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Sei in: Home Temi ambientali Rifiuti Impianti di gestione dei rifiuti Pirogassificatore di Castelfranco di Sotto (PI) Il parere di ARPAT sul progetto di pirogassificatore

Il parere di ARPAT sul progetto di pirogassificatore

Queste sono le principali prescrizioni proposte nel parere espresso da ARPAT, in forma semplificata rispetto alle considerazioni più articolate riportate nel parere completo. Le prescrizioni tengono conto che si sta chiedendo una autorizzazione all'esercizio per un anno, e puntano anche ad ottenere informazioni e verifiche complete sul funzionamento dell'impianto, per poter esprimere al meglio la valutazione necessaria, al termine del periodo di prova.

Funzionamento dell’impianto

1. Dal punto di vista energetico abbiamo ritenuto necessario che venga documentato in modo inoppugnabile che nel funzionamento ordinario non è necessario il ricorso ai bruciatori termici alimentati a metano, posti nella camera di combustione. Perciò è stata richiesta l’installazione di un misuratore del consumo di metano separato per questi due bruciatori.

2. Per garantire la corretta conduzione del processo, è stata proposta l’installazione di misuratori di ossigeno per rilevare il livello crescente di ossigeno libero nel passaggio dalla pirolisi pura alla combustione vera e propria.

3. Abbiamo chiesto una modifica dell'impianto che consenta una verifica diretta del fatto che i fumi permangono per oltre i 2 secondi previsti (art. 8, comma 3 D. Lgs. 133/05), ad una temperatura superiore agli 850°C (come risulta dai calcoli del progetto).

4. E' stato proposto di osservare periodi di sosta degli impianti ad ogni cambio di tipologia di rifiuto da trattare o periodi di trattamento di rifiuti ad impatto ridotto, per attendere i risultati delle analisi relative alle emissioni del periodo precedente prima di passare al successivo.

5. Per limitare il rischio che durante il periodo di prova si verifichino periodi prolungati in cui le emissioni superano i limiti abbiamo proposto di suddividere l’anno di esercizio, in sottoperiodi, scelti d’intesa fra gestore, Autorità competente e ARPAT.

6. Il progetto contiene l’affermazione che in caso di esplosione all’interno della camera di combustione la massima sovrapressione non supera i 2,5 bar. Abbiamo chiesto di motivare meglio questa conclusione.

Aria

7. Abbiamo proposto che il monitoraggio dei parametri non rilevati in continuo (Metalli, IPA e Diossine/Furani) venga effettuato con una frequenza maggiore rispetto a quella prevista dall’azienda.

8. In relazione al monitoraggio ante-operam proposto da Waste Recycling, abbiamo richiesto un prelievo di campioni di terreno in tutte e quattro le “celle” (aree sulle quali si valutano le ricadute al terreno degli inquinanti emessi in aria) piuttosto che su tre come indicato dalla azienda.

9. Sulle operazioni di triturazione dei rifiuti all’ingresso dell’impianto (all’interno di un capannone e con spruzzatura della tramoggia di alimentazione del trituratore) abbiamo chiesto di precisare dettagliatamente la modalità di alimentazione della tramoggia, perché questa operazione richiede particolari precauzioni per prevenire l’emissione di polveri diffuse.

Acqua

10. abbiamo chiesto di predisporre un punto di campionamento delle acque reflue prima della loro immissione nella vasca di equalizzazione del depuratore, per garantirci la possibilità di controllare il rispetto delle specifiche dell'Autorizzazione Integrata Ambientale.

Rumore

11. Abbiamo chiesto una verifica strumentale dei livelli di rumore da eseguire subito dopo l’installazione di tutte le nuove sorgenti per confermare i calcoli che portano alla previsione del rispetto di tutti i limiti normativi.

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