Bilancio di sostenibilità 2007 |
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IDENTITÀ |
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Presentazione del Indicatori
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ARPAT, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, è un ente con personalità giuridica pubblica, dotato di autonomia tecnico-giuridica, amministrativa e contabile, ed è sottoposto alla vigilanza della Regione Toscana. Dal 1996, anno della sua costituzione, svolge attività di prevenzione, controllo e vigilanza per la protezione dell’ambiente; garantisce supporto tecnico-scientifico di carattere ambientale, in particolare alla Regione e agli Enti locali; promuove e svolge attività di comunicazione, educazione, documentazione, informazione e formazione in materia ambientale; svolge, inoltre, ogni altra attività tecnica, anche in favore di terzi, connessa alle competenze in materia ambientale. L'Agenzia opera al servizio delle istituzioni e di tutti i cittadini mettendoli in grado di adottare, anche nella quotidianità, comportamenti consapevoli ed ecologicamente sostenibili. La missionARPAT effettua il monitoraggio dello stato dell'ambiente; svolge accertamenti sulle fonti di inquinamento e gli impatti che ne derivano, occupandosi dell’individuazione e della prevenzione di fattori di rischio per la salute dell’ambiente e dell’uomo. Provvede alle ispezioni sul territorio toscano per controllare il rispetto delle attuali norme in materia di tutela ambientale e verificare che le prescrizioni contenute negli atti autorizzativi rilasciati dalle amministrazioni competenti siano rispettate. Fornisce supporto tecnico agli Enti pubblici (attività istruttoria) nell’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela ambientale tramite il rilascio di pareri e di proposte di carattere tecnico-scientifico. In particolare ARPAT effettua:
L’Agenzia produce informazione ambientale, direttamente e attraverso l’integrazione con altri Enti deputati al controllo e che svolgono attività di monitoraggio e ricerca; organizza e sistematizza la conoscenza sull’ambiente e la mette a disposizione del decisore politico, dei soggetti economici, dei cittadini. Formazione, educazione alla sostenibilità, promozione di comportamenti più sostenibili sono parte della mission dell’Agenzia. Conoscere e far conoscere i problemi e le opportunità ambientali del territorio toscano è un impegno costante della nostra Agenzia. ARPAT promuove, anche presso le imprese e i cittadini, l’adozione di comportamenti più sostenibili per l'ambiente: favorendo l’accesso all’informazione anche attraverso programmi e attività di comunicazione, educazione, documentazione e formazione, contribuisce a far crescere l’attenzione e la cultura diffusa sulle questioni ambientali. L’organizzazione e le attivitàLa strutturaARPAT è dotata di una struttura centrale e di strutture operative territoriali. La struttura centrale è costituita dalla Direzione generale, dalla Direzione tecnica e dalla Direzione amministrativa, che si articolano, a loro volta, in Settori tecnici ed Aree, dotati di autonomia gestionale nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie ove assegnate, nonché di autonomia tecnico – professionale. Il Direttore generale è il legale rappresentante dell’Agenzia, è titolare dei poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione ed esercita le proprie funzioni direttamente o delegandole al Direttore tecnico, al Direttore amministrativo e ai Responsabili delle strutture operative centrali e territoriali. I Settori tecnici e le Aree della Direzione svolgono, oltre alle funzioni rientranti nelle loro specifiche competenze amministrative, tecniche, di studio e ricerca, anche attività di indirizzo, coordinamento, supporto e assistenza nei confronti delle attività svolte presso le strutture territoriali. Le strutture operative territoriali sono i Dipartimenti provinciali che svolgono le attività tecniche, analitiche ed amministrative previste dalla legge istitutiva, nonché quelle previste dalla normativa statale e regionale vigente. I Dipartimenti sono posti alle dipendenze funzionali delle Province ed operano sulla base dei criteri individuati in apposite convenzioni. Ove richiesto da particolari esigenze del territorio o direttamente dagli Enti locali, i Dipartimenti sono articolati in Servizi sub-provinciali o Servizi locali. La struttura di ARPAT è definita, in applicazione della Legge regionale 18 aprile 1995, n. 66 “Istituzione dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT)”, attraverso il “Regolamento della struttura centrale e periferica”, approvato con Deliberazione G.R. 16 luglio 2001, n.779 e successivamente modificato. Con decreto del Direttore generale sono determinati l’organizzazione e i compiti delle strutture della Direzione e dei Dipartimenti provinciali, comprese le modalità di svolgimento delle attività, la qualificazione delle strutture e i criteri di attribuzione degli incarichi di responsabilità. I Dipartimenti provinciali e i Servizi sub-provinciali possono essere strutturati in Servizi locali, Unità operative (semplici e complesse), Articolazioni funzionali e Uffici. Nei Dipartimenti/Servizi sub-provinciali, inoltre, sono individuati Referenti per lo svolgimento delle attività di prevenzione, qualità (RGQ), documentazione, formazione ed educazione ambientale. Legenda: Il personaleIn Agenzia, al 31 dicembre 2007, lavorano 826 operatori, di cui 117 dirigenti, 700 unità di comparto a tempo indeterminato e determinato, 9 operatori a collaborazione continuata e coordinativa.
