagne di misura precedenti, sia nelle abitazioni che nei luoghi di lavoro.
Sono state così raccolte ed elaborate le informazioni necessarie alla Regione per l’individuazione delle zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon (radon-prone areas) e delle caratteristiche dei luoghi di lavoro che possono determinare livelli elevati di radon, compiti che le derivano dalle norme in materia. L’indagine è stata oggetto di più rapporti da parte dell’Agenzia fino al 2010, e nel 2011 si è conclusa la complessa operazione di diffusione dei dati ai Comuni e a tutti i partecipanti (2000 famiglie, oltre 1200 datori di lavoro, 86 scuole).
Poiché non sono disponibili criteri standardizzati per l’individuazione delle radon-prone areas, i risultati hanno richiesto una importante fase di approfondimento e confronto con i Settori competenti della Regione Toscana, che ha portato sia alla programmazione di azioni mirate alla riduzione dei livelli di radon sul territorio toscano, sia alle scelte alla base dei criteri per la prima individuazione dei Comuni dove sono concentrati gli edifici che superano livelli di riferimento nazionali e internazionali, anche ai sensi del D.Lgs. 230/95 e s.m.i..
Questo Rapporto presenta quindi i risultati dell’indagine nei Comuni della Toscana, e propone alcuni criteri da utilizzare per la prima individuazione dei Comuni dove saranno concentrate le risorse per la riduzione dei livelli di esposizione al radon, e dovrà essere misurata la concentrazione di radon nei luoghi di lavoro, a partire dai piani seminterrati e piani terra, a prescindere dalla tipologia dell’attività lavorativa svolta.
Anche le valutazioni alla base della scelta dei criteri, come la pianificazione del campionamento e l’analisi dati, sono stati effettuati in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, che coordina il Piano Nazionale Radon, con lo scopo di mantenere un costante riferimento agli indirizzi nazionali e all’evoluzione delle normative in materia, a supporto e garanzia delle decisioni politicoamministrative.
La Regione Toscana, sulla base di questo documento, ha così l’opportunità di essere la prima in Italia a dare seguito a quanto previsto dal D.Lgs. 230/95 e s.m.i.., adottando gli opportuni atti finalizzati ad una prima individuazione dei Comuni su cui intervenire e dove applicare la normativa.
Altre Regioni hanno infatti effettuato nel decennio scorso campagne di misura, in alcuni casi anche molto estese, e sperimentato azioni di rimedio in numerosi edifici pubblici e privati, ma senza procedere a formalizzare la prima individuazione. Ciò darà luogo non solo ad una importante attività di prevenzione in materia di salute pubblica, ma anche di responsabilizzazione dei datori di lavoro per la tutela dei propri dipendenti dai rischi connessi all’esposizione al radon, mirando le indagini dove sono attesi più frequentemente i superamenti dei livelli di azione, per un migliore utilizzo delle risorse pubbliche e dei privati.
È disponibile anche la versione sfogliabile della pubblicazione.