Bilancio di sostenibilità 2007 |
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INDICATORI DI
PERFORMANCE ECONOMICA |
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Presentazione del Indicatori
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Questa parte del bilancio di sostenibilità fornisce alcune informazioni economiche sulla gestione di ARPAT. L’analisi che segue mette in evidenza, in maniera ancora più mirata rispetto al bilancio di esercizio, la “ricchezza” generata dall’Agenzia e la sua distribuzione sotto forma di remunerazione dei soggetti che, a vario titolo, sono intervenuti nella sua produzione. I dati elaborati sono ricavati dal bilancio di esercizio e sono relativi agli ultimi tre anni. Questa comparazione di esercizi consecutivi consente di cogliere, oltre all’informazione offerta dal dato assoluto, anche la sua tendenza. E’ importante ricordare che l’Agenzia, negli anni 2004 e I dati esposti nei prospetti seguenti evidenziano, nei tre esercizi comparati, una perdita nel 2005 e ritorno all’utile nel 2006 e 2007. Tale risultato economico positivo è dovuto sia a contributi regionali straordinari, ma anche ai primi effetti del processo di riorganizzazione in atto. L’utile è destinato sia alla copertura integrale delle perdite pregresse che al finanziamento di iniziative di investimento in risorse umane e strumentali. I due prospetti fondamentali di questa analisi sono: - il prospetto di determinazione del valore aggiunto; - il prospetto di riparto del valore aggiunto. Per la loro elaborazione sono stati utilizzati i criteri di classificazione ed i principi contabili di riferimento previsti per la redazione del bilancio sociale, opportunamente adattati per conformarli alla natura di ARPAT e alle caratteristiche della sua attività. La determinazione del valore aggiuntoNel primo prospetto, il parametro del valore aggiunto quantifica la ricchezza prodotta da ARPAT nell’anno di riferimento. Il calcolo di questo margine avviene attraverso la riclassificazione dei dati del conto economico del bilancio di esercizio. In particolare il valore aggiunto caratteristico lordo è dato dalla differenza tra “valore della produzione” e “costi intermedi della produzione”. La componente di maggior rilievo del “valore della produzione” è costituita dai contributi in conto esercizio corrisposti dalla Regione Toscana e da altri enti pubblici. Questo ricavo rappresenta un vero e proprio “corrispettivo” pagato per i servizi istituzionali di tutela ambientale svolti nel territorio regionale nell’interesse collettivo. ARPAT è infatti un ente pubblico strumentale che trae dai contributi in conto esercizio della Regione Toscana la sua principale fonte di ricavi. In considerazione del particolare significato che quindi assumono i contributi in conto esercizio in ARPAT (ricavi per attività istituzionale e non contribuzione finalizzata all’integrazione dei ricavi o alla riduzione dei costi di esercizio), abbiamo scelto per maggiore chiarezza, in deroga ai principi di redazione del bilancio sociale, di evidenziarli in una distinta voce del valore della produzione. I costi intermedi della produzione sono relativi a beni e servizi utilizzati nella produzione e acquisiti all’esterno, non considerando quindi fra questi i costi del personale e gli ammortamenti. Il valore aggiunto globale netto si ottiene considerando anche il risultato delle gestioni accessoria e straordinaria e al netto degli ammortamenti.
Il grafici seguenti illustrano l’andamento del valore aggiunto, del valore della produzione, dei costi intermedi e degli ammortamenti e l’andamento della gestione accessoria e straordinaria durante gli ultimi tre esercizi. La distribuzione del valore aggiuntoIl secondo prospetto illustra la distribuzione del valore aggiunto. La ricchezza prodotta da ARPAT (valore aggiunto globale netto), va a “remunerare” i seguenti soggetti: - personale dipendente / non dipendente (retribuzioni); - Pubblica Amministrazione (imposte); - finanziatori (interessi passivi per capitale di credito); - ARPAT (utili da reinvestire, se conseguiti).
Il grafico seguente illustra l’andamento della distribuzione del valore aggiunto globale netto tra i vari interlocutori nel corso degli ultimi tre anni. I dati, per semplicità, sono espressi in milioni di euro quindi la remunerazione del capitale di credito scompare per effetto dell’arrotondamento. Possiamo notare che la remunerazione del personale, cioè il costo di questo fattore produttivo, dopo una flessione nel 2006 rispetto al 2005, ritorna a crescere per effetto dei rinnovi contrattuali. La remunerazione della Pubblica Amministrazione e del capitale di credito è rimasta sostanzialmente costante. Per quanto riguarda la remunerazione dell’azienda, nel 2005 ARPAT ha subito una perdita, ciò significa, in termini di produzione e distribuzione del valore aggiunto, che in quell’anno ARPAT ha “consumato” più ricchezza di quella che ha prodotto, utilizzando, per la parte di ricchezza mancante, il proprio patrimonio o l’indebitamento. Il risultato economico positivo del 2006 inverte questa situazione e si consolida nel 2007, consentendo la remunerazione del capitale aziendale da destinarsi alla copertura delle perdite pregresse. Questo risultato, in parte dovuto al contributo in conto esercizio accordato dalla Regione Toscana di cui abbiamo parlato, è in gran parte attribuibile alle misure di contenimento dei costi di breve periodo già adottate. Il riassetto dell’Agenzia produrrà comunque i suoi maggiori effetti economici nel medio periodo quando gli interventi strutturali previsti saranno realizzati e cesserà la contribuzione straordinaria della Regione Toscana. Il diagramma seguente illustra la distribuzione del valore aggiunto globale netto tra i vari interlocutori nel 2007. La parte di gran lunga preponderante del valore aggiunto dell’Agenzia è destinata a remunerare il personale (89%, ma nel 2006 era il 93%). La parte restante è destinata al pagamento delle imposte (6%), alla remunerazione del capitale di credito per interessi (1%) e alla remunerazione dell’azienda (4%). Questa distribuzione del valore aggiunto è giustificata dal fatto che ARPAT produce “servizi” e quindi il “fattore produttivo” risorse umane è di gran lunga prevalente rispetto agli altri. |
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