Il dato complessivo è sostanzialmente stabile nel triennio. Le attività svolteIl resoconto delle attività svolte nel corso del 2007 fa riferimento, in particolare, ai processi primari ed alle attività di supporto di laboratorio.
I Processi primari sono direttamente rivolti alla realizzazione dei prodotti e dei servizi di ARPAT, sono classificabili complessivamente come processi di protezione ambientale e possono essere compresi nelle categorie del controllo e monitoraggio, del supporto tecnico, della conoscenza e della sua diffusione.
I Processi di supporto producono valore in favore dei processi primari e li alimentano. Comprendono i processi di gestione economico-finanziaria, gestione delle risorse umane, gestione del patrimonio, programmazione e coordinamento tecnico (processi di direzione), i processi di gestione delle infrastrutture e i processi di misurazione, analisi e miglioramento. Tra questi processi, ruolo primario e specifico riveste l’attività di laboratorio finalizzata alla quantificazione oggettiva di parametri descrittivi caratteristici sia delle matrici ambientali che delle pressioni che su di esse sono esercitate dai determinanti oggetto di interesse.
Come si può notare, il 75% degli operatori dell’Agenzia è impegnato nelle attività di monitoraggio, controllo, prevenzione, laboratorio, attività tecniche di supporto, progetti operativi, organizzazione e diffusione della conoscenza. Ciò significa che i 3/4 circa del personale è impegnato nelle attività proprie del mandato istituzionale dell’Agenzia, finalizzate alla conoscenza e alla protezione dell’ambiente.
Il rendiconto 2007 è organizzato per processi pur cercando di mantenere la continuità con le rendicontazioni degli scorsi anni. Il rilevamento delle attività sta infatti transitando da un sistema orientato a misurare prevalentemente le azioni (per il controllo sopralluoghi, pareri, etc.) ad uno basato sugli oggetti (impianti, sorgenti di inquinamento, punti di campionamento, etc.) ed all’entità dell’impegno richiesto nelle attività svolte (tempo). Tale cambiamento e l’evoluzione dei sistemi di registrazione delle attività potranno causare alcune difficoltà nel confronto e nell’interpretazioni dei dati. Tuttavia, al fine di mantenere una certa continuità tra diverse modalità di rendicontazione, si è valutata l’attività svolta attraverso alcuni dei nuovi indicatori (n° punti di monitoraggio, n° di aziende oggetto del controllo ispettivo) recuperando, anche attraverso stime, gli stessi dati secondo gli indicatori precedentemente utilizzati (sopralluoghi). Tali stime si basano su un approccio prudenziale ed hanno sicuramente sottostimato l’attività effettivamente svolta. ARPAT programma la propria attività sulla base della domanda normativa e delle specifiche esigenze degli enti territoriali, Regione, Province e Comuni. L’andamento delle attività risponde, quindi, al mutare della domanda normativa, delle richieste degli Enti, delle risorse economiche destinate e delle priorità diversamente individuate. La tabella che segue sintetizza le attività di ARPAT in termini quantitativi.
*i valori riportati per i
sopralluoghi sono stimati sulla base del numero delle aziende controllate e
dei punti di monitoraggio.
L’attività di ARPAT per l’anno 2007 risente ancora per alcuni settori delle novità e delle incertezze inerenti l’applicazione del Decreto Legislativo 152/06 (Norme in materia ambientale). Persiste la difficoltà nel valutare correttamente le variazioni a causa dell’impossibilità di “pesare” gli interventi in termini di “tempi”. In altre parole, il numero degli interventi eseguiti, generalmente espresso con il numero di insediamenti controllato, non è direttamente collegabile all’impegno profuso dal personale impiegato, in quanto la durata di un accertamento è legata a vari fattori, non ultima la conformità delle aziende alle norme ambientali.
I dati relativi all’attività di sopralluogo per monitoraggio e vigilanza mostrano una sostanziale stabilità, o un modesto incremento, per le varie matrici con l’eccezione degli agenti fisici.
L’attività di supporto tecnico rivolta alla prevenzione ambientale, sia nella fase di espressione di pareri preventivi che in quella proposta di interventi correttivi, è complementare a quella di controllo ed è ad essa propedeutica o consequenziale e coinvolge in molti casi gli stessi operatori. Un indicatore di tale attività, nonché della partecipazione a Commissioni tecniche e/o a Conferenze di Servizi è il numero di pareri emessi. In questo caso i dati non possono essere letti in maniera disgiunta rispetto ai profondi cambiamenti procedurali introdotti dalle nuove norme ambientali e senza tener conto del dato fondamentale che tutte le richieste pervenute sono state evase. L’esame dei dati di questa specifica attività evidenzia che:
- l’apparente diminuzione complessiva nel 2007 dei dati sulle acque è riconducibile alla eliminazione dalla rendicontazione di oltre quattromila pareri associati solo ad attività analitiche (con espressione di parere) e da questo meglio rendicontati. Permane poi l’effetto del D.Lgs. 152/06 che sostituisce in fase istruttoria/consultiva gli Organi tecnici preesistenti con Conferenze di Servizi;
- l’incremento alla voce “rifiuti”è da attribuire principalmente alle rocce e terre di scavo;
- per gli agenti fisici, invece, oltre alla conclusione nel 2006 delle attività legate alla rete nazionale di monitoraggio in continuo dei livelli di campo elettromagnetico, è stata operata la scelta di non conteggiare per il 2007 i pareri forniti a integrazione di pareri (alcune centinaia) già espressi in sede di valutazione di impatto acustico.
Si conferma il trend in crescita delle violazioni amministrative (significative per la matrice acqua), mentre diminuiscono le contestazioni penali: tale diminuzione è legata soprattutto alla depenalizzazione avvenuta nella tematica degli agenti fisici, mentre si registra una percentuale molto elevata relativamente ai rifiuti.
Occorre anche considerare l’incidenza degli esposti e delle emergenze ambientali. Gli esposti che pervengono dai cittadini e dalle loro associazioni costituiscono un indicatore dell’attività di controllo dell’Agenzia ma interferiscono, inevitabilmente, con le attività programmate.
Nel corso del 2007 sono stati evasi più di 900 esposti che hanno riguardato prevalentemente la risorsa idrica, l’aria e i rifiuti.
Le richieste di intervento in situazioni di presunta emergenza ambientale registrate sono state invece poco meno di 600 ed hanno interessato anch’esse, prevalentemente, la risorsa idrica e, in misura minore, i rifiuti e l’aria. Il 27% delle richieste di intervento per emergenze ambientali (che pervengono da soggetti istituzionali) ha comportato attività in periodi notturni o festivi.
La tabella seguente mostra il volume delle prestazioni analitiche rese dai laboratori dell’Agenzia nel triennio 2005-2007 sulle diverse matrici ambientali e a supporto del Servizio Sanitario Nazionale.
È evidente come la risorsa idrica, intesa complessivamente, costituisca la matrice più indagata (33.708 campioni pari al 69.5% - 599.988 parametri pari al 68.2%), mentre il settore bonifiche dei siti contaminati (7.432 campioni pari al 15.3% - 99.724 parametri pari al 11.3%), appare quello che, a seguire, registra un elevato numero di campioni e parametri, in linea con l’incremento e la complessità di questo tipo di attività registrati negli ultimi anni. Se si tiene conto dei campioni e dei parametri relativi, principalmente, alla matrice acqua a supporto della sanità (acque potabili, minerali, di piscina, di dialisi), agli alimenti e ai cosmetici, le prestazioni analitiche rese a favore della sanità costituiscono una parte rilevante della complessiva attività analitica di ARPAT. Dal Catalogo dei Servizi alla definizione del livelli qualitativi e quantitativiNell’ambito del “Piano di revisione organizzativa, strutturale e funzionale dell’Agenzia” è stato elaborato un “Catalogo dei servizi” che, sulla base di un censimento delle prestazioni dell’Agenzia, suddivise per settori di intervento e per categorie di attività, classifica i servizi secondo un duplice ordine di criteri: 1) In funzione dell’analisi normativa, in: a) “Istituzionali obbligatori”: servizi a carattere obbligatorio erogati in riferimento ai dettami normativi della L.61/94 o della LR 66/95, ovvero ai dettami normativi nazionali o regionali relativi a specifici settori di intervento (aria, rifiuti, risorsa idrica, VIA ecc.). Essi prevedono l’obbligo, per gli enti di amministrazione attiva, di avvalersi delle attività dell’Agenzia, ovvero la stabile erogazione degli stessi servizi da parte di ARPAT. L’obbligatorietà può essere riferita anche a specifici livelli quantitativi; b) “Istituzionali a richiesta”: servizi a carattere non obbligatorio secondo i dettami normativi della L.61/94 e della LR 66/95, ovvero secondo i dettami normativi nazionali o regionali relativi a specifici settori di intervento (aria, rifiuti, risorsa idrica, VIA ecc.). Tali servizi sono erogati in riferimento a specifiche “richieste” degli enti titolari delle funzioni di amministrazione attiva che possono avvalersi delle attività dell’Agenzia. c) “Facoltativi”: servizi afferenti alla protezione ambientale non rientranti tra quelli a carattere istituzionale, effettuabili nell’interesse e a favore di enti pubblici o soggetti privati nei limiti previsti dalla Legge istitutiva. Tali servizi sono erogati a titolo oneroso in riferimento a specifiche “domande”. 2) In funzione dell’analisi dell’importanza/essenzialità, in: a) “Essenziali”: servizi che presentano funzionalità diretta rispetto alla protezione ambientale o all’integrazione ambiente/salute; b) “Utili da presidiare”: servizi che garantiscono un maggior presidio delle competenze, una maggiore visibilità territoriale e rappresentano utile supporto per una migliore risposta ai fini della protezione ambientale o dell’integrazione ambiente/salute”; c) “Integrativi”: servizi che non presentando caratteristiche di funzionalità-utilità rispetto alla protezione ambientale o all’integrazione ambiente/salute, potrebbero essere svolti da altri enti pubblici e/o acquisiti in “service”. La seguente matrice di sintesi riporta la risposta dell’Agenzia in termini di prestazioni globali svolte rispetto alla domanda censita nel Catalogo dei servizi.
Pur essendo competenza dello Stato fissare i livelli essenziali di prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, da anni nel Sistema agenziale si riflette su questo tema con l’obiettivo di migliorare la capacità di rispondere in maniera organica alla crescente domanda di prestazioni ambientali. La Regione Toscana ha dato mandato ad ARPAT di associare ad ognuna delle attività individuate specifici livelli quali/quantitativi e di elaborare una proposta che consenta poi di determinare i Livelli minimi di tutela ambientale (LETA) da garantire sul territorio regionale. Tale proposta, in corso di definizione da parte di ARPAT, parte dall’analisi delle norme vigenti e dal numero di prestazioni richieste per singola tipologia di attività che, a sua volta, deriva dai fattori di pressione sul territorio e dalla frequenza dei controlli/monitoraggi/supporto tecnico previsti. Le normative nazionali e regionali non sempre però definiscono in maniera univoca i livelli di prestazione da erogare e, pertanto, la definizione dell’entità delle attività essenziali passa anche attraverso un’analisi sia di quanto viene fatto a livello nazionale dalle altre agenzie, che dall’esperienza acquisita nei dodici anni di vita dell’Agenzia. E’ del tutto evidente che laddove le proposte non si basano su una norma specifica necessitano di un ampio confronto. Le prestazioni da erogare devono tener conto, inoltre, dell’impegno del personale necessario a garantirle e che tale impegno dipende sia dai tempi tecnici necessari, che dall’organizzazione interna che sta dietro alle singole attività. In tale condizione gli standard di servizio (ricavabili da dati di produttività e/o da analisi di processo produttivo o ancora da confronti con le altre agenzie) sono quindi soggetti a variazione via via che viene a realizzarsi un cambiamento delle metodiche utilizzate, dell’organizzazione interna, della domanda di prestazione definita dalla normativa, del sentire dei cittadini e della politica rispetto ai problemi ambientali. Il Catalogo è quindi uno strumento vivo, continuamente da aggiornare, soggetto ad un ampio confronto soprattutto laddove porti alla definizione di livelli minimi da garantire. I Livelli minimi a loro volta hanno come conseguenza un dimensionamento del personale necessario a svolgere specifiche attività, ma devono comunque lasciare all’Agenzia la possibilità di raggiungere gli obiettivi della propria mission attraverso il complesso della propria azione. La gestione della sostenibilitàLa politica QSA per la sostenibilitàLa manifestazione più diretta della consapevolezza e dell’impegno assunto sul piano strategico da ARPAT verso il miglioramento continuo delle proprie prestazioni, è stata l’emanazione, nel 2006, della Politica per la Qualità, l’Ambiente e la Sicurezza sul lavoro. A tale politica si ispirano le scelte e i comportamenti di ARPAT, per la gestione e l’assicurazione della qualità dei prodotti e dei servizi forniti (Politica per la Qualità), per assicurare nel tempo il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali (Politica Ambientale) e per promuovere la salute, la sicurezza e il benessere organizzativo sul lavoro (Politica per la Sicurezza sul lavoro), con il fine di realizzare, mantenere e assicurare la propria capacità di soddisfare i bisogni di tutti i soggetti interessati (i cittadini, i clienti, il Sistema delle autonomie locali, la Regione, la comunità toscana e le singole comunità locali, il personale dell’Agenzia, i fornitori e i partner), comprese le generazioni future, interessate a poter fruire di quelle risorse ambientali che, attraverso la corretta gestione dei propri aspetti diretti e indiretti, ARPAT può contribuire a preservare. Nel quadro delle finalità generali sopra enunciate, gli obiettivi che la Politica per la Qualità, per l’Ambiente e per la Sicurezza sul lavoro si prefigge di conseguire possono essere così sintetizzati:
Tali obiettivi generali si traducono in obiettivi particolari e specifici, assegnati alle funzioni competenti nell’ambito della pianificazione annuale. L’impegno di ARPAT per le certificazioni ambientali e di qualitàÈ per questo che ARPAT ha deciso di realizzare, in modo integrato, sistemi di gestione per la Qualità (ISO 9001- ISO 17025), la Salute e la Sicurezza sul lavoro (OHSAS 18001) e l’Ambiente (ISO14001, Regolamento EMAS). I sistemi di gestione per la qualità, l’ambiente e la salute e sicurezza sul lavoro costituiscono gli strumenti con i quali la direzione di ARPAT ha deciso di attuare gli indirizzi e gli obiettivi già definiti nella Politica integrata per la qualità, l’ambiente e la sicurezza sul lavoro di ARPAT. Tali sistemi di gestione vengono da tempo sviluppati ed implementati in modo complementare, così da realizzare una loro progressiva integrazione. Sistema di gestione per la
qualità ISO 9001
Per offrire una maggiore garanzia, l’Agenzia ha scelto di sottoporre il proprio Sistema di gestione per la qualità alla certificazione di conformità alla norma ISO 9001 da parte di un ente indipendente (CERMET). A conclusione di un percorso iniziato alla metà del 2000, si è giunti, nel dicembre 2002, alla certificazione di conformità ISO 9001:1994 del SGQ ARPAT-CEDIF, applicato alla progettazione e realizzazione di servizi di formazione, educazione ambientale, comunicazione e relazioni con il pubblico, documentazione e informazione in ambito ambientale, svolte presso il Settore tecnico CEDIF e presso i Dipartimenti/Servizi sub-provinciali. Nel dicembre del 2003, la certificazione è stata ottenuta rispetto alla nuova norma ISO 9001:2000 "Sistemi di gestione per la qualità. Requisiti", con la successiva estensione del campo di applicazione del SGQ e dello stesso scopo di certificazione alle attività di progettazione e realizzazione dei servizi di supporto tecnico alle amministrazioni pubbliche mediante emissione di pareri e valutazioni tecniche, secondo uno schema cosiddetto “multisito” esteso alla Direzione e ai Dipartimenti/Servizi sub-provinciali. Il campo di applicazione del SGQ è attualmente in fase estensione al processo di controllo ambientale mediante ispezioni e al monitoraggio della qualità dell’aria, con la conseguente successiva integrazione dello scopo di certificazione. Sistema di gestione per la qualità ISO 17025, applicato al processo di prova e misuraL’Agenzia ha investito molto sulla competenza tecnica dei propri laboratori, che svolgono prove su varie matrici: acqua, alimenti, aria, terreno, rifiuti e campionamento e prove in campo per rumore, campi elettromagnetici e radioattività. Il programma di implementazione del Sistema di gestione per la qualità applicato all’attività di prova di laboratorio è iniziato nel 1998, con l’obiettivo prioritario di ottenere l’accreditamento delle prove di controllo su alimenti e bevande eseguite nei Dipartimenti provinciali di Arezzo, Firenze, Livorno e Lucca, come richiesto da una Direttiva europea. Tutti gli undici laboratori dell’Agenzia hanno ottenuto l’accreditamento SINAL (Sistema Nazionale Accreditamento dei Laboratori di prova), che riconosce, per le prove oggetto di accreditamento, la competenza tecnica del laboratorio e il suo operare in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 "Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura". Alcuni laboratori che eseguono prove su matrici alimentari e acque minerali sono inoltre riconosciuti da ISTISAN-ORL. Sistema di gestione ambientale ISO 14001/EMASSulla scorta dell’esperienza già maturata con l’applicazione dei Sistemi di gestione per la qualità, ARPAT ha deciso di avviare un percorso verso la Registrazione EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) di tutta l’Agenzia, raccogliendo la sfida lanciata dall’EMAS alle organizzazioni complesse poste a presidio e a garanzia della qualità dell’ambiente. Il primo Dipartimento ARPAT che ha avviato questo processo è stato quello di Lucca, che il 26 luglio 2007 ha ottenuto la registrazione EMAS n. IT-000704 dal Comitato Ecolabel-Ecoaudit italiano, prima registrazione di un’Agenzia regionale per l’ambiente italiana. Alla fine del 2006 il Dipartimento aveva già ottenuto la certificazione di conformità alla norma ISO 14001:2004 e la convalida della Dichiarazione Ambientale da parte dell’ente di certificazione RINA. All’inizio del 2007 anche il Dipartimento ARPAT di Prato ha avviato il processo per lo sviluppo di un sistema di gestione ambientale, in vista della sua successiva certificazione ISO 14001 e registrazione EMAS. |
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